Politica

De Luca non si scusa con Meloni, restano le tensioni tra governo e opposizioni

di Viola Scipioni

Venerdì La7 ha pubblicato un video che ritrae il governatore della regione Campania, Vincenzo De Luca, impegnato ad insultare la Presidente del Consiglio Meloni riguardo quanto dichiarato dalla premier in occasione delle manifestazioni dei sindaci campani davanti Palazzo Chigi. «Vada a lavorare invece di manifestare» avrebbe detto Meloni, parole che hanno fatto infuriare il Presidente della Campania che, nel video, ha dichiarato: «è intollerabile il trattamento riservato a centinaia di sindaci che non hanno i soldi per l’ordinaria amministrazione… lavora tu, str…!».

Il Presidente della regione Abruzzo, Marco Marsilio, avrebbe scritto a Massimiliano Fedriga, che è a capo della Conferenza delle Regioni, di prevedere una censura nei confronti di De Luca a nome di tutti i governatori del centrodestra. De Luca, dal canto suo, non torna indietro: «a meno che non mi sparino in testa» ha detto, aggiungendo che «l’unico insulto lo ha rivolto la Meloni a chi è andato a manifestare: in un Paese democratico non decide Meloni chi e quando deve manifestare».

Il Presidente del Senato La Russa ha mostrato solidarietà alla leader del suo partito insieme al Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, mentre alcuni esponenti di FdI si chiedono cosa sarebbe successo se a ricevere un tale insulto fosse stata la segretaria del Pd, Elly Schlein.

Giuseppe Conte commenta solo la manifestazione senza prendere particolari posizioni su quanto successo alla Presidente mentre Bonelli dei Verdi si domanda se «può la premier rivolgersi a un presidente di Regione dicendo “vai a lavorare”».

Insomma, un fatto grave che mostra molte incoerenze a partire dai partiti di opposizione, sottolineando comunque che a livello politico la differenza di genere è cosa su cui tenere poco conto, soprattutto tenendo conto delle parole dello stesso De Luca di lunedì 19 febbraio 2024: «siamo in un paese nel quale la libertà costa. Senza uomini e donne libere, la democrazia non vive. Oggi noi stiamo entrando in un clima di indifferenza; davvero è a rischio la democrazia. State attenti».

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