La guerra di Putin

Deputato ucraino minaccia i monaci della Kiev-Pechersk Lavra di “una visita” della sua “comunità patriottica”

Il governo ucraino intende chiudere la partita  la presenza Chiesa ortodossa filo-russa (nella foto il luogo di culto di Kiev) perseguitando i suoi monaci e privandoli degli spazi di fede e liturgia. Motivo del contendere sono le disposizioni governative contro a esponenti della Chiesa ortodossa ucraina con oltre 300 azioni di polizia nei confronti di monasteri e diocesi di quella Chiesa, la sospensione del contratto d’uso delle chiese maggiori della Lavra delle grotte a Kiev, le decisioni di restringere le libertà per alcuni esponenti ecclesiali (prima 14vescovi e 33 preti, poi, il 25 gennaio, altrui 22 ecclesiastici sia russi che ucraini). Il sinodo della Chiesa ucraina autocefala (in rotta con il Patriarcato di Mosca), appoggia la posizione del governo e lo esorta a continuare il suo lavoro volto alla protezione della sicurezza nazionale. Il maggiore esponente della comunità greco-cattolica del paese, mons. Svjatoslav Ševčuk,in una intervista a Ukrainska Pravda (19 gennaio) ha preso posizione critica nei confronti delle proposte di legge che mirano a delegittimare la Chiesa filo-russa auspicando il  pieno rispetto delle libertà democratiche  anche nel contesto drammatico della guerra, e ricordando le sofferenze di quella Chiesa  durante la repressione comunista . Uno dei suoi vescovi censurati, responsabile della comunità monastica della Lavra delle Grotte di Kiev, luogo fondativo e prestigioso per l’intera ortodossia slava, il 31 gennaio ha lanciato un appello al mondo monastico di tutte le Chiese ortodosse per la difesa «dalle persecuzioni, dai soprusi e dalle discriminazioni contro i cristiani della Chiesa ortodossa (filo-russa)»e invocando «di porre fine all’incitazione all’odio interconfessionale nel nostro paese». In una recente inchiesta, l’istituto di ricerca KIIS registra che il 78% degli ucraini sostiene il governo nella sua volontà di disciplinare la Chiesa non autocefala mentre per il 54% dovrebbe essere cancellata. Nel frattempo il governo Zelensky ha deciso  di obbligare i monaci della Chiesa canonica ortodossa ucraina a lasciare il territorio della Kiev-Pechersk Lavra entro il 29 marzo 2023. Un noto filantropo della chiesa, l’uomo d’affari Vadim Novinsky,afferma che l’UOC farà inevitabilmente appello alla Corte europea dei diritti dell’uomo in merito alla decisione delle autorità ucraine. Secondo Novinsky, tale requisito viola gli articoli dei codici economici e civili dell’Ucraina relativi alla procedura per la risoluzione di un contratto di locazione. L’attuale deputato della Verkhovna Rada Ucraina della fazione Servant of the People (partito filo-presidenziale) Nikita Poturaev, il 29 marzo  ha minacciato i monaci della Kiev-Pechersk Lavra di effettuare una visita della sua “comunità patriottica” se i monaci non lasceranno  la Lavra, sgombero che non sono intenzionati a fare. Poturaev ha anche sottolineato che i deputati hanno chiesto ai Servizi dell’Ucraina di “garantire la sicurezza” delle mostre museali della Lavra, comprese le reliquie dei santi. È possibile che  gli agenti SBU siano in grado di farlo con il rischio che  i valori del museo possano scomparire , per poi riemergere in Occidente magari in qualche collezione privata.

Giu.Lo.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 12.17

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