Politica

Draghi lascia, l’Italia è più sola. Rischi economici di lungo periodo per il Paese

 

Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha deciso di lasciare la premiership e lascia l’Italia più sola. La decisione sembra ormai assolutamente irrevocabile, a meno di un miracolo e la maggioranza che lo aveva sostenuto va in mille pezzi. Probabilmente, Giuseppe Conte, e quel che resta dell’ormai impercettibile MoVimento 5 Stelle (politicamente e quanto a responsabilità ndr), sono i maggiori responsabili di quanto potrà accadere nelle prossime settimane-mesi. L’Italia è senza guida e potrebbe procedere come una automobilina impazzita lungo le strade del Pnrr, delle politiche nazionali e di quelle estere, come la crisi russa-ucraina. Oggi che probabilmente festeggerà a salmone, caviale e champagne, sarà Putin, già lo aveva fatto con il Premier Johnson ed accanto a questo si scateneranno le tensioni e le speculazioni economiche sull’Italia. Inutile dire in questa congiuntura economica che perderà di più, per avere più informazioni basterà chiedere al benestante Grillo ed al Movimento del quale è tutor.  Ma andiamo a quella che è stata l’ultima lettera scritta da Draghi: amara e soprattutto decisamente velenosa, che non lo sarebbe stato, nei confronti di chi lo ha messo nella condizione di rinunciare. Ecco la lettera di Draghi che apre le porte, suo malgrado, ad una probabile svolta a destra del nostro Belpaese: “Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più. E’ venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. In questi giorni da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come e’ evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente. Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza e’ stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani. Grazie”.

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