Esteri

Elezioni presidenziali americane, le vie del denaro e la scelta dei candidati

di Fabio Marco Fabbri

 

Le elezioni negli Stati Uniti rappresentano un aspetto della politica che attrae interessi internazionali, sia per il flusso di denaro (e quindi di potere) messo in campo, sia per le future strategie mondiali programmate e promesse. A un anno dalle elezioni, che avranno luogo nel novembre del 2024, per il nuovo presidente degli Stati Uniti, e con gli attuali rappresentanti politici sia “democratici” che “conservatori” sul borderline dell’imbarazzo, è di particolare interesse osservare quali strade percorreranno le correnti di denaro che saranno messe in campo dai capitalisti statunitensi, per capire verso quali personaggi politici andranno le attenzioni per le nomination presidenziali. Infatti, circa quindici giorni fa, nello Stato dello Iowa, il quarantacinquenne governatore della Florida, Ronald Dion DeSantis, discendente di migranti abruzzesi, detto Ron, candidato alla nomination repubblicana per il 2024, ha suggerito durante una intervista di “guardare dove vanno a finire i soldi” per capire chi possa rappresentare una minaccia per l’immarcescibile Donald Trump. Da varie dichiarazioni, più o meno esplicite, pare che milioni di dollari abbiano già preso la strada verso la sua rivale, la cinquantunenne Nikki Haley, ex ambasciatrice alle Nazioni Unite ed ex governatore della Carolina del Sud. Così, ufficialmente, martedì 28 novembre questa figlia di immigrati indiani, conservatrice, ha ricevuto l’appoggio della famiglia Koch – anche petrolieri – che da alcuni decenni finanzia e controlla l’ambito politico conservatore. L’associazione Afp, American for Prosperity, fondata nel 2004 e affiliata alla dinastia Koch, oggi presieduta da Emily Seidel, ha dichiarato tramite la sua rappresentante di essere entusiasta di appoggiare la candidatura di Nikki Haley. L’Afp ha la funzione di raccogliere fondi per la campagna elettorale e, in questo caso, ha affermato di impegnarsi economicamente per offrire al popolo statunitense l’opportunità di voltare pagina rispetto all’attuale politica. Lo scopo è di vincere le primarie repubblicane, per poi sconfiggere Joe Biden; cosa possibile vista la “barcollante e disorientata” immagine che l’attuale inquilino della Casa Bianca propone quotidianamente all’attenzione dei media mondiali. L’Afp punta su un netto cambiamento, rimarcando il concetto che Donald Trump e Joe Biden sono il passato e che rappresentano il proseguimento della “spirale negativa nella politica del Paese”. La posizione dell’Afp è netta: una condanna alla “negatività” di Trump, manifestata con la sconfitta e “fattori collaterali”, affermando che Haley incrementerebbe i consensi e attrarrebbe gli elettori indecisi, moderati e indipendenti che non voterebbero mai Trump.

Ma quanto ha raccolto l’American for Prosperity finora? Ovviamente, nonostante la decantata “trasparenza economica nell’ambito dei finanziamenti alla politica” le cifre sono da interpretare. In ogni caso, vista la mole di volontari e assoldati in tutto il territorio statunitense, ingaggiati a rastrellare dollari, sembra che, per il 2024, oltre settanta milioni di dollari siano già nelle casse dell’associazione dei Koch. Di questi, almeno nove milioni di dollaririsulterebbero già investiti per osteggiare Trump in quegli Stati che saranno i primi dove si svolgeranno le primarie di inizio 2024, cioè New Hampshire, Carolina del Sud e Iowa. In una prospezione pubblicata alla fine di ottobre dal Des Moines Register, quotidiano con sede nell’Iowa, Haley era già considerata al pari di DeSantis, ma ancora molto dietro a Trump. Mentre in un sondaggio di novembre, per il sito web statunitense FiveThirtyEight, specializzato in analisi politiche e sportive, Haley è avanti a Desantis sia nella Carolina del Sud che nel New Hampshire. Al momento, la tendenza dei “donatori” è verso la Haley; l’esposizione netta dei Koch è stata incassata da Ron DeSantis come un affronto e soprattutto ha creato una tendenza che ha portato altri miliardari a valutare la candidatura della ex governatrice della Carolina del Sud. Così, dopo un momento di riflessione, anche il cofondatore della catena Home Depot, il miliardario Kenneth Langone, ha espresso il suo interesse verso la Haley. Infatti, il magnate ottantottenne in possesso di un patrimonio di quasi 7,4 miliardi di dollari, spiega di non aver fatto la sua scelta definitiva, ma si dichiara colpito dalla Haley, apprezzando, inoltre, anche la sua posizione ragionevole sull’aborto. Langone incontrerà a breve a New York Nikki Haley, ma la partita è sicuramente già decisa. Però anche un altro peso da novanta della finanza Usa, il miliardario fondatore del fondo di investimento Citadel, Kenneth Griffin, dopo avere ritirato il suo appoggio a DeSantis, ora si è espresso a sostegno di Haley. Insomma, per i repubblicani/conservatori pare che la sfida per le primarie sarà tra Haley e Trump. E considerando che Donald conosce a perfezione le dinamiche di flusso monetario, non c’è nulla di scontato. Per ora.

Tratto da l’Opinione

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