“Il mondo che voglio vedere è un mondo in cui il legame che ha unito la terra e l’umanità, il lavoro e la nutrizione nel corso dei millenni sia preservato e la ricerca sia in grado di aiutare a ottimizzare quel legame. Garantire colture resistenti alle malattie e resilienti ai cambiamenti climatici, ma anche ideare tecniche agricole sempre più moderne e innovative, in grado di migliorare sia la qualità sia la quantità della produzione e ridurre le esternalità negative come l’eccessivo consumo di acqua. Questo è ciò in cui siamo impegnati”.
Sono le parole della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervenendo alla Cop 28 di Dubai nel panel dedicato ai sistemi alimentari.
“Vogliamo essere impegnati – ha aggiunto la premier – anche nella sicurezza e incolumità alimentari, la sfida non è solo assicurare alimenti per tutti ma assicurare alimenti sani per tutti. Questo significa che non vogliamo considerare la produzione alimentare come sopravvivenza ma un mezzo per vivere una vita sana. E il ruolo della ricerca è essenziale in questo contesto, tuttavia – voglio essere chiara – non per produrre alimenti in laboratorio e magari andare verso un mondo in cui i ricchi possono mangiare alimenti naturali e gli alimenti sintetici sono destinati ai poveri con impatti sulla salute che non possiamo prevedere, non è questo il mondo che voglio vedere”. “Voglio vedere un mondo – ha concluso – in cui tutti sono uniti e la ricerca in grado di aiutare a ottimizzare” la produzione, “facendo in modo che i raccolti siano resistenti ai cambiamenti climatici, per migliorare quantità e qualità della produzione”.