Esteri

Ex manager di Facebook accusa: “Il 6% dei minori è danneggiato da Instagram”. La replica di Zuckerberg: “Insensato”

Frances Haugen, l’ex manager di Facebook che ha messo sotto accusa le piattaforme gestite da Mark Zuckerberg con un dossier consegnato al “Wall Street Journal”, ha testimoniato davanti a una sottocommissione del Senato Usa. Le accuse si sono concentrate soprattutto sul rapporto che i più giovani hanno con i social: il 6% dei bambini sarebbe dipendente da Instagram tanto da esserne “danneggiati materialmente”. “Sono qui perché credo che i prodotti di Facebook danneggino gli adolescenti, seminino divisioni e indeboliscano la nostra democrazia”: così l’ex product manager di Fb Frances Haugen, la talpa che ha rivelato le opacità del social, ha aperto la sua testimonianza al Senato Usa. “La leadership della compagnia sa come rendere Facebook e Instagram più sicuri ma non vuole fare i necessari cambiamenti perché ha messo i suoi astronomici profitti davanti alla gente e ha scelto di crescere a ogni costo”, ha detto, rievocando i continui “conflitti tra profitti e sicurezza”. Haugen ha criticato l’estrema segretezza e la carenza di trasparenza di Fb, nonché come lavorano i suoi algoritmi, chiedendo piena trasparenza. “Finché Facebook opera nell’ombra e nasconde le sue ricerche al controllo pubblico continuerà a non dover rendere conto”’, ha aggiunto. Il Congresso, ha proseguito, “deve agire ora” per mettere un freno ai social. “Credo che quello che ho fatto sia giusto e necessario per il bene comune, ma so che Facebook ha infinite risorse che può usare per distruggermi”, ha anche detto la 37enne. “Mi sono fatta avanti perché ho riconosciuto una verità terrorizzante: nessuno fuori di Facebook sa quello che succede al suo interno”. Immediata la replica del boss del gruppo Zuckerberg che ha preso le ferme difese di Facebook in una nota ai dipendenti, dopo le accuse della “talpa” Frances Haugen, che a suo avviso “non hanno alcun senso”. “Noi ci preoccupiamo profondamente – scrive – di questioni come la sicurezza, il benessere e la salute mentale. E’ difficile vedere una copertura che rappresenta in modo errato il nostro lavoro e le nostre motivazioni. Al livello più elementare penso che molti di voi non riconoscano la falsa immagine della società che è stata dipinta”. “L’argomentazione che deliberatamente spingiamo per il profitto contenuti che rendono le persone arrabbiate è profondamente illogica”, dice ancora Mark Zuckerberg. “Facciamo soldi con le inserzioni – spiega – e gli inserzionisti continuamente ci dicono che non vogliono che i loro annunci siano vicino a contenuti dannosi o furiosi. Non conosco alcuna azienda tech che vuole realizzare prodotti che rendono le persone arrabbiate o depresse. Morale, business e incentivi sui prodotti puntano tutti nella direzione opposta”.

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