Covid

Fondazione Kessler: “Un italiano su due è immune al virus”

Un italiano su due è immune al Covid. E’ quanto stima un rapporto riportato dal Corriere della Sera ed elaborato da Stefano Merler della Fondazione Kessler, che da inizio pandemia fornisce i dati all’Istituto superiore di Sanità. Secondo lo studio, fino al 28% degli italiani (tra gli 11 e i 16 milioni di persone) ha avuto il Covid e ha quindi sviluppato gli anticorpi, mentre circa il 25% (15 milioni) è già immunizzato con il vaccino. Sommando i due dati, dunque, al momento tra il 43% e il 53% della popolazione sarebbe immune. Mantenendo il ritmo attuale di vaccinazioni, più di 500mila dosi al giorno, si salirebbe di un 10% in pochi giorni. Secondo la Fondazione, se saremo capaci di mantenere un ritmo di 500mila vaccinazioni al giorno, entro settembre potremmo togliere le mascherine, almeno all’aperto. Tuttavia, questo è lo scenario migliore tra quelli previsti. “Bisogna continuare a essere prudenti e rispettosi delle regole. Perché tante persone, soprattutto giovani, non hanno ancora ricevuto il vaccino. Inoltre, quel che sta succedendo in Gran Bretagna con la variante indiana dimostra che il Covid-19 è in grado di creare sempre nuove insidie. Proprio per questo, il monitoraggio della situazione diventa ancora più essenziale. Dobbiamo intercettare il prima possibile eventuali segnali di un peggioramento della situazione epidemiologica. Senza farci prendere di sorpresa”, spiega Merler al Corriere. Per poter salutare le misure restrittive (tenendo solo mascherina, distanziamento, sanificazione delle mani), l’obiettivo da raggiungere è il 75% di italiani vaccinati, al quale si arriva seguendo l’indice di trasmissibilità, l’R0. In conclusione, l’immunità di cui si è parlato ha reso possibile le riaperture graduali introdotte, le quali non hanno fatto alzare l’indice di contagio. Ora, però, spiega il Corriere, serve una decrescita ancora più veloce della curva dei contagi. Per reggere, bisogna arrivare a 50 su 100mila abitanti. Dall’altro lato, secondo le proiezioni al 18 giugno, migliorano anche i dati relativi a posti occupati in reparti Covid e al riempimento delle terapie intensive. Con un Rt sotto la soglia 1 e una vaccinazione sostenuta l’obiettivo di un ritorno alla normalità a settembre potrebbe essere raggiunto.

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