Primo piano

Francia, Gaza e il fronte interno di Macron

 

di Giuliano Longo

 

Dopo l’attacco di Hamas a Israele il presidente  Macronha pronunciato un discorso  proclamando la sua “solidarietà senza riserve” a Israele, ma un mese dopo l’atteggiamento è cambiato, intensificando il sostegno a Gaza.

Durante i sei mesi di guerra tra Israele e Hamas, Macron ha ripetutamente promesso di combattere il ritorno dell’antisemitismoconfermando la sua solidarietà a Israele anche durante una cerimonia per un’organizzazione ebraica.

“Abbiamo chiesto un cessate il fuoco e stiamo portando avanti operazioni umanitarie”,ha dichiarato a Marsiglia quando il bilancio delle vittime palestinesi nella Striscia  era salito a 33.000, secondo l’ufficio sanitario gestito da Hamas.

La società francese è una polveriera di tensioni nelle grandi periferie, prevalentemente musulmane,dove un crescente antisemitismo e attacchi terroristici  hanno aumentato il senso di insicurezza e alimentato il sentimento.

Negli ultimi anni, la Francia ha approvato molte leggi che tutelino la laicità dal radicalismo islamico, ma ha anche alienato molti musulmani  dei 6 milioni di musulmani francesi.

Macron  ha anche suggerito di riorganizzare la coalizione anti-Isis per combattere il gruppo militante Hamas, un suggerimento che è stato rapidamente silurato dalla comunità internazionale, ma che denota il permanente impegno di Parigi per la lotta al terrorismo

 

Nei giorni successivi all’attacco di Hamas in cui oltre 1.100 persone furono uccise durante un festival musicale e nei kibbutz vicino a Gaza, Macron fec riferimento  agli  attacchi terroristici in Francia deldel 2015 e 2016.

“Anche noi disse  abbiamo pianto vittime uccise a una festa, in gioventù spensierata… sappiamo, nella nostra carne, che nulla può giustificare il terrorismo”.

Secondo recente sondaggio, un decennio di terrorismo ha alimentato “una sensazione crescente” in Francia secondo cui “l’Islam, e l’islamismo in particolare, rappresentino una minaccia per la Francia e la sua sicurezza”.

Gli attacchi hanno portato ad un aumento del sentimento anti-musulmano in un contesto didiscriminazione diffusa in diversi settori della società francese.

Sempre secondo un altro sondaggio, il 66% dei musulmani francesi dichiara di sentirsi discriminato,in particolare a causa delle misure francesi volte a salvaguardare la laicità nello spazio pubblico .

Nelle 24 ore successive agli attacchi in Israele, la Francia ha aumentato la sicurezza attorno alle scuole e alle sinagoghe ebraiche,temendo un picco di attacchi imitativi contro gli ebrei francesi. Secondo i dati del Ministero degli Interni, negli ultimi 5 mesi gli attacchi antisemiti in francia sono aumentati del 1.000%.

Ciò avviene in un contesto di crescente antisemitismo negli ultimi anni, compresi diversi omicidi  contro ebrei che hanno scioccato lanazione e un aumento del numero di ebrei che lasciano la Francia per Israele.Dal 2015, fino a 7.000 ebrei francesi all’anno,dal 7 ottobre circa 1.200 cittadini francesi hanno presentato domanda per trasferirsi in Israele .

Certo sono aumentate le misure di sicurezza attorno alle scuole e ai luoghi di culto ebraici , ma più in generale sono aumentate in vista dei giochi olimpici di Parigi a Luglioper i quali si prevede l’afflusso di un milione di persone.

All’indomani degli attacchi del 7 ottobre, le autorità francesi hanno vietato le proteste filo-palestinesi, nel timore che sarebbero state rovinate dalla violenza. Successivamente sono stati autorizzati ad hoc, dopo una sentenza della massima corte francese.

Per molti musulmani francesi, in particolare quelli residenti nei quartieri poveri, la difficile situazione dei palestinesi viene quasi paragonata alla loro con un senso di identificazione, soprattutto tra i giovani.

Certo Macron ha sempre difeso la laicità e ha varato  una legislazione per combattere il “separatismo islamico”, che includeva misure come una supervisione più rigorosa dell’istruzione o controlli sui finanziamenti esteri alle moschee.  Tuttavia le  tensioni politiche non aiutano a ricucire i rapporti tra le organizzazioni ebraiche e musulmane che si sono logorate a causa del conflitto attraverso il Mediterraneo.

Oggi in Francia stanno emergendo due schieramenti inconciliabili: la destra e l’estrema destra sono sempre più filo-israeliane e la sinistra sempre più fermamente filo-palestinese.

Per i conservatori e l’estrema destra si tratta di una rottura con il passato. Mentre sotto l’ex presidente Jacques Chirac, la destra aveva spesso sostenuto i palestinesi contro Israele, oggi il Rassemblement National di e Marine Le Pen, si è schierato dalla parte di Israele, nel tentativo di prendere le distanze dal suo passato tossico e antisemita.

Nel frattempo, una parte della sinistra francese è diventata si è radicalizzata e “France Insoumise”  ha abbracciato la causa palestinese facendo di Gaza uno dei temi centrali della sua campagna per le elezioni europee  con l’attivista franco-palestinese Rima Hassan in corsa come candidata.

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La questione ha creato un cuneo a sinistra, con i partiti di sinistra più tradizionali (i socialisti o ciò che ne resta9 che accusano Melenchon di cercare di ingraziarsi i musulmani francesi in vista delle elezioni.

«Ci sono forti divergenze a sinistra, il problema è che France Insoumise” si rifiuta di qualificare gli attentati come terrorismo. Non è accettabile ed è ciò che ha ucciso l’alleanza Nupes”, ha detto il senatore socialista Rachid Temal, riferendosi all’alleanza di sinistra formatasi prima delle elezioni del 2022.

Ma se la Francia abbia qualche influenza sulla guerra è una questione completamente diversa.

Dopo lo shock iniziale seguito agli attacchi, Macron ha concentrato gran parte della sua attenzione sulla difficile situazione palestinese, unendosi alle richieste di cessate il fuoco e intensificando gli sforzi per portare gli aiuti tanto necessari nella Striscia di Gaza.

Sul fronte umanitario, la Francia ha preso parte ai lanci di rifornimentia Gaza mesi prima degli Stati Uniti e ha schierato una nave ospedaleper curare i palestinesi feriti evacuati in Egitto.

Parigi ha anche due incontri segreti tra il direttore della CIA Bill Burns e funzionari dell’intelligence di Egitto, Qatar e Israele per discutere un cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi rimasti.

Ma con i colloqui per il cessate il fuoco che vacillano e poi riprendono, gli sforzi diplomatici della Francia sembrano aver contribuito poco. Il Ramadan poteva essere una opportunità per un cessate il fuoco, ma è fallita.

E i diplomatici francesi ammettono che Parigi non ha influenza, soprattutto date le attuali divisioni europee nella guerra. E’ noto che nessun paese, tranne gli Stati Uniti, ha influenza su Israele e un accesso diretto conBenjamin Netanyahu”, quindi l’impressione è che anche le mosse diplomatiche di Macron guardino prevalentemente alla opinione pubblica francese e lla prossime scadenze elettorali.

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