Economia e Lavoro

Giovanni Felice (ConfimpreseItalia): “Rischio di una vera e propria guerra delle licenze”

 

“C’è il rischio che scoppi una vera e propria guerra per le licenze, in una categoria già molto vessata dalla crisi economica”: lo segnala, in un comunicato, il vicepresidente vicario di Confimprese Italia, Giovanni Felice, esprimendo la posizione della sua associazione in riferimento alla lettera del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, del 30 dicembre scorso, che richiamava il governo e il Parlamento in merito al Dl Concorrenza (che ha rinnovato le licenze per i balneari e gli ambulanti), in cui il capo dello Stato, tra le altre cose, aveva scritto che “l’ennesima proroga automatica delle concessioni in essere, per un periodo estremamente lungo […] appare incompatibile con i principi più volte ribaditi dalla Corte di Giustizia, dalla Corte costituzionale, dalla giurisprudenza amministrativa e dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato in materia di apertura al mercato dei servizi”. Per il vicepresidente vicario di Confimprese Italia, invece, “non possiamo fare a meno di rilevare alcune palesi contraddizioni tra l’applicazione teorica e la realtà”. E spiega: “Se è vero che la Corte Costituzionale e la giustizia amministrativa si sono pronunciate sulle conflittuali leggi in vigore, il problema non è nel conflitto tra le norme emanate dalle varie istituzioni, ma nello stabilire se il commercio su aree pubbliche, in data odierna, rientri tra quelli che sempre in base alle direttive comunitarie sono così regolamentate”. Spiegando ancora più in dettaglio, Felice scrive che “nel caso in cui il numero delle autorizzazioni disponibili per una determinata attività economica sia limitato, a causa della scarsità di risorse naturali o delle capacità tecniche utilizzabili, l’autorizzazione deve essere rilasciata per una durata limitata”. “A supporto della nostra tesi – insiste il vicepresidente Felice -, ovvero che il commercio su aree pubbliche non rientra più nella fattispecie in oggetto, ci sono i dati dell’Osservatorio nazionale sul commercio, che evidenziano come le autorizzazioni attualmente in vigore sono al minimo storico rispetto al 2006. Infatti, dopo avere raggiunto un picco nel 2016 con 195.583 autorizzazioni in Italia, al 31 marzo 2023 sono 16.0145, oltre 35.000 unità in meno, di cui 19.056 nell’ultimo triennio”. Infine, conclude Felice con un appello, “appare pacifico, che pur sottraendo il commercio su aree pubbliche dalle ‘attività economiche limitate’, vanno comunque individuate modalità di rinnovo che tengano conto delle indicazioni della Comunità Europea [in realtà Unione Europea, ndr], ma che non diventino elemento per generare confusione e per favorire possibili elementi speculativi”. Per questo, “come Confimprese Italia”, il vicepresidente Giovanni Felice scrive: “Proponiamo che il primo step verso il rinnovo delle autorizzazioni possa essere quello di assegnare i posteggi resisi vacanti, e poi, anche in relazione alle richieste pervenute ai Comuni, individuare i criteri ed i tempi medi di rinnovo”.

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