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Green Pass e nuova normativa, i periti di tribunale dichiarano lo stato d’agitazione

“Il D.LVO 1/2022 ha introdotto l’obbligo di green pass “base” (da tampone) per l’accesso in Tribunale dei difensori (Avvocati, CTU, CTP, Investigatori) con decorrenza dall’8 gennaio scorso. Lo stesso testo ha introdotto inoltre l’obbligo di green pass “rafforzato” (da vaccino o guarigione) sempre per l’accesso in Tribunale ma solo per i difensori ultracinquantenni e con decorrenza dal 15 febbraio prossimo”. E’ quanto si legge in una nota dell’Associazione Periti ed Esperti iscritti nei ruoli dei Tribunali, Cciaa ed albi professionali.

“A seguito di ciò – fa sapere il Presidente dell’Associazione, Alessio Russo – il nostro sodalizio ha dichiarato lo STATO DI AGITAZIONE pronto a proporre a tutti colleghi di non entrare più in tribunale fin quando non sia ritirato questo vero e proprio mostro giuridico, lamentando la lesione del diritto di difesa per i cittadini italiani e dei diritti sanciti dalla costituzione.  I presupposti per l’obbligo vaccinale sono stati cristallizzati nella pronuncia della Corte Costituzionale 307/90, richiamati anche dalla recente sentenza Corte Cost. 5/2018 di cui fu relatrice l’attuale Ministro Cartabia, e sono i seguenti:

  1. Il vaccino deve proteggere, oltre che la salute del ricevente, anche quella della collettività;
  2. Il vaccino non deve mai provocare un danno alla salute di chi lo riceva, così sacrificando di fatto la salute individuale sull’altare di quella collettiva (ad eccezione di “inezie” risolvibili in pochi giorni);
  3. Laddove, in casi di assoluta eccezione, il vaccino provochi danni più significativi deve essere previsto un congruo indennizzo in capo allo Stato.

Ebbene, i vaccini Covid (tutti):

  1. Conferiscono, per ormai pacifica ammissione dell’intera comunità scientifica, una protezione esclusivamente individuale proteggendo chi li fa dallo sviluppo di una forma grave di malattia (sempreché sia confermato anche in un prossimo futuro) ma non impediscono la circolazione del virus e quindi il contagio;
  2. Hanno causato certamente, a tutto voler concedere, almeno 16 decessi in nove mesi (due al mese) come confermato solo dal rapporto AIFA nr. 9;
  3. Non essendo “tecnicamente” obbligatori ma imposti, attraverso il meccanismo del green pass, per svolgere alcune attività fondamentali della vita quotidiana, non vi è alcun automatismo nell’erogazione di un indennizzo.

In più, per la prima volta nella storia:

  1. E’ previsto che debbano essere assunti più volte l’anno (ora circa ogni 4 mesi) diventando, di fatto, una vera e propria terapia periodica, ed è previsto che il ricevente non possa cambiare idea in corso di terapia, a meno di perdere i diritti che il vaccino “gli ha attribuito”. Tutto ciò senza che sia possibile sapere fino a quando questo meccanismo avrà valore, essendo l’emergenza ormai perpetrata, in base a legge ordinaria e non costituzionale, ben oltre i limiti temporali previsti per legge;
  2. Chi li somministra è esente da responsabilità per omicidio o lesioni colpose fino alla colpa grave;
  3. Chi è obbligato a riceverli è al tempo stesso obbligato a firmare un modulo di consenso informato (è cioè, “obbligato a consentire”, categoria del tutto sconosciuta fino ad oggi nel nostro Ordinamento).

Ce ne sarebbe abbastanza per un’unanime censura da parte del mondo giuridico, il quale invece tace, in modo colpevole e incomprensibile.

La scelta politica, che nulla ha a che fare con la sanità pubblica andrà a scontrarsi con il diritto ad un giusto processo.

Il possesso e l’esibizione del Green Pass hanno un connotato di appartenenza politica, come precisato dal presidente del consiglio Draghi, è di fatto un simbolo di appartenenza ad un certo tipo di nuova società dalla quale chi non lo  possiede è fuori, solo chi lo scarica e lo mostra  può tornare a farne parte.

Senza mostrare il green pass non si accede, anche se i requisiti per poterlo ottenere fossero rispettati.

Chi scorda il GP a casa o ha il telefonino scarico, sarà lasciato fuori.

Un “no green pass” che vollesse ricorrere o in caso di controversie giudiziarie, dovrà essere giudicato da un magistrato, giuria, avvocati, GIP, PM, periti tutti muniti di green pass, quindi potenzialmente avversi.

La potenziale avversità dimostrata nei confronti di una delle parti è notoriamente causa potenziale di ricusazione.

Ora sono i periti e gli avvocati ad avere bisogno che qualcuno, in nome loro, si erga a garante della lealtà dello Stato nei loro confronti. Affinché sia a essi consentito sempre di svolgere il nostro compito, che rappresenta la nostra dignità, il nostro orgoglio, la nostra indispensabile funzione costituzionale a tutela dei cittadini.

Chiediamo, quindi, alla Commissione Giustizia di voler fissare un incontro con una nostra delegazione per poterci confrontare su temi di così grande impatto sulla professione, come si confà a giuristi che da sempre sanno discutere al di sopra e al di là di qualunque ideologia e divisione.

O dovremo concludere che il difensore, perito o avvocato, siede sì accanto all’imputato, all’ultimo gradino della scala sociale. Ma solo se vaccinato.

Al momento – conclude Russo – dichiariamo lo stato di agitazione astenendoci da nostri incarichi, fino al ripristino dello stato di diritto”.

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