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Guerra nel cieli del Mar Rosso, abbattuti decine di droni lanciati dagli Houthi. L’Ue prepara una missione navale

 

 

Le forze statunitensi e britanniche hanno abbattuto 21 droni e missili lanciati dagli Houthi nel Mar Rosso meridionale verso rotte marittime internazionali, ha affermato il comando centrale dell’esercito americano, spiegando che non sono stati segnalati feriti o danni. Secondo la stessa fonte, si è trattato del 26esimo attacco degli Houthi alle rotte commerciali nel Mar Rosso dal 19 novembre. Il Centcom ha dichiarato che sono stati neutralizzati 18 droni, due missili da crociera antinave e un missile balistico antinave.

I militanti Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno intensificato gli attacchi contro le navi commerciali nel Mar Rosso per protestare contro la guerra di Israele a Gaza. Diverse compagnie di navigazione hanno sospeso le operazioni, intraprendendo invece il viaggio più lungo intorno all’Africa.

Gli Houthi hanno promesso di continuare gli attacchi fino a quando Israele non fermerà il conflitto a Gaza, e hanno avvertito che attaccheranno le navi da guerra statunitensi se lo stesso gruppo di miliziani fosse preso di mira. Intanto c’è attesa per l’annuncio di una missione navale dell’Unione Europea nel Mar Rosso. È attesa – la presentazione in settimana da parte del Servizio di Azione Esterna, guidato dall’alto rappresentante Ue Josep Borrell, di una proposta su una missione a guida europea nel Mar Rosso, per far fronte alla minaccia degli Houthi. L’ipotesi, infatti, di estendere il mandato di Atalanta, che opera già nell’area contro la pirateria, è stata silurata dalla Spagna. “C’è la volontà da parte di Borrell e di altri Paesi di avere un’iniziativa europea e di non lasciare l’iniziativa ai soli Usa”, spiega una fonte diplomatica. Gli europei sono poi restii ad operare sotto il cappello di Washington poiché temono “ritorsioni terroristiche” e non condividono alcune posizioni di fondo, come i ‘boots on the ground’, che invece l’America contempla apertamente. Come agirà però questa missione Ue, non si sa e si attendono i dettagli. La sensazione però è che raggrupperà gli effettivi “già presenti nell’area” schierati da alcuni Stati membri – come la Francia – e dunque il cambiamento sarà più che altro “politico”. Sulla missione Ue pende però l’incognita dei tempi. Poiché una nuova iniziativa richiede il mandato del Parlamento Europeo e, per gli Stati membri che lo richiedono, l’ok dei Parlamenti nazionali.

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