Esteri

Guerre e ingiustizie, la Via Crucis senza il Papa ma con le sue riflessioni

Non bisogna mai smettere di piangere per le tragedie che attraversano il mondo e per la “follia della guerra” che lo investe sempre più. A dirlo è Papa Francesco nel testo della Via Crucis da lui scritto.

Il Papa chiede nel testo: “La mia preghiera sa piangere? Mi commuovo davanti a te, crocifisso per me, davanti al tuo amore mite e ferito? Piango le mie falsità e la mia incostanza? Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie?”. Ed ancora: “Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare?”. È vuota la poltrona bianca sul palco rosso allestito sul Monte Celio, sovrastato dal Crocifisso ardente simbolo delle croci che oggi affliggono l’umanità. Il Papa anche quest’anno – come già nel 2023, quando era degente da pochi giorni dal ricovero al Gemelli per una bronchite infettiva – non era al Colosseo a presiedere la Via Crucis insieme ai circa 25 mila fedeli radunati nei Fori Imperiali dal pomeriggio di venerdì, ma segue la preghiera da Casa Santa Marta. Una scelta dettata dalla volontà di “conservare la salute in vista della Veglia di sabato e della Santa Messa della domenica di Pasqua”, come informa una comunicazione della Sala Stampa vaticana giunta poco dopo le 21, mentre tra le vie monumentali della Roma antica già riecheggiava l’Agnus Dei del coro della Cappella Sistina. Il Papa, però, è presente. È presente, e quest’anno più che mai, con le meditazioni redatte di suo pugno per la prima volta in undici anni di pontificato. Quattordici riflessioni, tante quante le stazioni che fanno memoria del cammino di Cristo verso il Golgota, in cui – senza riferimenti diretti all’attualità ma con un approccio contemplativo che tutta la riassume – si condensa il dolore degli uomini e delle donne di questo tempo, feriti dalle morti, dalle delusioni, dai fallimenti di progetti, feriti dai conflitti che si consumano in Paesi e città, in case e luoghi di lavoro; feriti dalle violenze sul corpo delle donne, vittime di “oltraggi”, o quelle che si registrano nel mondo virtuale, assediato da haters che usano la tastiera “per insultare o emettere sentenze”. Seguendo le meditazioni del Papa, è possibile anche oggi vedere Gesù crocifisso “nei cristi umiliati dalla prepotenza e dall’ingiustizia, da guadagni iniqui fatti sulla pelle degli altri nell’indifferenza generale”. “Ora capisco questa tua insistenza nell’immedesimarti coi bisognosi: tu sei stato carcerato; tu straniero, condotto fuori della città per esser crocifisso; tu sei nudo, spogliato delle vesti; tu, malato e ferito; tu, assetato sulla croce e affamato d’amore. Fa’ che ti veda nei sofferenti e che veda i sofferenti in te, perché tu sei lì, in chi è spogliato di dignità”, è la preghiera di Francesco.
“Aiutaci a riconoscere la grandezza delle donne, loro che a Pasqua sono state fedeli e vicine a te, ma che ancora oggi vengono scartate, subendo oltraggi e violenze”, sottolinea.
“Gesù, questa preghiera di intercessione raggiunga le sorelle e i fratelli che in tante parti nel mondo soffrono persecuzioni a motivo del tuo nome; coloro che patiscono il dramma della guerra e quanti, attingendo forza in te, portano croci pesanti”, afferma il Pontefice nelle meditazioni lette durante il percorso della croce. “Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie? – dice ancora – Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare?”. “Gesù, fa’ che ti riconosca e ti ami nei bimbi non nati e in quelli abbandonati”, “in tanti giovani, in attesa di chi ascolti il loro grido di dolore”, “nei troppi anziani scartati”, “nei detenuti e in chi è solo”, “nei popoli più sfruttati e dimenticati”, implora il Pontefice.
Non dimenticando neppure, nel rivolgersi a Gesù, che “tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze”. Ma “la sofferenza con Dio non ha l’ultima parola”, è il richiamo alla speranza che fa da sfondo alla Via Crucis.

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