di Giuliano Longo
A prima vista, potrebbe sembrare che ci sia un contrasto tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il suo vice Trump, ma molto probabilmente è più un gioco della parti e Trump non lascia certo nelle mani del suo vice il pallino delle trattative.
Nelle sue dichiarazioni Trump era stato molto chiaro affermando ripetutamente che se i paesi della NATO decidessero di inviare le proprie truppe anche solo come contingente di pace, l’esercito americano non vi avrebbe parte, posizione analoga espressa anche dal Segretario alla Difesa degli Stati Uniti Pete Hegselth.
Anche se In linea di principio, Trump non si oppone a questa eventualità consapevole che senza gli USA l’Europa no va lontano la pensa grosso modo così “se vuoi combattere con la Russia, fallo pure, gli americani vedranno cosa ne verrà fuori”.
Eppure il vicepresidente degli Stati Uniti J.D. Vance (nella foto) inaspettatamente con un’intervista al Wall Street Journal annuncia che l’America non esclude del tutto l’invio di personale militare in Ucraina. Una opzione che “resta sul tavolo” nel caso in cui Mosca non riesca a risolvere il conflitto “in buona fede”.
Inoltre ha ribadisce che gli Stati Uniti potrebbero utilizzare nuove leve di pressione economica sulla Russia, Insomma, le stesse misure minacciate prima del colloquio telefonico Trump-Putin dall’ex generale in pensione Kellog, dimissionato successivamente come incaricato per gli affari ucraini.
Vance ha poi affermato che è troppo presto per parlare di garanzie di sicurezza per l’Ucraina da parte degli Stati Uniti e dell’Occidente. Questo problema, così come la questione dei confini dei suoi saranno discussi durante i negoziati, ci sono “diverse formulazioni e configurazioni” dell’accordo di pace, ma per gli Stati Uniti è importante che l’Ucraina abbia “un’indipendenza sovrana”.
J.D. Vance è oggi a Monaco di Baviera, dove parteciperà alla conferenza internazionale sulla Sicurezza con il segretario di Stato statunitense Marco Rubio e in giornata incontreranno Zelensky. Nel frattempo il suo presidente annunciava che proprio a Monaco si sarebbe svolto un incontro tra “rappresentati della Russia, dell’Ucraina e degli Stati Uniti”, incontro che Kiev smentisce anche se non si esclude posa svolgersi segretamente e in modo assolutamente informale.
Il presidente degli Stati Uniti ha comunque precisato che un altro incontro solo fra funzionari di alto livello, è previsto in Arabia Saudita. “Voglio che quel bagno di sangue in Ucraina si fermi. E’ troppo presto per dire come andranno le trattative“, ha spiegato Trump che non ha risposto a chi gli chiedeva a cosa potrebbe rinunciare la Russia in un accordo. “ha conquistato una buona fetta di territorio. Forse rinuncerà a molto, forse no. Il negoziato è appena iniziato ed è troppo presto“, ha proseguito il presidente Usa.
Anche se ha Il ribadito di non vedere un motivo per cui un Paese come la Russia dovrebbe accettare l’Ucraina nella Nato. “Lo hanno detto molto tempo prima di Putin” che erano contrari a Kiev nella Nato, e “penso che questo sia stato il motivo del conflitto”.
Vladimir Putin, da parte sua, vuole organizzare quanto prima un vertice con Trump per parlare di pace in Ucraina e di altri argomenti, perché considera Washington il suo “principale interlocutore“, anche se Kiev “in un modo o nell’altro” parteciperà ai negoziati.
Il giorno dopo la telefonata fra il tycoon e il capo del Cremlino è seguita quella con Zelensky il quale dopo una nota di amarezza per la sua esclusione dai primi colloqui diretti fra Trump e Putin ha dichiarato “Non accetteremo alcun negoziato bilaterale sull’Ucraina senza di noi”. Incoraggiato dalla reazione, in verità poco equilibrata della commissaria baltica per la politica estera UE Kaja Kallas secondo , per la quale “qualsiasi soluzione rapida sull’Ucraina è un affare sporco”, e “non funzionerà”,
Inevitabile risposta del portavoce del Cremlino Dmitri Peskov “gli europei dovranno probabilmente parlare con Washington per chiedere un posto” al tavolo delle trattative e paragona l’Europa a una “frigida zitella pazza di gelosia e di rabbia” perché “non è stata avvertita della chiamata Putin-Trump e non è stata consultata sui suoi contenuti“.
Aggiornamento la crisi russo-ucraina ore 15.32