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Incendi, Wwf: da Rodi alla Calabria le premesse per un’altra estate di fuoco 

 Wwf impegnato in due importanti progetti che puntano su tecnologia e prevenzione.

 Dopo siccità e temperature record, conseguenze dei cambiamenti climatici in atto, inevitabilmente sono arrivati anche gli incendi boschivi. Quella del 3-7 luglio è stata infatti la settimana con la più alta temperatura media globale (17,2 °C), e se l’Europa si riscalda a velocità doppia rispetto alla media (+2,3 °C rispetto a +1,15°C) proprio il nostro Paese è stato quello con il maggior numero di decessi dovuti al caldo eccezionale nel 2022 (oltre 18.000 delle 61.000 vittime totali in Europa).

La settimana scorsa Roma ha raggiunto la temperatura record di 41,9 °C, facendone la città dell’Unione europea con l’anomalia più grande rispetto alla temperatura media di questo periodo dell’anno.

Queste condizioni sono purtroppo “ideali” per favorire il propagarsi degli incendi boschivi.

Se già a inizio giugno dall’altra parte dell’Oceano, in Canada, era stata persa una superficie ben 12 volte superiore alla media degli anni precedenti, in Europa gli incendi hanno tardato di un mese, ma sono arrivati.

Le notizie più preoccupanti arrivano dalla Grecia dove, anche a causa di temperature elevate e forti raffiche di vento, quasi 30.000 persone sono state costrette a evacuare dalle proprie abitazione nell’isola di Rodi.

In Italia migliaia di ettari sono bruciati in Calabria, colpita da oltre cento roghi. Purtroppo, almeno una parte di questi sono di origine dolosa: un uomo è stato scoperto grazie a un drone mentre appiccava il fuoco in provincia di Catanzaro.

Anche le Oasi WWF colpite: l’Oasi di Torre Salsa (Agrigento, Sicilia) è stata interessata da quattro fenomeni dolosi, innescati ai bordi della viabilità interna e di confine della riserva, che hanno devastato l’area umida del pantano retro-costiero, compromettendo la vita di tartarughe palustri, porciglioni ed altri animali legati ecologicamente alle aree umide.

Il personale della riserva gestita dal WWF Italia è impegnato quotidianamente alla vigilanza dell’area protetta, e grazie alle misure di prevenzione messe in atto è riuscita ad oggi a limitare i danni, coordinando gli interventi dei vigili del fuoco, del servizio antincendio del corpo Forestale regionale e delle forze dell’ordine che ha permesso di mettere in sicurezza anche i bagnanti presenti.

L’impegno del WWF Italia: grazie a collaborazione con Inwit sono state installate in 3 Oasi del WWF Italia (Bosco di Vanzago, Milano; Calanchi di Atri Teramo e Macchiagrande, Roma) videocamere in grado di rilevare tempestivamente il fumo degli incendi, e quindi allertare i Direttori delle rispettive Oasi per avviare rapidamente i soccorsi.

Questa è una dimostrazione di come innovativa tecnologia può essere messa al servizio della natura e consentire di tutelare con maggior efficacia la biodiversità.

Inoltre, un progetto coordinato dal WWF “Off: le comunità che prevengono gli incendi boschivi” ha come obiettivo quello di diffondere la cultura della prevenzione verso chi vive il territorio, tramite attività di formazione e sensibilizzazione fatta da parte di esperti del settore nazionali e locali. In questo modo, si auspica l’utilizzo da parte dei privati nelle rispettive proprietà di pratiche alternative all’uso del fuoco in ambito agricolo e forestale, ad esempio per bruciare i residui vegetali: oltre il 97% dei roghi in Europa è causato infatti da imprudenza o inesperienza nella gestione del fuoco.

Il fine ultimo del progetto è quindi quello di ottenere comunità capaci di agire per rendere il territorio meno vulnerabile al rischio incendio, per ridurre gli inneschi colposi e quindi per conservare il patrimonio naturale del territorio in cui vivono.

Primapaginanews

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