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Israele, dal governo all’opposizione l’Italia condanna l’attacco di Hamas

dI Fabiana D’Eramo

 

Mentre il gruppo palestinese Hamas sta sferrando il più violento ed esteso attacco degli ultimi decenni contro Israele, con decine di miliziani che hanno sfondato le barriere di confine sulla Striscia di Gaza, penetrando e aggredendo il territorio israeliano con sparatorie e prese in ostaggio e il lancio di migliaia di razzi che hanno colto impreparato l’esercito nemico – il quale finora ha risposto soprattutto con attacchi aerei sulla Striscia di Gaza, facendo a sua volta centinaia di morti – il governo italiano e l’opposizione cercano di riannodare le fila del discorso per mantenere un fronte comune. Meloni e Schlein sono solidali con Gerusalemme. La facciata di Palazzo Chigi alla sera si illumina con i colori della bandiera di Israele.

La premier ha presieduto una riunione con i vertici dell’intelligence, i ministri Tajani, Piantedosi e Crosetto, il sotto segretario Mantovano e il consigliere diplomatico Talò. È stata innalzata la vigilanza sugli obiettivi sensibili israeliani in Italia. A Roma, presidi rafforzati nel ghetto ebraico, Sinagoga, ambasciata. Sono costanti i contatti con i Paesi alleati per concordare una presa di posizione comune. Meloni infatti ha già condannato “con la massima fermezza il terrore e la violenza contro civili innocenti in corso”. Mentre circolano cruenti video e foto che mostrano i miliziani di Hamas entrare nelle case dei civili israeliani e ucciderne gli abitanti, sebbene molti di questi non siano stati confermati, dichiara che l’Italia sostiene “il diritto di Israele a difendersi”.

La segretaria del Pd invoca la comunità internazionale: “si mobiliti immediatamente e intervenga per fermare questa aggressione ed escalation violenta che mina le prospettive di dialogo e porta solo morte e distruzione”, dichiara Schlein. Mentre è “preoccupatissimo” il leader del M5S, Conte: da tempo autoproclamatosi leader del pacifismo all’italiana, osserva che i risvolti dell’offensiva non porteranno “a nulla, soltanto a distruzioni e a scontri. Dobbiamo assolutamente favorire un dialogo e un negoziato di pace”. Posizioni che ricalcano quelle prese sull’Ucraina, seppure la netta condanna di Schlein contro l’attacco di Hamas ricordi solo lontanamente la fragile opposizione dem all’aggressione russa.

La guerra a Gaza è però molto imparentata con quella in Ucraina. Al di là delle tensioni tra il primo ministro Netanyahu e Zelensky – il quale si è comunque schierato a sostegno del diritto di Israele all’autodifesa – c’è chi immagina una soluzione politica sulla Crimea, ipotizzando un modello israeliano. Ma per chi vede Israele come modello democratico per l’Ucraina di domani, però, basti ricordare le prime pagine dei principali quotidiani israeliani listate a lutto, totalmente nere, a denunciare i rischi per la democrazia, nemmeno tre mesi fa, all’indomani dell’approvazione della riforma della giustizia che limita i poteri della Corte Suprema.

L’automatismo dello schieramento, l’ovvia e necessaria condanna a qualsiasi attacco ai civili, secondo Acerbo, il segretario di Rifondazione, rischia di non sapersi separare dal dimenticare che “esiste un’aggressore, Israele, e un aggredito, il popolo palestinese. Esiste uno stato che pratica l’apartheid ed esiste un popolo che resiste e lotta per i suoi diritti”. A lui si unisce Fratoianni di Sinistra Italiana, che inoltre punta il dito sul poco interesse occidentale sul tema della pace in Medio Oriente e afferma che quanto accaduto in Israele e nella striscia di Gaza è frutto della nostra “ignavia”. Renzi li chiama “estremisti”, e ribadisce quello che ha detto da premieri parlando alla Knesset, che “Israele ha il diritto e il dovere di esistere e di resistere”. Il vecchio alleato, Calenda, concorda che quello di Hamas sia un “gesto criminoso”, rafforzando un fronte compatto italiano a sostegno di Israele.

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