Politica

La Camera approva il dl Aiuti, ma il M5S esce dall’aula. Incertezze sul voto al Senato

La Camera dei deputati ha approvato il dl Aiuti con 266 sì, 47 no. Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle non ha partecipato al voto, uscendo dall’Aula. Giovedì, dai pentastellati di Montecitorio era arrivato il voto di fiducia, ma sul merito del provvedimento il M5S ha preferito non votare. Il testo del dl Aiuti passa ora all’esame del Senato. Ma a Palazzo Madama il regolamento è diverso: c’è un voto unico su fiducia e provvedimento, quindi lo schema di Montecitorio non sarà replicabile. E non votare la fiducia al Senato può aprire nuovi fronti nella maggioranza che sostiene il governo Draghi. “Noi crediamo che il nostro sostegno al Governo è stato esplicitato dal voto di fiducia. In coerenza con quanto fatto in Consiglio dei ministri, annuncio che il gruppo parlamentare M5S non parteciperà alla votazione finale del provvedimento”. Lo ha annunciato il capogruppo pentastellato alla Camera, Davide Crippa, nelle dichiarazioni di voto sul dl Aiuti. In precedenza Crippa aveva sottolineato che “proprio perché il dl aveva una sua finalità chiara non abbiamo capito e trovato” una motivazione “nella forzatura prima in Cdm prima e poi in Parlamento” di aver voluto “inserire il termovalorizzatore di Roma. La strada dell’incenerimento non può essere la prima risposta a una tematica così complessa”. E ancora: “Il Parlamento non ha toccato palla sui temi energetici. Bisogna intervenire al più presto per aiutare imprese e cittadini. Ci aspettavamo di più sul superbonus”, ha concluso Crippa. “C’è ancora qualche giorno per fare le nostre valutazioni”. Così la capogruppo del M5S al Senato Mariolina Castellone, ai microfoni di Radio Anch’io, parlando del voto del M5S sul decreto Aiuti di giovedì prossimo a palazzo Madama. “Abbiamo posto al centro dell’agenda politica dei temi – ha aggiunto -, che per noi sono prioritari in un momento storico difficile per l’inflazione galoppante e i salari al palo. Questo decreto, per noi è difficile da votare, perché pur essendo un provvedimento che destina a famiglie e imprese aiuti derivanti dalla tassazione degli extra profitti, come chiedeva il M5S da mesi, contiene una forzatura. Ossia, la norma che attribuisce poteri straordinari al sindaco di Roma per la costruzione di un inceneritore. A fronte di questa provocazione abbiamo voluto chiarire che per noi, se si va avanti, deve esserci un cambio di marcia”. Castellone poi rispedisce al mittente le accuse di un Movimento che mette in dubbio la stabilità del governo: “Il M5S ha avuto sempre un atteggiamento responsabile a differenza del centrodestra che – ha sottolineato la capogruppo -, nell’ultima votazione al Senato, si è schierato contro il parere del Governo sulle concessioni balneari, mettendo a rischio l’esecutivo”.

aggiornamento strappo M5S ore 12.27

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