La guerra di Putin

La CIA ha pilotato l’intelligence dell’Ucraina già dal golpe di Maidan nel 2015

 

Nell’est Europa stiamo assistendo da quasi 10 anni a una guerra per «interposta Ucraina»tra la Russia e il blocco occidentale. Una ulteriore prova  l’ha fornita ieri il New York Timesdescrivendo una guerra iniziata e portata avanti anche con altri strumenti come lo spionaggio.

Un lungo articolo apparso sul giornale raccogliendo più di 200 interviste a funzionari ucraini, europei e statunitensi,per restituire il quadro di una collaborazione che oggi è imprescindibile per le operazioni delle forze armate di Kiev. Ma che nell’ultimo decennio ha costituito anche una rete nevralgicaper l’intelligence di Washington.

Il legame è iniziato con le proteste di piazza Maidan  e il mandato di cattura per l’allora presidente Viktor Janukovyč,poi fuggito in Russia. Il nuovo capo dei servizi segreti (SBU), Valentyn Nalyvaichenko, contattò la CIAe i Servizi del Regno Unito,l’MI6,ed è lui stesso a rivelare che “è così che è cominciato tutto”.

Il NYT afferma  che all’epoca  Obama non voleva provocare i russi, ma le linee rosse da non valicare rimasero sempre fumose, anche se gli autori dell’articolo scrivono che in breve tempo agenti della CIA cominciarono a tornare a casa con “zaini pieni di documenti”.

La preoccupazione era quella di verificare la tenuta dei nuovi vertici e di testare la preparazione degli agenti ucraini, dopo di che  la collaborazione si è fatta sempre più stretta sia durante il secondo mandato del di Obama che durante quello di Trump.

Nel 2016, la CIA ha cominciato a fornire ai servizi ucraini attrezzature e corsi di formazione, svoltisi in due città europee col nome di Operazione Goldfish. Gli ufficiali che superarono questo addestramento furono sono  poi schierati in 12 basi lungo il confine russo, ampiamente fornite di tecnologia statunitense.

Quello stesso anno, il generale Kondratiuk, a capo dell’intelligence militare,organizzò la spedizione di un commando per piazzare delle bombe in un aeroporto della Crimeaaffidando la missione a una  formazione speciale addestrata dallaSAC, la divisione della CIA che si occupa di operazioni paramilitari.

Uomo di punta di questo gruppo erail generale Budanovattualmente a capo dell’intelligence ucraina che in un’intervista alla Reuters dello scorso luglio affermò “Se state chiedendo [di una versione ucraina] del Mossad […], già esiste”.

Il riferimento probabile è “Quinta Direzione” della SBU, una sezione  creata con l’aiuto della CIA e composta di ufficiali nati dopo la fine dell’URSS. Tra il 2015 e il 2016, essa è stata responsabile dell’assassiniodi varie figure di spicco a capo delle milizie del Donbass.

Dalla Casa Bianca fecero sapere che non erano contenti, ma nonostante queste azioni terroristiche la collaborazione continuò e con l’amministrazione Trump, il numero dei programmi di formazione e delle basi in comune aumentò.

Nell’articolo si legge che il risultato finale è stato la “trasformazione dell’Ucraina nel centro di raccolta di informazioni che ha intercettato più comunicazioni russe di quante ne potesse inizialmente trattare la stazione CIA a Kiev” incrementando successivamente la raccolta.

The Agency  organizzò all’Aja una riunione tra i corrispettivi di vari alleati occidentaliper concordare un sistema più integrato di condivisione di informazioni sulle attività di Mosca. “Una coalizione segreta contro la Russia”, dice il New York Times, organizzata dalla filiera euroatlantica e di cui l’Ucraina era un nodo strategico.

Queste parole contrastano con la narrazione prevalsa nei mesi dopo il 24 febbraio 2022, secondo la quale  l’intervento russo in Ucraina fosse un’operazione di conquista dovuta esclusivamente alle mire di Putin. Questo intervento si inserisce invece nel quadro di relazioni internazionali precipitate velocemente e del rifiuto di concordare qualsiasi politica di sicurezza per la Russia.

Infine, l’articolo conferma che, anche dopo il 24 febbraio, data della invasione, agenti della CIA presenti fisicamente in Ucraina hanno aiutato il suo esercito nelle operazioni militari, divenendo e continuando ad essere parti attive del conflitto.

A conferma di questi solidi rapporti di collaborazione, il 22 febbraio il NYT confermava che  il capo della Cia William Burnssi era recato in visita segreta in Ucraina, sottolineando che si trattava della sua decima visitain Ucraina dall’inizio dell’invasione. Obiettivo della missione, sottolineava il quotidiano, almeno apparentemente, era quello di rassicurare la leadership ucraina di fronte allo stallo alla Camera Usa sui nuovi finanziamenti a Kiev, svolgendo un ruolo eminentemente “politico”.

GiElle

aggiornamento la crisi russo-ucraina ore 13.18

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