Politica

La diplomazia del Presidente Mattarella, costruttore di pace e di una nuova Europa

di Michele Rutigliano (*)

Il Presidente  Mattarella è entrato con discrezione e fermezza nella storia politica non solo del nostro Paese, ma dell’Europa intera. Nel suo profilo di uomo delle istituzioni, di cattolico democratico cresciuto nella tradizione della Democrazia Cristiana e nella scuola politica di Aldo Moro, si ritrovano i tratti di una generazione che ha fatto della costruzione europea non un’opzione tra le altre, ma un destino necessario.
In ogni discorso e in ogni gesto istituzionale, Mattarella ha manifestato un europeismo sincero, concreto, radicato nei valori che furono alla base della rinascita del continente dopo i drammi del nazifascismo e della guerra. Una visione che lo accomuna ai grandi padri fondatori, da Alcide De Gasperi a Konrad Adenauer, da Robert Schuman a Jean Monnet.

L’episodio Savona e la difesa dell’Europa

Un esempio emblematico del suo europeismo è avvenuto nel 2018, durante le consultazioni per la formazione del governo “giallo-verde”, espressione dell’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega. In quell’occasione, Mattarella si oppose alla nomina del professor Paolo Savona al Ministero dell’Economia, consapevole che le posizioni antieuropee e apertamente ostili all’Unione europea del candidato avrebbero rappresentato un rischio per la stabilità del Paese e per il suo futuro europeo.
La decisione, criticata da alcuni come un’ingerenza e difesa da altri come atto di responsabilità, resta un passaggio simbolico della sua presidenza: il Capo dello Stato si è assunto il compito di tutelare l’interesse nazionale più alto, quello di mantenere l’Italia saldamente ancorata all’Unione. In quel momento, più che un arbitro, Mattarella si è mostrato garante di un orientamento storico e politico, eredità di De Gasperi e della tradizione cattolico-democratica che concepiva l’Europa come casa comune dei popoli liberi.

Un cattolico democratico nella scia di De Gasperi

L’identità politica di Sergio Mattarella è segnata da un percorso chiaro: la formazione nella Democrazia Cristiana, l’impegno accanto ad Aldo Moro, il rigore morale ereditato dal fratello Piersanti, assassinato dalla mafia, e l’idea che la politica debba sempre avere come orizzonte il bene comune.
La sua visione europea si fonda su questi principi. Mattarella ha sempre creduto che l’Italia potesse esprimere appieno la sua vocazione solo dentro una cornice più ampia, quella dell’Europa unita. Come De Gasperi, che vedeva nell’integrazione la strada per superare le macerie del nazionalismo, anche Mattarella considera l’Europa non un vincolo esterno, ma la condizione stessa della nostra libertà e della nostra sovranità.
Il suo stile mite, sobrio, lontano dai clamori della politica quotidiana, rafforza questa immagine di “statista silenzioso”, capace però di trasmettere messaggi forti nei momenti cruciali. L’Europa che difende non è un’entità astratta, ma un progetto concreto di pace, giustizia sociale e sviluppo.

Europa, guerra e nuove sfide globali

Negli ultimi anni, la voce di Mattarella si è levata più volte contro le minacce che incombono sul progetto europeo. Dall’invasione russa dell’Ucraina, condannata senza esitazioni, fino alle critiche rivolte alle scelte politiche dell’America di Donald Trump, che rischiano di indebolire il rapporto transatlantico e alimentare divisioni nel mondo occidentale.
Per il Capo dello Stato, la guerra scatenata da Mosca non è solo un conflitto territoriale, ma un attacco ai valori fondanti dell’Europa: la libertà dei popoli, la sovranità degli Stati, la democrazia come principio irrinunciabile. Di fronte a questa sfida, Mattarella ha richiamato con forza l’unità europea e la necessità di una maggiore coesione politica, economica e militare.
Allo stesso tempo, non ha esitato a segnalare i rischi di un’America ripiegata su sé stessa e guidata da un nazionalismo miope, che può compromettere equilibri costruiti in decenni di collaborazione. Anche in questo, il suo sguardo resta fedele alla visione dei padri fondatori: un’Europa che, forte della propria unità, sia capace di parlare con voce autonoma nel mondo, difendendo valori universali e interessi condivisi.
Il nostro Presidente, per concludere, rappresenta, per stile e sostanza, l’ultimo grande interprete di una tradizione politica che ha contribuito a dare forma all’Europa contemporanea. In lui convivono l’eredità cattolico-democratica, la sobrietà dello statista e la fermezza del garante delle istituzioni. Se l’Europa del futuro avrà bisogno di punti di riferimento credibili e di voci autorevoli che sappiano unire, la testimonianza del Presidente italiano rimarrà un esempio prezioso. Un uomo che, senza clamori, ha fatto della sua presidenza un atto di fede e di responsabilità verso un progetto più grande: la costruzione di un’Europa unita, libera, forte.

(*) Giornalista

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