Economia e Lavoro

La manifattura dell’Eurozona arranca Indice di fiducia ai minimi da tre anni

Nel mese di 2023 si è intensificata la contrazione del settore manifatturiero dell’Eurozona, con il calo del tasso della produzione maggiore dallo scorso ottobre, quando aumentarono le preoccupazioni riguardanti il prezzo e la fornitura energetica. È quanto emerge dall’ultima indagine di Hcob e S&P Global. L’indice Pmi manifatturiero, in particolare, è sceso a 43,3 punti, in calo rispetto ai 44,8 punti del mese precedente e rispetto ai 43,6 punti del consensus. L’indicatore dello stato di salute del settore si è confermato così al di sotto della soglia dei 50 punti, che fa da spartiacque fra recessione ed espansione. Nell’insieme, l’indice principale ha segnalato il peggioramento maggiore dello “stato di salute” dei produttori della zona euro da maggio del 2020. A livello nazionale, il Pmi in Italia è sceso a 43,8 punti, sotto il consensus (45,3 punti), dai 45,9 precedenti. La Spagna ha registrato un peggioramento a 48 punti dai 48,4 del mese precedente e ha superato i 47,7 attesi, mentre il dato della Francia si è attestato a 46 punti dai 45,7 precedenti e si è posizionato al di sopra dei 45,5 attesi. Il Pmi della Germania invece è sceso a 40,6 punti rispetto ai 43,2 precedenti, deludendo le attese (41 punti). “Secondo l’indice Pmi, a giugno la produzione manifatturiera dell’Eurozona si è contratta per il terzo mese consecutivo, e ad un tasso in accelerazione che indica un peggioramento delle condizioni del settore – ha commentato Cyrus de la Rubia, chief economist presso Hamburg Commercial Bank -. Anche i nuovi ordini sono diminuiti ad un tasso più veloce, aumentando ancora di più la possibilità che la produzione industriale, che secondo l’Eurostat nel primo trimestre era già diminuita ad un tasso mensile di 0,9 per cento, diminuisca ancora una volta durante il secondo”. “È sempre più evidente che il settore industriale ad alta intensità di capitale sta reagendo negativamente all’impennata del tasso d’interesse della Bce – ha aggiunto -. Le aziende intervistate hanno ridotto i loro livelli occupazionali per la prima volta da gennaio 2021, e l’attività di acquisto è calata ad uno dei tassi peggiori dell’indagine”.

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