Politica

la Pace si costruisce con la partecipazione e l’utopia che diviene realtà

Oggi nella sala conferenze del san Gallicano si sono confrontati sulla crisi ucraina il segretario della Cgil Landini e il patron della comunità di sant Egidioreduce dalla iniziativa di Berlino, della sua Comunità, dal titolo “audacia della Pace”.

Un confronto su temi epocali che minacciano la stabilità del divenire umano, dove la coscienza dei popoli appare sempre più labile e indifferente. Landini ricorda che il suo sindacato ha “sempre preso posizione storica, perchè non si arrivasse alla guerra, che sta tornando ad essere strumento normale nella regolamentazione dei contrasti fra nazioni e popoli”.

Ma se questo appare una utopia rimane è un punto fondamentale “obiettivo è quello di superare la guerra come strumento per la crescita di una cultura dei diritti e della giustizia che hanno bisogno di pace”.

Ecco perché non esistono guerre giuste o ingiuste e dopo 18 mesi di conflitto è allarmante che non vi siano stati negoziati seri o il tentativo di un ‘cessate il fuoco’ nei meandri (aggiungiamo noi) di una diplomazia dark sulla pelle dei popoli .

Anzi non è accettabile che l’unica vera iniziativa di Pace sia quella del Vaticano ha detto Landini. “Con tutto il rispetto, significa che la pace non è un obiettivo dei governi e delle realtà
internazionali, ma pensare che una parte prevalga sull’altra significa esiti disastrosi”.

Quasi la posizione del fondatore di Sant Egidio, Riccardi che ha fatto un breve excursus dalla caduta del muro di Berlino, ma dopo quell’evento epocale “non abbiamo lavorato bene, soprattutto in quei paesi (dell’Est per sviluppare una cultura della pace. Ma ora la guerra ci è scoppiata in casa ed ha riproposto tutte le carenze di una vita associata che le nostre società stanno vivendo”.

Da allora, ha aggiunto “stiamo cercando di ritessere una cultura di pace soprattutto
perchè abbiamo avuto fin da subito sentore del rischio che la guerra in Ucraina divenisse eterna , avendo sotto gli occhi la crisi drammatica in Siria che sembra non avere fine” ( e aggiungiamo noi quella della Afghanistan che è durata 20 anni).

Per Riccardi al guerra è frutto, anche in Italia, di una “ esaltazione della violenza, anch’essa figlia della guerra in corso che si avvia verso unana progressiva disumanizzazione anche da noi”.

L’Ucraina ( e l’Europa, a nostro avviso)sta pagando un conto gravissimo da questo conflitto anche dal punto di vista ambientale, con un paese ormai distrutto e con 7-8 milioni di persone che hanno spopolato ’Ucraina e una produzione calata di oltre Il 60%.

C’è da domandarsi, dopo oltre 18 mesi di guerra, cosa al Kiev rrsya quindi la sua totale militarizzazione. Ma, aggiunge Riccardi “sentiamo che qualcosa sta crescendo nelle opinioni pubbliche ed è fonte di speranza. Non voglio dire di essere ottimista – ha chiarito – ma colgo la necessità di informazioni più complesse, che superino i muri che sono stati alzati”.

Il dramma che sentiamo con forza – ha concluso- “è però l’Europa. Occorre risvegliare l’opinione pubblica europea che, in fondo, non è mai esistita. Ma questo è una problema di
lungo periodo” che va ben al di là dei giochini per le prossime Europee”.

Ma ribatte Landini “quando si parla di aumento dei prezzi o di crisi economica in corso, dobbiamo ricordarci che c’è una guerra che indebolisce l’Europa che si sta dimostrando sempre più solo come un luogo geografico e che non si misura con questi problemi”.

Non c’è contrasto fra la vision di Riccardi e quelle i Ladini che tentano di ricostruire una rete di partecipazione per la Pace, nulla di profetico, ma una vision realistica per la quale significa stare con Putin. Come – aggiunge- tuta la propaganda occidentale ha insistito e che oggi spinge gli ucraini al sakrificio: what ever it takes.

Giuliano Longo

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