Roma Capitale

La Questura di Roma commemora l’Agente Claudio Graziosi, vittima dei Nuclei Armati Proletari nel 1977

In occasione della cerimonia di commemorazione, il Vicario della Questura di Roma, Francesco Rattá, in rappresentanza del Questore Carmine Belfiore, a nome del Capo della Polizia, Direttore Generale della Pubblica Sicurezza Prefetto Vittorio Pisani, ha deposto una corona d’alloro sulla lapide collocata all’interno del Commissariato San Paolo, in via Portuense 183. Claudio Graziosi, fu ucciso il 22 marzo 1977, da un terrorista dei NAP, i Nuclei Armati Proletari, a bordo di un autobus dell’ATAC.; appartenente al IV Reparto Celere di Napoli, era stato aggregato nella Capitale per servizi di ordine pubblico.Alle ore 23:00 di quella sera la guardia Graziosi, libero dal servizio, si trovava a bordo di un autobus della linea 27 dell’ATAC, che percorreva Viale Trastevere verso Monteverde.In uno dei passeggeri, una giovane donna bionda, riconobbe Maria Pia Vianale, una pericolosa terrorista evasa da poco dal carcere di Pozzuoli. Claudio Graziosi si avvicinò allora all’autista e, dopo essersi qualificato, gli chiese di dirigersi verso il più vicino posto di Polizia – il comando della Polizia Stradale di via Volpato – nei pressi dell’attuale Commissariato San Paolo. I passeggeri iniziarono a protestare e Graziosi dovette qualificarsi nel tentativo di bloccare la donna. Un secondo terrorista dei NAP, Antonio Lo Muscio, giunse alle spalle del poliziotto, sparandogli alla schiena. I due terroristi fuggirono in direzione del ponte ferroviario di via Portuense. Decine di equipaggi di Polizia e Carabinieri concorsero alle loro ricerche. Il successivo 1° luglio i terroristi rimasero coinvolti in un conflitto a fuoco dinanzi alla chiesa di San Pietro in Vincoli a Roma. L’uomo venne ucciso, mentre Maria Pia Vianale venne arrestata insieme ad un’altra terrorista, Franca Salerno.  Oggi, alla presenza delle Autorità civili, militari e alla presenza dei familiari e dei colleghi della vittima, è stata ricordata ancora una volta l’importanza di mantenere vivo il ricordo del sacrificio degli appartenenti alle forze dell’ordine per tutelare le istituzioni democratiche e contrastare le strategie della lotta armata.

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