La guerra di Putin

La Russia ci taglia del 50% il flusso del gas. Motivazione ufficiale: “Con l’embargo mancano i ricambi per i gasdotti”

 

La Russia riduce il flusso di metano verso l’Italia. A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 mln di metri cubi, Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto. Ieri a fronte delle richieste effettuate dalla compagnia italiana, Gazprom aveva comunicato che avrebbe consegnato solo il 65% delle forniture. “I motivi per i tagli di forniture che colpiscono un po’ tutta l’Europa ci viene detto sono tecnici, una delle spiegazioni è che la manutenzione è difficile a causa delle sanzioni. Da parte della Germania e nostra e di altri riteniamo che queste siano bugie, che in realtà ci sia un uso politico del gas, come c’è un uso politico del grano”, aveva detto il premier Mario Draghi, parlando a Kiev dopo l’annuncio della riduzione della fornitura all’Italia da parte di Gazprom. Gazprom ha annunciato una restrizione dei flussi di gas. Questa restrizione è stata calcolata sulle capacità totali e ieri è stata circa del 10%. Sta di fatto che stiamo ricevendo meno gas e questo impatta non tanto sulle nostre attività giornaliere quanto sugli stoccaggi”, spiegava inoltre il ministro Cingolani. Le motivazioni alla base della riduzione dei flussi, sottolineava, “possono essere tecniche ma anche di pressione politica. Ora noi stiamo monitorando costantemente con gli operatori i flussi e se dovesse trattarsi di una cosa contingente, di uno o due giorni, allora l’emergenza rientra. Se invece dovesse rientrare in una dimensione stabile, per metà della settimana prossima, abbiamo tutti i nostri operatori pronti ad intervenire”. Intanto l’Italia cerca di correre ai ripari prima di arrivare ad emergenze. Egitto e Israele sono i Paesi che potrebbero evitarci il collasso energetico. L’Eni sarebbe in trattativa per aumentare le importazioni di gas dall’Egitto sia per il nostro Paese che per l’Ue. Il colosso italiano ha già un accordo con l’azienda energetica egiziana EGAS per aumentare i flussi di gas naturale liquefatto verso l’Europa di 3 miliardi di metri cubi all’anno. La nuova – potenziale – intesa vedrebbe Eni ed Egitto aggiungere capacità di esportazione in Italia oltre tale livello entro i prossimi due anni. Inoltre, l’Ue ha firmato un memorandum d’intesa con Egitto e Israele, per un accordo sul gas israeliano liquefatto di passaggio negli impianti di lavorazione egiziani prima di essere spedito in Europa. In questo contesto, la visita contemporanea di Draghi e von der Leyen a Tel Aviv è il chiaro segnale di quanto si stia facendo fitta la rete di relazioni diplomatiche con gli Stati che possono vendere combustibile e sostituire la Russia. Le mire energetiche europee in Israele puntano al cavo elettrico che collega Israele con Cipro e la Grecia e a un gasdotto per gas naturale e idrogeno nel Mediterraneo orientale. Per quanto riguarda l’Italia, Tel Aviv è cruciale per sfruttare il Leviathan, un enorme giacimento a 130 km da Haifa nella zona economica esclusiva e confinante con il giacimento Zhor, in Egitto, scoperto dall’Eni. Si prevedono riserve di 600 miliardi di metri cubi, che diventerebbero 900 aggiungendosi al giacimento Tamar, attivo dal 2013.

aggiornamento la Guerra di Putin ore 16.13

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