“Insofferenti alla democratica circolazione delle idee, specie quelle non allineate con la propria ideologia, i novelli Torquemada laici del pensiero unico sono coloro che, colmo dei colmi, dietro al vessillo della libertà di stampa hanno costruito carriere e – non riuscendo più ad avere cariche politiche – occupano ruoli di primo piano nel sindacato e nelle associazioni dei giornalisti”. Così l’Associazione Lettera22.
“Per gli autorevoli giornalisti sinistri di Articolo 21, guidati da Beppe Giulietti, già deputato Pds, Ds e Idv, attualmente presidente del sindacato unico dei giornalisti FNSI, il libro di Giorgia Meloni dovrebbe infatti essere etichettato come le sostanze tossiche con l’avvertenza: ‘Attenzione: maneggiare con cura, perché l’autrice non è antifascista’”, prosegue.
“Bruciarono i libri su ordine di Diocleziano, furono messi al rogo dagli Ottomani i volumi della biblioteca di Alessandria, Girolamo Savonarola incenerì le opere immorali nel falò delle vanità, ma fra i roghi più tristemente noti sono i bucherverbrennungen di hitleriana memoria. L’appellativo ‘Naz’ rivolto dai soci di Giulietti a Giorgia Meloni per silenziarne il pensiero, è un ridicolo artificio, pronunciato da chi, del regime nazista, fa propri gli abomini di censura culturale e politica. Tutto ciò mentre – tra il paradossale e il grottesco – si spaccia come vestale dell’articolo 21 della Costituzione”, conclude.