di Giuliano Longo
Stephen Bryen, è stato direttore senior dello staff del Comitato per le relazioni estere del Senato degli Stati Uniti, per dirigere successivamente Jewish Institute for National Security Affairs, vice sottosegretario alla Difesa per la politica di sicurezza commerciale e fondatore e primo direttore della Defense Technology Security Administration è oggi editorialista di numerose testate fra le quali Asia Times, Epoch Times, American Thinker e Newsweek. E’ anche autore del suo blog Weapons and Strategy on Substack e ha pubblicato 5 libri su armi e strategie geo politiche. In particolare sulla guerra in Ucraina ha sempre prodotto analisi e valutazioni fuori dal coro prevedendo gli sviluppi di un conflitto generaòlizzato e per procura fra L’Occidente e la Russia e l’imminente sconfitta dell’Ucraina. |
Ieri nel suo blog quasi quotidiano, riportava la notizia, evidentemente verificata, che uno Special Flight Squadron Il-96 è partito da Mosca alle 09:19 del mattino, è andato a San Pietroburgo dove è atterrato alle 10:16.
Alle 12:15 è partito da San Pietroburgo per New York, un volo di 11 ore e 52 minuti, arrivando alle 12:10 del mattino del 26 dicembre. Sarebbe partito da New York alle 08:34 e sarebbe arrivato a Washington alle 09:27 dopo un volo di 53 minuti. Sarebbe rimasto a Washington fino a più tardi quel pomeriggio, partendo dall’aeroporto di Dulles alle 16:49 (4:49 PM).
Secondo la portavoce ufficiale russa, Maria Zakharova sarebbe stato un organizzato iper “un’altra rotazione di diplomatici”, ma Bryen sostiene e che il volo avrebbe potuto portare a Washington interlocutori ufficiali di alto livello per degli incontri che non sarebbero potuti durare più di qualche ora.
“Il viaggio da Dulles al centro di DC dura circa 50 minuti, ma gli incontri avrebbero potuto tenersi all’aeroporto, escludendo la possibile copertura della stampa. Se questo scenario si rivelasse vero, ci sarebbero state quattro ore per gli incontri, pranzo incluso” scrive.
Sarebbero dunque in corso i preparativi per un incontro Trump-Putin in anticipo rispetto alle previsioni dei media occidentali? Secondo l’esperto che si avvale di fonti dirette dell’amministrazione USA, sarebbero già state proposte diverse sedi per tale incontro che offrano a entrambi i leader livelli di sicurezza molto elevati.
Il che indicherebbe scelte tradizionali come Ginevra e altre tra cui Doha, Qatar e Abu Dhabi negli Emirati Arabi Uniti dove Putin fu accolto con grande clamore ad nel dicembre 2023 mentre Mosca da tempo ha consolidato i rapporti con gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita. .
Tornando al quasi misterioso volo, Bryen osserva che L’IL-96 inviato da Mosca a Washington è gestito dallo Squadrone di volo speciale russo, noto anche come 235th Separate Aviation Detachment. Questo distaccamento è stato istituito nel 1956 utilizzando aerei commerciali appositamente modificati per trasportare alti funzionari russi, tra cui il presidente Putin.
Sin qui la notizia e l’ipotesi dei primi contatti per un successivo incontro Puti- Trump, contatti che sarebbero in corso da tempo come rivelato da qualche gola profonda dell’entourage trumpiano, ma la via degli accordi è costellata da molte difficoltà per smussare le quali probabilmente si è già al lavoro.
Il divario attuale delle posizioni include la presenza a lungo termine della NATO in Ucraina, questioni territoriali, smilitarizzazione, trattamento dei russofoni in Ucraina, lo status della Chiesa ortodossa russa in Ucraina e l’uso di porti e aeroporti per le esportazioni di grano, i transiti di oleodotti verso l’Europa, i confini territoriali e il quadro delle future relazioni tra Ucraina e Russia, inclusa anche la relazione dell’Ucraina con la Comunità europea. Pesano anche le sanzioni statunitensi ed europee alla Russia e varie questioni di sicurezza che coinvolgono NATO e Russia.
Fra le ipotesi di accordo che circolano ci sarebbe la cessazione dei bombrdamenti russi sulle infrastrutture energetiche ucraine, mantre kiev dovrebbe cessare gli attacchi territorio russo (il che potrebbe anche includere una richiesta di rimuovere le forze ucraine dalla regione di Kursk). Resta da vedere se veramente Washington possa realmente controllare l’Ucraina oggi forte del rinnovato sostegno europeo e della NATO.
Teoricamente Washington ha tutto l’interesse a stabilizzare l’Europa, dove le economie, in primis quella tedesca, sono in difficoltà e quindi sullo sfondo, il problema dell’energia a prezzi accessibili, in particolare il gas naturale. Attualmente parte del gasdotto Nord Stream è distrutto per tre quarti, ma potrebbe essere rimesso in servizio se gli Stati Uniti volessero muoversi rapidamente per ridurre la pressione sulla Germania.
Allo stesso modo, il transito del gas attraverso l’Ucraina potrebbe venir ripristinato concludendo un accordo che ripristini e Trump alcuni di questi servizi rimuovendo alcune sanzioni come misura per rafforzare la fiducia del Cremlino.
Ma sono ipotesi che per ora cozzano contro situazioni concrete quali l’ultimo colpo di coda di Joe Biden che stanzia altri (forse gli ultimi) due miliardi di dollari in armamenti per Kiev, o l’ennesimo pacchetto di sanzioni UE contro la Russia e la posizione dell’Allenza Atlantica che, nella sostanza, non vede né opera per una prospettiva di tregua se non di pace.
Comunque sia ci sono molte carte sul tavolo se i due giocatori fossero pronti per un accordo, ma la partita si gioca per ora sul fronte di guerra. I russi sono molto vicini a conquistare Chasiv Yar e si avvicinano a Pokrovsk, un importante snodo di transito.
E mentre maturano i tempi per trattive dirette, Mosca spingerà per sconfiggere strategicamente gli ucraini in entrambe le città, probabilmente entro poche settimane al massimo, con la non remota possibilità di una sorta di accerchiamento della seconda città ucraina di Kharkiv
Ciò darebbe a Putin un vantaggio negoziale e incoraggerebbe Donald Trump a muoversi rapidamente per porre fine alla guerra prima che il governo Zelensky venga messo in difficoltà. D’altra parte è lo stesso atteggiamento del presidente ucraino a creare difficoltà, perchè se annuncia impossibili controffensive, continuaad invocare aiuti che preludano anche ad un intervento diretto di soldati NATO nel conflitto.
E nonostante la stampa occidentale continui, più o meno giustamente, a considerarlo un eroe, con le sue posizioni ondivaghe che passano da entusiasmi guerreschi a pressanti richieste di intervento, rischia di non essere parte attiva, o peggio, terzo incomodo, nel duetto Putin-Trump.
Queste le ragioni per le quali i voli segreti possono essere il preludio di contatti ben più seri, che sarebbe anche nella logica della situazione che ormai si trascina da tre anni.
Ma il tempo stringe, i soldati continuano a morire, le distruzioni dell’Ucraina proseguono, le difficoltà economiche di Mosca cominciano ad emergere, nell’assoluto disordine della situazione geopolitica mondiale.