Esteri

Moldavia, Mosca sospende le forniture di gas per morosità

La Moldavia si trova sull’orlo di una grave crisi energetica dopo che Gazprom ha annunciato l’intenzione di sospendere le esportazioni di gas verso il Paese a partire dal 1° gennaio 2025. Secondo il colosso energetico russo Chisinau non avrebbe saldato debiti per 709 milioni di dollari, mentre i moldavi sostengono che il debito è “di soli 8,6” milioni di dollari.

La primo ministra europeista, antirussa e filoatlantica  Dorin Recean ha ovviamente criticato la decisione russa, descrivendola come una mossa politica che mira a destabilizzare ulteriormente il Paese.

Recean si è difesa affermando che la Moldavia recentemente ha lavorato per diversificare le fonti energetiche e ridurre la dipendenza da un unico fornitore, Gazprom, la quale nella sostanza ha ribadito :”pagate i debiti e poi si vedrà”.

Dal 2022, Gazprom non ha più il monopolio sul mercato del gas moldavo e Chișinău ha destinato tutto il gas russo rimanente alla regione separatista filo-russa della Transnistria (stato indipendente de facto ma non riconosciuto dalle Nazioni Unite) e ha iniziato ad acquistare gas da fornitori europei.

Ma ha continuato a comprare elettricità a basso costo dalla stessa Transnistria dove Gazprom fornisce gas gratuitamente alla centrale elettrica di Cuciurgan, di proprietà russa. L’elettricità prodotta viene poi venduta alla Moldavia, coprendo circa il 70% del fabbisogno energetico del Paese.

Ora la Moldavia ha dichiarato lo stato d’emergenza e potrebbe acquistare elettricità dalla confinante Romania, ma a costi molto più elevati, provocando un aumento dei prezzi e rischiando malcontento .

Un problema che il governo vorrebbe evitare in vista delle elezioni parlamentari del 2025. Ma anche la Transnistria ha dichiarato lo stato di emergenza, poiché il gas russo, quasi gratuito, è essenziale per la sua economia, poiché alimenta la produzione di elettricità che finanzia l’export esportazioni e sostiene numerose imprese industriali. Problema che tuttavia risolveràrapidamente a favore dei preziosi alleati

Non è certo una novità che la Russia usi il bastone energetico a fini politici, ma la politica radicalmente antirussa di Maia Sandu, presidente della Moldavia dal 2020 e riconfermata per un soffio (grazie al supporto decisivo dei moldavi all’estero) alle recenti elezioni di ottobre, non aiuta a superare le tensioni.

Come altri Paesi dello spazio “ex sovietico” anche la Moldavia , volente o nolente, deve fare i conti con Mosca e l’adesione alla UE in tempi non immediati, difficilmente risolverà i problemi di uno fra i paesi più poveri del mondo con una emigrazione che sia aggira attorno al 30% della popolazione.

Inoltre Maia Sandu, ex membro della Banca Mondiale, non gode del consenso unanime dei Moldavi, mentre la Romania -anch’essa attanagliata da difficoltà politiche e tendenze filorusse- nonostante l’affinità storica e linguistica, teme che il peso di economico di questo paese arretrato possa ricadere sulle sue non possenti spalle.

Pertanto dopo il controverso, anche se formale referendum per l’adesione UE e la riconferma alla presidenza di Maia, le prossime elezioni parlamentari potrebbero mutare gli equilibri politici moldavi, e su questo punta evidentemente Mosca.

GiElle

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