Politica

L’iniziativa politica e popolare schiacciata sotto il peso della burocrazia. La denuncia di Fabio Desideri (PPI)

 

 

Le proposte di legge di iniziativa popolare in Italia, sono disciplinate e tutelate ai sensi dell’articolo 71, secondo comma, della Costituzione:  il popolo esercita l’iniziativa legislativa mediante la proposta, da parte di almeno 50.000 elettori, di un progetto redatto in articoli. La proposta deve essere presentata, corredata delle firme degli elettori proponenti, al Presidente di una delle due Camere. Le modalità di esercizio di questo potere di iniziativa legislativa sono definite dalla legge 25 maggio 1970, n. 352.

“ Peccato però che le difficoltà per raccogliere le firme per la sottoscrizione delle proposte di legge di iniziativa popolare – ha detto Fabio Desideri (nella foto), segretario politico di Pensiero Popolare Italiano,    sono moltissime e cambiano negli ottomila comuni italiani, e sono tutte finalizzate a non facilitare – nei fatti –  il posizionamento dei tavoli o piccoli gazebo per la raccolta delle firme dei cittadini” .

Si va da chi chiede da 30 a 60 giorni per autorizzare il posizionamento di un tavolino, o di un gazebo, come nel caso del Comune di Roma;  o chi chiede – addirittura – il nulla osta della Sovraintendenza ai monumenti, con relativa planimetria ubicativa del tavolinetto, nella piazza, come il caso del Comune di Palermo; ce ne sarebbero molte altre di situazioni singolari che non citiamo per brevità.

Il tutto nei vari Comuni Italiani, previa preventiva comunicazione alla Questura competente che deve verificare i diversi aspetti legati all’ordine pubblico.

“ Non si considera però – ha aggiunto DESIDERI –  in questi aspetti burocratici, che la raccolta di firme per una proposta di iniziativa popolare è di soli sei mesi e pertanto, con queste tempistiche e procedure, si rischia di limitare e di molto l’esercizio di un diritto democratico, tutelato dalla Costituzione Italiana, speriamo che questo problema trovi soluzione”.

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