Politica

L’OPINIONE -Non mi interessa San Remo, ma la Giustizia sì

di Luca Ciarrocca

La destra sovranista, da Trump a Meloni, ha un obiettivo preciso: sbarazzarsi della giustizia internazionale, e di quella interna, che è il solo ostacolo tra loro e il potere assoluto. La strategia? Sempre la stessa: delegittimare, attaccare, smantellare.

Donald Trump aveva inaugurato il massacro già al suo prima mandato nel 2020, firmando un ordine esecutivo che sanzionava la Corte Penale Internazionale (CPI). Il reato? Aver osato indagare sui crimini di guerra americani in Afghanistan e a Gaza da parte dei soldati dell’IDF di Israele. Inebriato dall’effetto Oval Office 2025, Donald adesso rincara la dose. Risultato: giudici minacciati, beni congelati, divieti di viaggio. L’ex procuratore capo della CPI racconta di pressioni e intimidazioni da gangster.

Qualcuno troverà questo linguaggio estremo, forte, radicale. Ma i tempi sono durissimi. Siamo in trincea. Chi pensava fosse solo una follia trumpiana si sbagliava. La destra estrema finto borghese ha preso appunti e ora tocca all’Italia. Giorgia Meloni e i suoi ministri Nordio e Piantedosi sono stati citati in una denuncia alla CPI per crimini contro i migranti. A presentarla, l’avvocato di un sudanese torturato dal libico Almasri, liberato dal governo italiano. Un atto simbolico? Forse. Ma la reazione della maggioranza di governo è stata feroce: Tajani, ministro degli Esteri, il cosiddetto ‘moderato’ della coalizione, ha urlato all’attacco contro l’Italia e ha chiesto di indagare i giudici internazionali. Tradotto: chi osa metterci in discussione va zittito, sinonimo di eliminato. Ovvio che gli opportunisti ‘dichiaratori seriali’ ad uso social e tv faranno marcia indietro. Già si capisce, sono disposti a trattare con la CPI.

La strategia del governo Meloni è nota: ogni critica è un complotto, ogni inchiesta della magistratura o dei media non prezzolati un’aggressione politica. La destra sovranista non si fa processare. Quando la legge si mette di traverso, non si risponde alle accuse, si distrugge chi le muove. Trump lo ha fatto con la CPI per difendere Netanyahu, giudicato con sentenza “criminale di guerra”. Meloni & Soci lo fanno per evitare di rendere conto sulle loro politiche migratorie. E l’opposizione? Tutta chiacchiere e distintivo. Qualche inutile mozione di sfiducia (contro Nordio, contro l’indecente Santanchè) bocciata regolarmente in Parlamento perché non ci sono i numeri. Poi il nulla, quasi meglio San Remo.

L’Italia ha rimandato in Libia un torturatore con un aereo dei Servizi Segreti? Lo dicano e la chiudiamo lì: si chiama “ragion di Stato” (o “sicurezza nazionale”). Invece, silenzio, bugie, controaccuse.

 

Il mantra lo conosciamo: “Giorgia non è ricattabile”. Peccato che lo scandalo Almasri dimostri il contrario. In un paese serio, un premier che evita le sue responsabilità di fronte alle Camere, all’inizio magari va bene, poi ci metterebbe la faccia. In una nazione civile si dimetterebbe.

Ma chi tocca il dogma sovranista viene stritolato. La destra internazionale dei miliardari senza regole dilaga, mentre le masse del ceto medio impoverito (senza parlare dei milioni di poveri veri) prima eleggono i loro idoli alle elezioni e poi continuano ad applaudire, in America e nel nostro Paese, il che è surreale.

In Italia per l’esercizio ‘muscolare’ del governo, il nemico numero uno è la magistratura. Mettono i bastoni tra le ruote di un esecutivo che altrimenti sarebbe sereno e lavorerebbe bene, maledetti giudici! Perché l’unico tribunale che vogliono è quello dell’opinione pubblica, da manipolare tramite abile propaganda e – of course – grazie a giornalisti che hanno perso la dignità del mestiere. Ecco il punto: la destra globale (il trumpmuskismo dilagante), creata nelle stanze di super-miliardari non regolamentati da leggi antitrust, ha già deciso: meglio demolire il sistema prima che possa sfiorare loro e i loro sodali.

E l’Europa? Non reagisce, non protesta, nemmeno con un belato. Fanno quasi pena. Solo San Mattarella ha il coraggio pubblico e politico di indignarsi. Ma se va avanti così, altro che Stati Uniti d’Europa, si va verso l’implosione e l’americanizzazione.

 

(*) Giornalista e scrittore

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