Economia e Lavoro

L’Italia dei Tartassati Volontari

di Riccardo Bizzarri (*)

 

C’era una volta l’Italia, patria di Leonardo, Machiavelli e Totò. Oggi invece è la terra di un esperimento fiscale degno di un romanzo distopico: il 25% dei contribuenti che paga quasi l’80% dell’IRPEF. Una sorta di lotteria al contrario: se sei nel ceto medio, congratulazioni, hai vinto il ruolo di bancomat nazionale.

Lo diceva già Tacito, due millenni fa: «Corruptissima re publica plurimae leges» ovvero più lo Stato è corrotto, più leggi si inventano. E noi, che leggi fiscali ne abbiamo a tonnellate, sembriamo aver fatto bingo. Non è che manchino i soldi: è che li raccogliamo spremendo sempre gli stessi, e poi li buttiamo in mille rivoli.

Il 43% degli italiani non ha redditi. Zero, nada. Non perché facciano i contrabbandieri sul Reno, ma perché la legge stessa consente loro di non versare un euro. E chi resta? Una minoranza di volenterosi Tartassati Volontari che tengono in piedi welfare, ospedali e perfino i vitalizi dei politici che giurano di voler ridurre le tasse.

Il risultato? Un Paese spaccato: da un lato la folla che non versa nulla e applaude ogni bonus; dall’altro i pochi che pagano per tutti, spremuti come limoni e poi accusati pure di “lamentarsi troppo”. Si chiama “solidarietà fiscale”, ma sembra più un remake di Le avventure di Pinocchio, con il ceto medio nel ruolo del ciuco condotto al macello.

E la politica? Fa finta di non vedere. Machiavelli suggeriva al Principe di non esagerare con le tasse, perché “gli uomini dimenticano prima la morte del padre che la perdita del patrimonio”. Evidentemente qui hanno preso la frase come sfida, non come avvertimento.

La verità è che il sistema non è sostenibile. Non serve un asteroide per mandarci in default: basta continuare a chiedere al solito 25% di finanziare tutto, dai banchi di scuola alla terza corsia in autostrada, passando per opere mai finite e consulenze d’oro. Il resto del Paese guarda e tace.

Morale della favola? Non sarà scritto sui giornali, ma è chiaro come il sole: il sistema è già fallito. Solo che non ce lo dicono: preferiscono continuare a mungere i pochi che ancora ci credono. Perché in Italia, più che cittadini, siamo diventati donatori fiscali permanenti. Con prelievo obbligatorio, ça va sans dire.

(*) giornalista

aggiornamento Irpef ore 13.31

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