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Lutto nel mondo dell’Omeopatia italiana. Uno degli ultimi medici della vecchia guardia, Iris Paciotti, se ne è andata

Una pediatra che, consapevole dell’importanza della salute nel fisico e nella mente di ogni essere umano e sempre alla ricerca del meglio per i suoi piccoli pazienti, trovò nell’Omeopatia la Medicina ideale, sperimentale e sperimentata, per raggiungere e soddisfare le sue idee di terapia in prevenzione e in cura per i tantissimi bambini sempre assistiti.
IRIS Paciotti era un’artista della vita. Difficile scrivere di una donna che da sempre vedeva e ricercava nel mondo la libera espressione di ognuno, nel rispetto degli altri, e la bellezza di tutto ciò che la circondava.
La descrizione e la comprensione delle opere di un artista sono compiti complessi e impegnativi. Il tentativo di spiegare ciò che egli vuole essere e rappresentare necessita di capacità critiche in cui, insieme all’analisi delle tecniche usate, all’inserimento storico delle sue opere e del messaggio che vuole diffondere, ciò che lo caratterizza è l’emozione di chi vede e rivede le sue opere con occhi sempre diversi, ma sempre in comunione con altri. Così nel tempo un’opera d’arte mai è uguale a sé stessa e sopravvive all’autore.
L’essere umano è forse la più meravigliosa, la più complessa, la più misteriosa, la più affascinante e la più impegnativa opera d’arte da capire e da studiare. Pertanto descriverlo e parlarne vuol dire inevitabilmente obbligare il divenire incessante di una vita ad essere congelato in spazi e tempi che limiteranno inevitabilmente la sua vera e libera espressione e quindi la più affidabile lettura della sua realtà.
Come per ogni vita umana condividere un’immagine di IRIS, donna unica e irripetibile, medico di esperienza e capacità non comuni e pediatra di notevoli sensibilità e comprensione, potrebbe limitare la vista della Sua vera essenza.
I Suoi scritti parlano per Lei:

LIBRI e SCRITTI della Dott.ssa IRIS Paciotti: L’amore creativo; L’amore come terapia; La salute integrale; Il suono della vita; I bambini pionieri di un nuovo mondo; Un arcobaleno nell’ospedale dei cuccioli; Appunti di viaggio; Storia di un niente; La panchina e altri racconti; Miscellanea; Sulla vecchiaia; Educare alla libertà; Educare alla bellezza; Il medico dei bambini; La medicina omeopatica e i bambini; Il suono della vita; “C’era una volta…favole vere d’altri tempi; Lettere; Lilà; Dietro le parole; Quaderni di una vita.
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“E’ necessario tornare ad essere bambini fra i bambini per comprendere i bambini” (L’amore creativo-1983).
Il grande rispetto e amore per i suoi numerosi giovani pazienti hanno sempre ispirato la Sua professione e riteneva che: “Il medico dei bambini è colui che mantiene l’accordatura di uno strumento musicale vivente. Ma per farlo deve conoscere la musica della vita. Deve averla come un eco dentro di sé” (Il medico dei bambini-2016). La musica era una delle espressioni artistiche che più amava.
Ogni linguaggio artistico era per IRIS fonte inesauribile di studio e di conoscenza dell’uomo. La letteratura (sopra sono riportati i suoi scritti più conosciuti), la pittura (espose i suoi dipinti alla Galleria Ca’ d’Oro di Piazza di Spagna), la musica (riprese a suonare il suo vecchio pianoforte anche in tarda età), l’architettura (contribuì con originali idee alla costruzione della sua casa) e la ricerca della bellezza in genere sono state compagne fedeli della sua vita nel continuo desiderio di armonia che considerava necessaria per la buona crescita dei bambini: “Bisogna dare ai bambini e ai giovani la possibilità di costruire un mondo di bellezza guardando al passato come a un ponte fra ciò che è stato e ciò che di migliore sarà” (Educare alla bellezza-2013).
Il conduttore della sua vita è stato il desiderio di essere e di esprimersi liberamente nel mondo, nella vita familiare, negli studi, nel lavoro, nei rapporti di amicizia e non ultimi nei rapporti con i suoi numerosissimi fanciulli che andavano da Lei con i genitori per essere visitati. Fanciulli felici di trascorrere qualche ora dall’”amica IRIS” nella splendida cornice della casa e giardino che con tanta attenzione ed amore erano stati voluti e costruiti: “La grillaia” (questo fu il nome scelto da IRIS per quel luogo incantevole dove chiunque andasse provava un senso di armonia e serenità. Io consideravo quell’angolo di bellezza una piccola Svizzera).
La quotidiana conquista e la costante affermazione della libertà del suo animo sono state le forti e sicure fondamenta su cui ha costruito la sua esistenza. Libertà che considerava determinante per la crescita migliore dei ragazzi: “Non sognate per i vostri figli. Lasciate che siano loro a sognare e a realizzare liberamente i loro sogni”. (Educare alla libertà-2013).
Ma questa illustre rappresentante dell’”ars medica” non era avulsa dai contesti sociali e dalla realtà degli affanni e dei problemi quotidiani che l’umanità dei nostri tempi ha di fronte. Consapevole dei cambiamenti auspicabili per un futuro migliore, ma anche degli errori pericolosi in cui il pensiero e l’azione degli uomini possono incorrere nel perseguire a tutti i costi certe illogiche e ingiuste mete di conquista a discapito del bene comune, confidava, sempre entusiasta e ottimista, nel ruolo dei bambini: “…forse l’umanità, dopo aver navigato in mezzo a un mare di difficoltà, si sta incamminando, ad opera dei bambini che sono pionieri di un nuovo mondo, verso la maturazione di una nuova specie, di una nuova e più consapevole umanità, frutto e conseguenza di un “salto quantico”, di una vera e propria mutazione genetica. L’ecologia della vita dovrà rappresentare per il futuro la materia di studio più urgente da trattare nelle scuole. I bambini di oggi nascono con un destino speciale: quello di salvare la Terra”. (I bambini di un nuovo mondo-2004).
Sono recenti le decisioni e le scelte politiche-economiche che le nazioni stanno dichiarando. IRIS, come altri, aveva individuato il problema e considerava i bambini i futuri fattori di un nuovo mondo: “Dobbiamo aiutarli in questa loro opera, non contrastarli, non costringerli nei confini di una riduttiva “normalità sociale“. (I bambini di un nuovo mondo-2004).
Nella sua lunga vita ha scoperto il fascino dei diversi e conseguenti momenti dei cambiamenti del passare degli anni. Ha spaziato dallo sguardo sui primi attimi di vita fina alla tarda età che fortunatamente ha raggiunto. Per IRIS invecchiare era un’arte.
Considerava la vita fin dai suoi primi pulsanti inizi: “Prima di diventare bambino, una donna, un uomo, ognuno di noi è stato una cellula, un grumo di cellule, un “niente”, come tutti dicono. Ma c’è qualcuno che “si è preso la briga” di raccogliere questa “voce silenziosa”, di dire al mondo intero che questo “niente” c’è fin dalla prima cellula, che ha il diritto di non essere manipolato, di non divenire proprietà di nessuno di essere vita e basta. Ne è nato un dialogo vivente fra due esseri che si fanno confidenze: uno dentro la pancia della sua mamma e l’altro fuori. E’ il diario di un evento incommensurabile che ricorda a tutti che è proprio da questo “niente” che ha preso inizio la nostra grande avventura umana”. (Storia di un “NIENTE”-2010). In quest’opera IRIS immagina ed espone un ipotetico suo colloquio con un bambino ancora in utero. Domande e risposte si intrecciano nello scopo comune di capire e sapere ciò che avverrà nella vita del nascituro e con quale spirito egli affronterà lo affronterà.
Negli anni della saggezza ormai manifesta ha immaginato incontri tra diverse generazioni vicino ad una panchina: tra un vecchio e un bambino al parco che giocando con un pallone colpisce i piedi del vecchio stesso. Ha descritto l’angoscia di una nonna che al parco non vede più il nipotino e lo cerca con agitazione e preoccupazione. Bambini, adulti e anziani che si incontrano con diverse storie nei pressi di una panchina. (La panchina e altri racconti-2011).
I suoi capelli bianchi erano il segnale del passare degli anni, ma per IRIS ogni giorno era un nuovo passo nel cammino della vita che percorreva con l’entusiasmo e la curiosità di un bambino. Entusiasmo e curiosità erano le chiavi di accesso per comprendere e quindi aiutare i piccoli uomini. “…se noi prestiamo una tranquilla attenzione ai processi della vita, non possiamo non osservare la profonda armonia che c’è fra ciò che è stato e ciò che sarà, fra il nuovo e già trascorso, fra i due estremi di un ipotetico cerchio o ciclo vitale. E tali sono proprio un bambino e un vecchio. Due punti di una circonferenza che si ritrovano in una immaginaria stazione, in un punto che funge da luogo di partenza per uno e di arrivo per l’altro.” (Sulla vecchiaia-2012).

IRIS e L’OMEOPATIA
Dopo la laurea e la specializzazione la Dott.ssa Iris Paciotti lavorò per quindici anni presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma.
Una sera lesse su una rivista “dei danni causati dai medicinali e in particolare quelli provocati agli occhi dei neonati a seguito dell’uso delle gocce oculari a base di cortisone che venivano loro istillate come profilassi subito dopo la nascita”. (Quaderni di una vita).
Avvenne la crisi di hahnemanniana memoria: “Entrai in una crisi profonda e cominciai a mettere in dubbio la validità della mia professione”. (Quaderni di una vita).
Conobbe “…una mamma la cui figlia affetta da psoriasi io cercavo in qualche modo di aiutare ma senza esito. Grande fu la mia sorpresa quando questa mamma mi mostrò la bambina… completamente guarita! Alla mia richiesta su che tipo di terapia avesse fatto nel frattempo, la donna rispose pronunciando una sola parola magica e per me assolutamente sconosciuta. Omeopatia”. (Quaderni di una vita).
Cominciarono gli studi sulla medicina omeopatica: “Quella era la vera Medicina! La Medicina per l’essere umano e non solo contro le malattie”. (Quaderni di una vita).
Frequentò l’Accademia di Medicina omeopatica fondata e diretta “da quel grande medico della bambina: il Prof. Antonio Negro”.
Ben presto, con l’esperienza clinica di anni di ospedale e l’intenso studio dei “sacri testi” omeopatici, fu accolta all’Accademia di Medicina omeopatica di Roma dal Prof. A. Negro
L’Omeopatia, che afferma l’individualità della terapia per ogni essere vivente originale e inconfondibile, trovò il terreno fertile nella mente e nello spirito di IRIS: “Ogni bambino che viene al mondo ha la sua eredità biologica e pertanto va curato singolarmente con il rimedio adatto a lui in quel momento. La natura ha fornito ad ognuno di noi nascendo, segni che sono espressioni della sua “identità biologica”. Ognuno di noi è unico e irripetibile ed altrettanto unica deve essere la sua terapia. Il compito del pediatra omeopatico è conoscere questa base personale, decantarla, purificarla cioè il più possibile da tutto ciò che la rende meno valida per meglio edificare l’uomo di domani. Operando in questo senso il pediatra omeopatico permette un movimento di depurazione salutare di tutto l’organismo infantile riportando il fisico e la psiche del bambino nella condizione ottimale per affrontare l’accrescimento e la vita futura”. (La medicina omeopatica e i bambini).
Nel centro dell’Accademia-ambulatorio organizzò la stanza per visitare quasi come una sala giochi con un tavolo rotondo dove i bambini potevano muoversi tranquillamente. Sulla porta della stanza era riportata una vecchia scritta: “IN PUERO HOMO” a conferma che in ogni bambino puoi vedere l’uomo che sarà.
Alla “La grillaia” ospitò, in una giornata di sole, due grandi docenti della LUIMO: il Prof. A: Negro e il Dott. Paschero. In quella splendida oasi di campagna discorsi di omeopatia e di esperienze cliniche di anni di “ars medica” furono i protagonisti di un incontro molto caro e sempre vivo nella memoria della cara collega.
Dopo anni di collaborazione con l’Accademia, durante i quali insegnò e visitò, continuò a esercitare nella sua bellissima “La grillaia”.
Ha sempre manifestato le sue idee di libertà e di rispetto per gli altri, valori che vide e confermò continuamente attraverso l’Omeopatia con le terapie mediche dei suoi meravigliosi ragazzi. Costituì il “Centro Holos Salute” dove si tenevano regolarmente incontri, corsi e seminari che miravano allo sviluppo globale dell’essere umano. Fondò e diresse per dieci anni la rivista bimestrale HOLOS. Promosse numerosi incontri, con i genitori dei suoi pazienti e con gli amici di sempre, durante i quali si parlava di educazione, di ambiente, di omeopatia, di alimentazione e di salute integrale. “Se dovessi dare una definizione brevissima di salute userei solo tre parole: ESSERE SE STESSI” … “La salute non è quindi un diritto preteso dalla natura ma una conquista personale quotidiana” … ”per salute dobbiamo intendere lo stato ottimale di equilibrio dell’essere, il suo stato normale e non solo un’assenza di malattia”. (La salute integrale-2018).
Un ricordo mi lega profondamente ad IRIS. Quando i miei figli avevano 9 e 3 anni venni invitata con loro a “La grillaia” per una festa con tutti i piccoli pazienti che seguiva. Tra i giochi e i panini distribuiti più o meno ordinatamente vennero liberati degli aquiloni che volavano su e giù mentre gli occhi incuriositi dei bambini guardavano verso l’alto.
Da allora ogni volta che penso agli aquiloni penso ad IRIS: come i primi volano liberi nel cielo finché c’è il vento e una mano esperta guida il filo, così IRIS ha volato libera nel cielo della vita, finché la forza vitale ha potuto, guidata dal “filo” della sua invincibile volontà.
LA CARA IRIS SI E’ SPENTA IL 04 MAGGIO 2021 NEL RISPETTO DELLA SUA AMATA LIBERTA’.
Ho desiderato scrivere il più possibile con le sue parole, forse così è passato ciò che veramente era IRIS.

Carla Biader Ceipidor

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