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  Mattarella: “Il magistrato deve essere autonomo e imparziale”

“La funzione del magistrato va esercitata in modo autonomo e imparziale, adottando decisioni con un saldo fondamento normativo; che sappiano tenere nel debito conto la condizione delle persone e la realtà amministrativa ed economica sulle quali sono destinate ad incidere”. Lo ha ricordato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, rivolgendosi ai vincitori dei concorsi per consigliere di Stato e per referendario dei Tar ricevuti oggi al Quirinale. Ecco il testo integrale dell’intervento del Capo dello Stato: “Rivolgo un saluto di benvenuto al Primo Presidente e a tutti voi. Benvenuti al Quirinale.

Sono molto lieto di incontrarvi qui per potervi esprimere gli auguri per lo svolgimento delle funzioni che vi sono affidate nella veste di così grande rilievo che avete acquisito.

Questo incontro avviene nel cinquantesimo anno dall’entrata in vigore dei Tribunali amministrativi regionali.

Nel 2021 ne sono stati ricordati i cinquant’anni dalla istituzione, insieme ai centonovant’anni del Consiglio di Stato. Ma questo è l’anno in cui, 50 anni addietro, entravano in attività i TAR.

È quindi un anno che, al di là degli aspetti celebrativi, consentirà di riflettere sul ruolo svolto dalla Giustizia amministrativa e sulle sue prospettive di sviluppo.

L’istituzione dei TAR si è realizzata in coerenza con il principio autonomista, quello affermato dall’articolo 5 della Costituzione ma ha, soprattutto, contribuito al consolidamento dell’ordinamento repubblicano, collocandosi a conclusione di una fase di interventi legislativi volti alla completa attuazione dei principi costituzionali riguardanti la piena tutela delle posizioni giuridiche soggettive, così come disposto dall’articolo 24 della nostra Costituzione.

La legge 1034 del 1971 faceva seguito – com’è noto – a decisioni della Corte Costituzionale sulla illegittimità – per mancanza dei requisiti di indipendenza -della composizione di organismi provinciali cui erano affidate funzioni giurisdizionali.

Lo sviluppo e il completamento del sistema della giustizia amministrativa, via via assicurati dalla Repubblica, ha segnato un progressivo rafforzamento della democrazia, attraverso la sottoposizione, in maniera sempre più penetrante, del potere pubblico al controllo di legittimità del giudice amministrativo.

Per il tramite del giudice amministrativo, il cittadino fa valere la responsabilità dell’Amministrazione e vede assicurata la piena tutela delle sue posizioni giuridiche soggettive incise dall’esercizio dei pubblici poteri.

Il processo evolutivo della giustizia amministrativa si è articolato per tappe fondamentali rappresentate, in particolare, dagli interventi – ne parlavo poc’anzi con il Presidente prima di entrare in quest’aula – volti all’aumento delle materie di giurisdizione esclusiva e da quelli volti all’ampliamento degli strumenti processuali.

L’obiettivo di assicurare effettivamente la pienezza della tutela giurisdizionale ha, inoltre, gradualmente modulato in maniera più compiuta l’oggetto del giudizio amministrativo, che si è incentrato sul rapporto tra amministrazione e cittadino, al fine di consentire a chi agisce di conseguire il bene della vita che lo aveva indotto a rivolgersi al giudice.

Desidero sottolineare come, nel 2023, il Consiglio di Stato e i Tribunali amministrativi regionali abbiano raggiunto, con grande anticipo, l’obiettivo di riduzione dell’arretrato che il PNRR richiede che venga conseguito entro il 2026.

Il funzionamento della giustizia amministrativa è evidenziato anche dalla circostanza che i Tribunali amministrativi definiscono in primo grado la maggior parte delle controversie, risultando molto limitato il numero degli appelli e facendo inoltre registrare un alto tasso di conferme.

Appare opportuno porre in evidenza – faccio eco a qualcosa che poc’anzi diceva il Presidente Maruotti – come i riflessi delle pronunce del giudice amministrativo su settori economici rilevanti richiedano particolare impegno e responsabilità. Nel misurarsi con interessi che attengono al benessere della collettività è necessario dare prova di grande equilibrio.

L’obiettivo di garantire la certezza del diritto, la legittimità e la legalità dell’azione amministrativa – obiettivo inderogabile – deve accompagnarsi alla compatibile considerazione – penso in particolare all’esercizio dei poteri cautelari – delle conseguenze che gli effetti delle pronunce comportano sulla vita di tanti cittadini.

Occorre avere sempre ben presente che gli interessi dei singoli si contrappongono talvolta all’interesse pubblico perseguito dalle Amministrazioni. Il potere pubblico, nell’ottica della sussidiarietà, non è espressione della sola “autorità” ma anche della “comunità” e di una pluralità di soggetti. Anche qui soccorre, come sempre per gli organi di giustizia, la ricerca del punto di equilibrio, giuridicamente fondato, a garanzia di ogni parte.

Riveste grande rilievo anche l’attività consultiva del Consiglio di Stato.

In questo ambito i ricorsi straordinari al Presidente della Repubblica rappresentano il principale strumento di deflazione del contenzioso giurisdizionale. È peraltro auspicabile che venga superata e modificata la obsoleta denominazione di questo istituto – di cui, per altri profili si valutano esigenze di aggiornamento – considerato che la relativa disciplina legislativa ha opportunamente – sottolineo opportunamente – reso il Presidente della Repubblica totalmente estraneo alla decisione.

Con l’attività consultiva rispetto agli atti normativi e con i pareri espressi con altra natura, si esercita una funzione che trova puntuale fondamento costituzionale; e che rappresenta un contributo importante alla qualità della normazione e all’attuazione dei principi di buon andamento e di imparzialità della pubblica amministrazione.

La complessità della legislazione, l’evoluzione non sempre lineare del sistema delle fonti, gli obiettivi di efficienza e di semplificazione dell’attività amministrativa suggeriscono di riservare costante attenzione a questo ambito di competenze.

Signor Presidente,

abbiamo da poco celebrato l’8 marzo. Mi permetto di rilevare che la presenza femminile nella magistratura amministrativa permane inferiore rispetto a quella ordinaria. E mi auguro che la tendenza alla crescita della componente femminile trovi conferma negli anni a venire.

Sono lieto di accogliervi qui.  Sono certo che siete qui al Quirinale per sottolineare, insieme, l’importanza del ruolo per cui siete stati nominati e della funzione che vi accingete a svolgere.

Sono certo che lo svolgerete interpretando il vostro ruolo con riferimento a ideali elevati, all’insegna del coraggio e della responsabilità, contribuendo al costante processo di adeguamento della giustizia amministrativa all’evoluzione della realtà istituzionale e sociale.

Sono altrettanto certo che terrete sempre ben presente che la funzione del magistrato va esercitata in modo autonomo e imparziale – come poc’anzi ricordava il Presidente -, adottando decisioni con un saldo fondamento normativo; che sappiano tenere nel debito conto la condizione delle persone e la realtà amministrativa ed economica sulle quali sono destinate a incidere.

Auguri a tutti voi: la Repubblica vi esprime fiducia e conta su di voi”.

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