Politica

Meloni, il Patto di Stabilità e le opposizioni che sbagliano sempre

E’ la prima volta che lo dice in maniera così esplicita. E anche se, in premessa, spiega che si “vede qualche spiraglio” in una trattativa che resta comunque “complessa”, Giorgia Meloni in Senato si sbilancia: sul nuovo patto di stabilità – afferma – non si può escludere nessuna delle scelte, compresa quella di porre il veto. Come la pensa lo ha ribadito a più riprese in questi due giorni in cui ha riferito alle Camere in vista del Consiglio europeo. Formalmente il punto non è all’ordine del giorno del vertice di Bruxelles – se ne riparla al prossimo Ecofin a ridosso di Natale – ma l’argomento resta convitato di pietra di qualsiasi ragionamento che coinvolga i leader dell’Unione in questa fase. Nella sua replica in Aula al Senato in vista del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre, la premier Giorgia Meloni aggiunge: “La materia è complessa, la trattativa è serrata, io penso che la posizione italiana si debba decidere alla fine. Voi sapete quale è la posizione che il governo italiano ha portato avanti, mi pare sia una posizione condivisa trasversalmente tra le forze politiche. È una posizione di buon senso, è una posizione pragmatica quella che stiamo portando avanti, sulla quale non siamo ancora ad un accordo definitivo. Siamo lontani, però non posso non esprimere una soddisfazione su qualche passo avanti che viene fatto. Le posizioni però degli altri paesi sono anche delle posizioni distanti. Quindi bisogna capire alla fine dove è che si riesce a raggiungere una sintesi e bisogna fare una valutazione serena su cosa sia più utile per l’Italia”. “Se io dovessi seguire il ragionamento che ho sentito fare dalla sinistra, e in particolare dal Pd, sui rapporti in Europa, sui compagni di viaggio, se volessi seguire quel ragionamento per cui non bisogna parlare con chi ha posizioni distanti da noi non dovrei parlare neanche con la Germania, perchè sul Patto di stabilità la posizione più distante da noi non è quella dell’Ungheria di Orban ma della Germania di Scholz. Il che è legittimo, ogni stato cerca di portare a casa quel che è meglio per sé e accade su ogni dossier, con maggioranze che sono totalmente variabili”.
“Io continuo a ritenere – aggiunge – che sia un enorme errore in politica estera sovrapporre il rapporto tra governi alle logiche di partito, è una stupidaggine che comporta anche enormi contraddizioni. La sinistra ha sempre parlato di una Europa di serie A e una di serie B come i Paesi Visegrad. Oggi che la Polonia è governata da Tusk, la Polonia resta di Serie B o diventa di Serie A? La politica non si fa così, si deve saper parlare con tutti ed è quello che io cerco di fare ogni giorno, rivendicando che è molto più forte in politica estera chi riesce a dialogare con tutti. L’Italia oggi è una nazione in grado di dialogare con tutti, lo vedono anche molti Paesi europei che mi dicono: ‘Hai riportato l’Italia al centro delle discussioni’”. Poi smentisce l’attacco a Draghi: “Tutti sanno quel che penso della fermezza di Draghi sull’Ucraina. E proprio perchè ho rispetto di quella fermezza mostrata da Draghi, dico che quel lavoro non si risolve nella foto sul treno con francesi e tedeschi, quel treno l’ho preso anche io per andare a Kiev”. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica in Aula al Senato dopo il dibattito in vista del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre. Meloni aggiunge: “Non bisogna ribaltare il quadro. C’è stata un’Italia che in passato ha ritenuto che il suo ruolo fosse quello di vedere cosa facevano Germania e Francia per poi infilarsi in una fotografia. Io penso che la politica estera sia una cosa un tantino piu’ ampia”. “Abbiamo una strategia, capisco che possa essere una novità ma abbiamo anche una strategia che si lega con il tema Piano Mattei. Capisco che possa dare fastidio che l’Italia finalmente abbia una strategia di politica estera, che è anche la strategia di lavorare per fare dell’Italia un hub energetico di approvvigionamento per l’Europa intera. E ci abbiamo lavorato anche con lo strumento del Pnrr, che è quello che avevamo promesso che avremmo fatto”. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica in Aula al Senato dopo il dibattito in vista del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre rispondendo all’intervento del senatore Pd Graziano Delrio. “Lorefice rivendica la grandezza dei dati a doppia cifra sul Pil durante i governi Conte, ma omette un particolare: quello che è accaduto mentre si usciva dalla pandemia in economia si definisce il ‘rimbalzo del gatto morto’. Se si getta un gatto dalla finestra e il gatto muore, rimbalza“. Lo dice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, nella replica in Aula al Senato dopo il dibattito in vista del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre rispondendo all’intervento del senator M5s. Il Pil “nell’anno precedente – spiega Meloni – era sprofondato più di quanto fossero sprofondati i Pil del resto d’Europa, non è una cosa di cui mi vanterei”. La replica della premier, dopo il dibattito dei senatori, suscita parecchi mormorii e proteste, soprattutto da parte M5s, tanto che, in un clima quasi da stadio, il presidente del Senato, Ignazio La Russa, è costretto a intervenire più volte per riportare l’ordine. “Io non capisco perchè siete sempre così nervosi, io cerco di spiegare il mio punto di vista, se avete argomenti rispondete in replica, non è che io mi metto a gridare ogni volta che parlate…in questo clima che si surriscalda poi mi si rinfaccia che alzo la voce”. All’ennesima interruzione dai banchi delle opposizioni, durante le sue comunicazioni in vista del Consiglio Ue, risponde così Giorgia Meloni in Aula a Palazzo Madama. E a chi mugugna persino quando il centrodestra applaude, La Russa dice: “Non c’è il divieto di applauso, comunque prego anche la maggioranza di contenersi“. “Penso che noi si debba essere, e io lo sono sicuramente, molto fieri del lavoro che abbiamo fatto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, un lavoro che abbiamo fatto nonostante una possibile revisione del Pnrr per adeguarlo a un contesto che era mutato e per risolvere alcune criticità presenti nei piani che erano stati adottati dai precedenti Governi. Veniva considerata un’ipotesi impossibile o veniva addirittura derubricata a una scelta folle che ci avrebbe fatto perdere le risorse del Pnrr, che avrebbe quasi portato l’Italia fuori dall’Europa. Questo racconto, sempre francamente distorto e distruttivo, non fa stato del ruolo dell’Italia, non fa stato di quello che noi possiamo ottenere con un po’ di pragmatismo e di buon senso. Quello che noi abbiamo dimostrato è che le cose, se fatte bene, si possono ottenere, nonostante il fatto che si è tifato più perché all’Italia non venisse pagata la terza rata del Pnrr che alla finale di Coppa Davis“.
“Nonostante questo – continua Meloni – noi siamo riusciti a ottenere il pagamento della terza rata, a essere la prima nazione d’Europa alla quale viene pagata la quarta rata del Pnrr. Entro la fine di quest’anno consegneremo tutti gli obiettivi della quinta rata e, nel contempo, abbiamo revisionato il Piano per liberare delle risorse e spenderle su priorità che, secondo noi, sono molto importanti”.
Meloni conclude: “Io sono fiera del lavoro fatto sul Pnrr, che dimostra quanto certa propaganda si scontri con la realtà”. “Mi stupisco che voi difendiate ancora il supebonus che pesa come un macigno sui nostri conti pubblici e sottrae 20 miliardi di euro l’anno, soldi che si sarebbero potuti spendere per la sanità, i traporti. Il superbonus è il più grande regalo fatto dallo Stato a truffatori e organizzazioni criminali, lasciando aziende e famiglie per bene in un mare di guai e che ora noi cerchiamo di risolvere. Qualcuno prima o poi dovrà fare i conti con la propria coscienza”. Lo dice la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella replica in Aula al Senato dopo il dibattito in vista del Consiglio europeo del 14 e 15 dicembre rispondendo agli intervento del Movimento 5 stelle.

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