Economia e Lavoro

Morti sul lavoro, una catena inarrestabile

 

di Wladymiro Wysocki (*)

Continua la lunga scia dei drammi delle morti sul lavoro, nella sola giornata di mercoledì 8 gennaio il mondo del lavoro piange due vittime.

Pochi giorni addietro sono state analizzate le prime stime degli incidenti e morti registrati nel 2024, in attesa dei dati ufficiali che vengono pubblicati da INAIL negli open data, dove si palesa un netto drammatico incremento.

Una assurdità visto il continuo evolversi della normativa e le attività istituzionali nel dare vita a nuovi impianti giuridici, ma evidentemente non è questa la strada da intraprendere.

Lunata, Lucca, un operaio di 52 anni perde la vita in una cartiera nel comune di Capannori dalle prime ricostruzioni sembra che la causa sia stata la caduta dall’alto ma ancora non si ha l’ufficialità e si resta in attesa delle indagini.

Trascore Cremasco, in provincia di Cremona, muore un imprenditore edile di 51 anni per una fatale caduta dall’alto dovuta al cedimento del tetto del capannone durante i lavori di riparazione.

L’incidente è avvenuto presso la carrozzeria Nichetti e Petrusi, dove la vittima è stata Carmelo Longhitano, titolare della Edil Cm di Roccafranca che attraverso una scala stava cercando di verificare le condizioni della copertura prima di effettuare i lavori, ma il cedimento improvviso di un pannello di coibentazione ha provocato la caduta.

L’impatto violento con il terreno è stato fatale e il lungo disperato tentativo dei soccorsi non è stato sufficiente a salvargli la vita.

“Non vi sono più parole adeguate per esprimere l’allarme e l’angoscia per gli incidenti che colpiscono chi sta lavorando per l’insufficienza della sicurezza per chi lavora”, così il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha più volte commentato le vicende dolorose degli infortuni e morti sul lavoro.

Cronache di lavoratori schiacciati, ustionati, caduti nel vuoto, investiti, risucchiati dai macchinari, un bollettino di guerra che ogni anno e ogni giorni registriamo e ne parliamo con clamore, dolore, stupore, ma che alla fine da anni è sempre la stessa storia e nulla cambia.

Per il Ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, l’obiettivo è di eleminare le morti sul lavoro, intensificare le forze ispettive sul campo ma ad oggi non vediamo risultati degni di nota, anzi.

Torniamo sul tema della cultura della sicurezza, un mantra che ormai sembra quasi perdere di efficacia tanto lo si decanta ma è il solo tasto sul quale dobbiamo veramente battere.

Cultura della sicurezza che non è assolutamente adempiere passivamente a quanto disposto dalla normativa vigente poiché una formazione valida solamente sulla carta, un documento dei rischi redatto o meglio scopiazzato da qualche scheda o riadattato giusto per illudere qualche verifica di controllo che sia tutto al suo posto è inutile.

La cultura della sicurezza è essere convinti di quello che si sta facendo, rendere gli adempimenti attivi e partecipi con i lavoratori e con tutto il sistema aziendale.

Tutti devono collaborare e sentirsi parte attiva dell’intero impianto della prevenzione aziendale, del benessere lavorativo.

Solamente se tutti sono partecipi e collaborativi possiamo raggiungere risultati significativamente positivi e apprezzabili, altrimenti resteremo sempre a leggere e commentare cronache di vittime sul lavoro.

Vittime sul lavoro incessanti accompagnate da lacrime di familiari persi nel loro dolore che non avrà mai sollievo e una risposta del perché tutto questo continui incessantemente ad accadere.

 

*Esperto di sicurezza sul lavoro

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