La guerra di Putin

Mosca, rispunta lo scomparso Surovikin nella CSI, comunità degli ex stati sovietici

di Giuliano Longo

 

Il 6 settembre la BBC pubblicava le foto del generale  Surovikin tranquillamente a spasso con la moglie per le vie di un elegante quartiere di Mosca. Nel frattempo il sito open source, Bellingcat.com notoriamente vicino ai Servizi segreti occidentali, provvedeva a geolocalizzarlo grazie ai dati forniti da alcuni media russi sulla sua abitazione.

Suvorikin, lo scorso ottobre, aveva la responsabilità del fronte sud in Ucraina e ritenne opportuno ritirare le truppe russe sulla riva sinistra del fiume Dniepr, lasciando in mano agli ucraini la città di Kherson nel corso della offensiva di ottobre che consentì a Zelensky di riequilibrare le sorti del conflitto. Successivamente venne destinato al comando delle forze aerospaziali russe, dal quale venne rimosso a giugno in coincidenza con il tentato golpe di Prighozin. Il suo messaggio ai Wagneristi perché bloccassero l’avanzata verso Mosca fu  interpretato, in Occidente, come la sua  “prossimità”  alle posizioni politiche del defunto magnate.

Ma gli intrecci di potere e le guerre sotterranee al Cremlino sono difficilmente interpretabili anche dagli acuti CIA e dall’MI5 britannico, mentre  le foto pubblicate  paiono smentire le più truci previsioni sul futuro del generale russo.

Posto che il servizio fotografico e la successiva geolocalizzazione delle abitudini del generale non siano state fatte circolare artatamente  da Mosca, resta il fatto che il suo nome ricompare sui media russi, il che è sempre un segnale di prossimi accadimenti.

Ad esempio il portale popolare e populista Tsargrad Tv oggi esordisce con il seguente titolo “ Cosa farà ora il generale Surovikin” e ci informa che “continua a lavorare come capo del comitato di coordinamento della CSI per le questioni di difesa aerea”.

Anzi secondo Tsargrad confermerebbero che il generale, “è già il capo del comitato di coordinamento della CSI sulle questioni di difesa aerea… decisione presa all’unanimità: tutti i membri del Consiglio….”

Per la cronaca i Paesi che compongono la Comunità degli Stati indipendenti sono Armenia (in procinto di entrare nella Nato) , Azerbaigian, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Tagikistan, Russia, e Uzbekistan.   Alcuni definiscono questa posizione di comando una sinecura, ma altri prevedono che questo incarico sia la premessa per altri ben più importanti. Pe capirne di più occorre anche guardare al potenziale militare della CSI spesso ha  contingenti “peace keeper” nel corso di conflitti interetnici fra  gli aderenti alla CSI.  Come avviene da anni nel Nagorno Karabaq, intervento che non soddisfa affatto l’Armenia alle strette fra i Turchi che sostengono militarmente Baku e gli Azeri  che rivendicano quella regione. Altro discorso per la  Bielorussiadove i russi non hanno strutture di comunicazione e difesa aerea, ma hanno è creato un gruppo congiunto con la presenza di 9.000 russi e lo schieramento  di un imprecisato numero di MiG-31 che possono trasportare  missili ipersonici Kinzhal, senza contare qualche centinaio di mercenari della Wagner. Contingenti militari russi  svolgono anche una missione di mantenimento della pace nella Repubblica Moldava Pridnestroviana e in Abkhazia e nell’Ossezia del Sudcon una forza di oltre 4.000 militari ciascuna. In Kazakistanci sono strutture legate alla fornitura di difesa missilistica e una serie di strutture direttamente collegate alle attività del cosmodromo di Baikonur e all’industria missilistica e spaziale. Nella città di Kostanay è di stanza un reggimento di aviazione da trasporto con la necessaria protezione armata. Sino ad oggi l’Armenia  ha una base russa a Gyumri  con 5.000 uomini e sistemi missilistici antiaerei S-300. Considerando che il paese è sul punto di aderire alla NATO occorrerà vedere quale sarà la sorte di questo contingente e soprattutto dei sistemi missilistici. In Kirghizistanè di stanza  la base aerea a Kant e quella sperimentale per armi antisommergibili a Karakol dove vengono testati siluri con sistemi di propulsione elettrica, senza testate né carburante. Il Tagikistanha una delle più grandi basi militari russe all’estero, dotata dei più recenti sistemi aerei senza pilota, sistemi di guerra elettronica anti-drone e un complesso di missili S-300. Il contingente totale è di oltre 7000 militari la cui funzione principale è il mantenimento della pace e la protezione delle frontiere con l’Afghanistan. Insomma, conclude Tsargrad, Surovikin avrà un bel po da fare per gestire questo che è un vero e proprio esercito in  situazioni calde. E, aggiungiamo noi, non è da escludere che in futuro il generale assuma altri incarichi se il conflitto ucraino tracimasse e l’accerchiamento di Mosca da parte della Nato e degli Usa dovesse raggiungere i suoi obiettivi nel Caucaso, come sta avvenendo in Armenia e forse in Georgia. 

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