Cuba questa settimana ha ricevuto spedizioni di cibo e forniture mediche dagli alleati Messico, Russia e Bolivia nel tentativo di alleviare la carenza e il malcontento tra la peggiore crisi economica dell’isola da decenni e un’ondata di casi di coronavirus.
Le donazioni, che le autorità hanno iniziato a distribuire venerdì 30 luglio, arrivano quasi tre settimane dopo lo scoppio di proteste senza precedenti a livello nazionale, spinte dalla frustrazione per le terribili condizioni economiche e dai limiti alle libertà civili.
Cuba incolpa i disordini sui mercenari sostenuti dagli Stati Uniti che sfruttano le difficoltà che, a suo dire, sono stati in gran parte causati da decenni di sanzioni statunitensi e tentativi di mascheramento di disordini attraverso la campagna #SOSCuba che chiede aiuti umanitari.
Ora ha ripreso la narrativa del soccorso umanitario, con l’aiuto di alleati che hanno anche accusato l’embargo commerciale degli Stati Uniti di gran parte dei guai di Cuba.
Venerdì, una nave della marina messicana che trasportava 1.000 tonnellate di fagioli, attrezzature mediche e ossigeno per i pazienti COVID-19 è arrivata nel paese, che attualmente ha uno dei tassi di infezione pro capite più alti al mondo. Altri due arriveranno a breve, ha detto il ministro del commercio interno Betsy Díaz venerdì alla televisione di stato.
“Voglio ringraziare personalmente il presidente Andrés Manuel López Obrador che … ha ratificato il tradizionale rifiuto del blocco del Messico e la sua volontà di aiutare Cuba”, ha detto il ministro del Commercio cubano Rodrigo Malmierca alla cerimonia di ricevimento della nave.
Ricardo Torres, un economista del Centro per lo studio dell’economia cubana con sede a L’Avana, ha calcolato, ad esempio, che la donazione promessa al Vietnam di circa 12.000 tonnellate di riso frutteranno circa 1 kg per ogni cittadino cubano.
Nei porti cubani navi messicane cariche di aiuti umanitari
