di Gino Piacentini
Quando l’8 e il 9 novembre 1987 l’Italia fu chiamata a decidere le sorti dell’energia atomica nel bel Paese, sul territorio erano presenti ben 4 centrali elettronucleari: la centrale di Latina, da 210 MWe; la centrale Garigliano di Sessa Aurunca (CE), da 160 MWe; la centrale Enrico Fermi di Trino (VC), da 270 MWe; la centrale di Caorso (PC), da 860 MWe, l’unica delle quattro ad essere di seconda generazione. A quelle già esistenti se ne sarebbero dovute aggiungere ulteriori otto previste dal PEN – Piano Energetico Nazionale datato 1975, per far fronte al repentino aumento dei prezzi di importazione dei prodotti petroliferi dovuti alla questione arabo-israeliana iniziata negli anni ’70.
Complice il disastro di Černobyl avvenuto un anno prima (26 aprile 1986), l’esito del referendum portò ad una schiacciante vittoria a favore della chiusura delle centrali nucleari, che vide la neonata Legambiente, festeggiare uno dei primi successi del movimento ambientalista italiano.
L’attualità ha riportato il tema al centro del dibattito pubblico italiano, soprattutto ora che i conflitti in medio-oriente e Ucraina hanno provocato una crisi di approvvigionamento del gas e del petrolio, spingendo l’UE ad accelerare la transizione energetica dei paesi membri riconoscendo il nucleare come “energia rinnovabile”.
Il governo e i movimenti ambientalisti italiani, si confrontano a colpi di pareri scientifici tra sostenitori e detrattori del ritorno all’energia atomica, sia essa solo parziale, con gli oramai noti mini-reattori, che totale, con l’identificazione di siti dove costruire centrali nucleari di terza generazione.
A livello internazionale sono da tempo stati identificati i vantaggi che l’impiego dell’energia nucleare apporterebbe alla transizione energetica e all’ambiente:
- Basse emissioni di gas serra, dato che gli impianti nucleari producono elettricità senza generare gas dannosi come anidride carbonica, metano o biossido di azoto, riducendo dunque l’impatto del settore energetico sul cambiamento climatico.
- L’efficienza energetica,poiché le centrali nucleari sono in grado di produrre grandi quantità di elettricità con un’efficienza maggiore rispetto ad altre fonti, riducendo la necessità di consumare grandi quantità di combustibili fossili.
- Stabilità delle forniture,dove grazie alla loro operatività perenne, riducono la dipendenza dalle fonti energetiche intermittenti come il sole e il vento, e da quelle dei paesi stranieri ricchi di risorse ma in situazioni di conflitto.
- Minore consumo di risorse naturalie riduzione della deforestazione, poiché riduce il consumo di combustibili fossili, e per giunta la costruzione di centrali nucleari non richiede grandi estensioni di territorio a differenza di quelle idroelettriche o delle coltivazioni di biomasse.
Tra gli svantaggi ambientali dell’impiego dell’energia atomica, anch’essi già riconosciuti a livello internazionale, oppure oggetto di approfondimenti scientifici:
- Non è una fonte energetica rinnovabile, sembra un paradosso considerando quanto appena riconosciuto dall’UE, ma dal momento che il suo funzionamento dipende da un combustibile come l’uranio che sul nostro pianeta esiste in quantità limitate, con il passare del tempo le riserve termineranno e con loro anche la possibilità di utilizzare l’energia atomica.
- Costi di avvio elevati, la costruzione di una centrale e il reperimento sul mercato dell’uranio, hanno costi di avvio estremamente elevati. Si tratta infatti di strutture molto complesse che richiedono sistemi di sicurezza a l’avanguardia, oltre che competenze tecniche e di gestione di alto profilo, che fanno inevitabilmente lievitare i prezzi.
- Le scorie radioattive, la fissione nucleare genera scorie che devono essere smaltite in modo opportuno, questo perché non è possibile annullare la radioattività, ma è possibile (e obbligatorio) confinarla in un’area protetta in grado di fermare le radiazioni dannose. Ad oggi l’Italia non dispone ancora di un sito dedicato allo stoccaggio delle scorie nucleari, nonostante sul nostro territorio esse siano presenti.
- Gli incidenti nucleari, su questo aspetto urge una premessa obbligatoria, gli incidenti nucleari sono assai rari e nel computo delle vittime associato a ogni fonte energetica, il nucleare è una tra quelle che causa meno morti in assoluto, paragonabili a quella di eolico e solare. Detto questo è altrettanto vero che anche solo un episodio di può compromettere la salute e la sicurezza dell’uomo e – in base all’entità – dell’ambiente circostante. Si tratta di eventualità improbabili ma non per questo impossibili, soprattutto se l’impiego delle centrali nucleari dovesse aumentare su scala globale.