La Convention nazionale democratica è stata ricca di oratori illustri e di intermezzi musicali, tutti incentrati sull’unità e sul progresso. Ma nel Partito Democratico si è verificata una spaccatura relativa alla guerra di Israele a Gaza
Sebbene le proteste pro-palestinesi che circondavano la Convention il 20 agosto siano state molto modeste resta chequesti attivisti chiedono un embargo sulle armi degli Stati Uniti verso Israele, proposta che la nuova piattaforma nazionale del Partito Democratico tuttavia non include .
Gli oppositori degli aiuti militari degli Stati Uniti a Israele sostengono spesso che questo aiuto è solo in funzione della politica interna e riflette il potere della lobby pro-Israele , in particolare dell’AIPAC.
Ma ignora il fatto che gli USA hanno le proprie ragioni economiche e strategiche per fornire quell’aiuto che verrà sempre concesso con il consenso bipartisan, Democratico e Repubblicano.
Infatti quelle armi americane che Israele e l’Ucraina acquistano sono prodotte in fabbriche sparse per gli USA. Quindi, molti legislatori americani hanno interesse a sostenere quegli aiuti perché quei soldi finiscono per fluire nei loro stati e forniscono posti di lavoro locali.
Sino ad oggi Washington avrebbe sborsato 300 miliardi di dollari Storicamente Già nel primo decennio dopo la fondazione di Israele nel 1948, gli USA fornirono a Israele solo aiuti economici , ma, a partire dagli anni ’60 durante l’amministrazione Kennedy, iniziarono a fornire anche aiuti militari, come sta ancora avvenendo.
Dopo la vittoria nella Guerra dei sei giorni del 1967 , Israele dimostrò la sua capacità di sconfiggere in modo decisivo gli alleati dell’Unione Sovietica sovietici nella regione. Da allora aumentarono significativamente questi aiuti, determinando un punto di svolta nelle relazioni fra i due Paesi.
Dopo la fine della minaccia sovietica che la minaccia sovietica il valore strategico di Israele per gli Stati Uniti era diminuito, ma risalì dopo gli attacchi terroristici dell’11 settembre grazie alla lunga esperienza di Israele nell’antiterrorismo e alle sue note capacità di Intelligence.
Oggi Israele ha collaborato con gli Stati Uniti per contrastare l’espansione dell’influenza iraniana nella regione e per rallentare il suo programma nucleare.
Sebbene i due alleati siano stati in disaccordo sulle tattiche, in particolare sull’accordo nucleare del 2015 con l’Iran, entrambi considerano il crescente potere dell’Iran nella regione come la più grande minaccia alla stabilità nel Medio Oriente, ed entrambi vogliono impedire all’Iran di avere armi nucleari.
Inoltre Israele non solo ha l’ esercito più potente della regione, ma è anche l’unica democrazia di lunga data, ma soprattutto può aiutare gli Stati Uniti a raggiungere i propri obiettivi strategici nella regione senza che l’esercito americano debba effettivamente mettere gli stivali sul terreno e farlo da solo.
Israele è anche percepito come un alleato più affidabile e meno problematico rispetto agli altri principali alleati nella regione, come Egitto, Arabia Saudita e Turchia.
In Conclusione, nonostante il trattamento riservato da Israele ai palestinesi e la sua guerra a Gaza abbia alienato e suscitato le proteste di molti progressisti, la maggior parte dei politici democratici, tra cui Kamala Harris, credono che sostenere Israele sia nell’interesse degli Stati Uniti.
La vera domanda è se gdebbano esercitare una maggiore supervisione o controllo sulle modalità di utilizzo delle armi americane, un po come sino ad oggi è avvenuto per Kiev, dove tuttavia le cose stanno cambiando con l’eliminazione dei veti agli attacchi di profondità in Russia.
Balthazar
