La guerra di Putin

Parigi, la NATO rulla tamburi di guerra e minaccia l’invio di militari in Ucraina

Non è una novità che esperti, consulenti e volontari di Paesi della Alleanza Atlantica operino e combattano sul fronte ucraino, ma ieri, al vertice Nato di Parigi

Emmanuel Macron, non ha escluso ha detto ieri sera al termine della Conferenza non ha escluso “l’invio di truppe occidentali in futuro”.

Aggiungendo che “faremo tutto quello che c’è da fare affinché la Russia non possa vincere questa guerra” e quindi “per raggiungere quest’obiettivo, tutto è possibile” e l’invio di truppe occidentali. , in futuro, non può “essere escluso”.

Nel frattempo la Conferenza dei paesi alleati all’Ucraina  si impegnata  per la immediata fornitura “di missili e bombe di media e lunga gittata a Kiev”. Nessuna decisione, invece, sulla fornitura dei costosissimi ‘Rafale’ francesi, i caccia sui quali si discute da mesi ma per i quali Parigi si limita a proseguire ad assicurare una “formazione” agli ucraini.

Alla riunione hanno partecipato anche cancelliere tedesco Olaf Scholz, del ministro degli Esteri britannico David Cameron, del capo del governo spagnolo, Pedro Sanchez e di altri leader – per l’Italia il viceministro degli Esteri, Edmondo Cirielli.

Al vertice comunque l’idea di inviare truppe non ha raccolto entusiasmo, secondo il presidente della Polonia Andrzej Duda che non nasconde un certo sollievo per il rinvio della decisione.

“Se parliamo di fornire assistenza specifica– ha detto- allora i singoli paesi decidano quale tipo di assistenza fornire specificamente all’Ucraina” riferendo poi che “c’è stata un’accesa discussione sull’invio di soldati in Ucraina e non c’è stata un’assoluta comprensione reciproca su questo tema. Ci sono opinioni diverse . Ma voglio sottolineare che non esistono assolutamente decisioni del genere”.

Le considerazioni di Duda potrebbero anche denotare un allentamento degli umori bellicistici della Polonia contro la Russia e collimare con lepreoccupazioni di alcuni paesi dell’ Est, fra i quali in prima fila Slovacchia e Ungheriaentrambe confinanti con l’Ucraina come la Polonia  .

Lunedì il primo ministro slovacco Robert Fico aveva così anticipato la sua posizione “il possibile dispiegamento di forze armate dell’UE e della NATO in Ucraina non consentirà loro di ottenere concessioni dalla Russia, ma porterà solo a un’escalation del conflitto. Non possiamo impedire ad altri paesi di concludere accordi bilaterali con l’Ucraina [che implicano la possibilità di inviare soldati], ma affermiamo chiaramente che l’obiettivo atteso non sarà raggiunto <…>. Riteniamo che la decisione [di inviare soldati in Ucraina] scatenerà un’enorme escalation di tensione.”

 

In effetti la linea rossa di una possibile “escalation” è già stata varcata dal segretario generale della Nato Stoltenberg con la decisione di autorizzare gli F.16 di prossima consegna a Kiev, al lancio di messi di lunga gittata all’interno del territorio russo. Sinora molto cautela a Mosca che probabilmente in vista di ulteriori sviluppi prosegue la sua offensiva sul fronte ucraino guadagnato posizioni e consapevole che fra il dire e il fare della NATO c’è di mezzo…

 

GiElle

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