di Giuliano Longo
Il rinnovato sostegno all’Ucraina, dichiarato dal nuovo capo del governo polacco Tusk oggi in visita a Kiev da Zelensky, sembra vere dei limiti nella promessa di proteggere i settori nazionali come i trasporti e l’agricoltura, da quella che ha descritto come concorrenza sleale.
“I polacchi vogliono aiutare l’Ucraina. Ma non dovrebbero essere svantaggiati. E soprattutto dagli stessi ucraini”, ha detto nella sua prima intervista ai media come primo ministro il 12 gennaio.
Giorni dopo, il suo ministro dell’Agricoltura, Czesław Siekierski, ha avvertito: “L’apertura del mercato europeo ai prodotti agricoli ucraini potrebbe portare in futuro ad una completa destabilizzazione non solo del mercato interno (polacco, ndr), ma anche del mercato europeo”.
Quando la Polonia aderì all’UE nel 2004 l’agricoltura polacca si basava sulla coltivazione di cereali e altri prodotti di scarso valore e la sua giovane industria di autotrasporto esportava merci in Bielorussia e Russia.
Allora, principalmente Germania e Francia, sollecitarono accordi transitori e clausole di salvaguardia, sostenendo che le industrie polacche rappresentavano una concorrenza sleale a causa delle differenze nei salari e nelle condizioni di lavoro.
Oggi Varsavia si è pienamente integrata nel mercato UE facendo prosperare i suoi 38 milioni di abitanti,con la crescita della sua economia,gli investimenti e una disoccupazione che è scesa dal 20% al 2,6%, il secondo tasso più basso dell’Unione.
Inoltre ospita circa 1,5 milioni di rifugiati ucrainiche hanno colmato le lacune nel mercato del lavoro. E, mentre la Polonia importa grandi quantità di alcuni prodotti agricoli come zucchero e frutta dall’Ucraina, esporta a Kiev latte e formaggio.
Anche l’industria polacca degliautotrasportiè ben posizionata per resistere alla concorrenza ucraina e prima dell’invasione russa, le aziende di autotrasporto polacche impiegavano più di 100.000 ucraini come autisti, mentre altri 25.000 provenivano dalla Bielorussia.
Lungo il confine di 535 chilometri tra la Polonia e l’Ucraina, migliaia di conducenti hanno trascorso settimane in fila per tornare a casa attraverso uno dei valichi di frontiera commerciali prima che i camionisti polacchi revocassero il blocco martedì scorso contro i concorrenti ucraini che farebbero prezzi inferiori ai loro per tutta l’Unione e non solo tra Polonia e Ucraina.
Anche gli agricoltori polacchihanno organizzato recentemente proteste contro le importazioni di prodotti agricoli ucraini che li starebbero costringendo a fallire, proteste che hanno costretto un ministro del governo precedente a dimettersi lo scorso aprile portando, mentre Varsavia ha imposto il divieto di importazione sulle merci ucraine.
I funzionari ucraini hanno accusato Varsavia di ipocrisia per aver favorito un piccolo settore, dimenticando gli enormi benefici che la Polonia ha tratto dall’apertura tra i due paesi, affermando che la vera causa della situazione che ha alimentato le proteste polacche è l’aggressione della Russia.
Il nuovo governo polacco, in carica dal 13 dicembre, ha promesso di ricucire le relazioni con Kiev e il resto dell’UE.“La cosa più importante per noi, come Europa, è sostenere efficacemente l’Ucraina”, ha affermato Donald Tuskdurante la sua prima visita a Bruxelles come primo ministro, il giorno prima che i membri dell’UE concordassero di avviare il processo di adesione dell’Ucraina all’Unione.
Ma i disordini della Polonia sono esplosi anche in altri paesi dell’Est Europa,con agricoltori e camionisti in Romania che sono scesi in piazza e hanno bloccato i valichi di frontiera con l’Ucraina questo mese, mentre gli agricoltori bulgarisono già sul piede di guerra.
Guidati dalla Polonia, i paesi dell’Est avvertono che le tensioni ai confini sono un segno di ciò che accadrà se all’Ucraina sarà consentito di aderire all’Unione senza un’adeguata protezione per i loro settori economici più sensibili. Discorso che più in generale riguarda la futura adesione di Kiev e la sua integrazione economica in tutti i settori dell’Unione
Il precedente governo di destra della Polonia, guidato dalpartito populista Legge e Giustizia (PiS), distribuiva sussidi per sedare le proteste, Tusk sta invece punta sul dialogo con Kiev e cerca soluzioni a lungo termine alle tensioni di confine, ma la protesta non pare placarsi e non solo in Polonia.
Zelenskyj presenta la legge sulla cittadinanza multipla, procede la derussificazione dell’Ucraina
Volodymyr Zelenskyy ha annunciato che il 22 gennaio presenterà alla Verkhovna Rada(il parlamento)la legge sulla cittadinanza multipla in Ucraina.
“Oggi presento una legge fondamentale alla Verkhovna Rada dell’Ucraina che consentirà modifiche globali alla legislazione e introdurrà l’istituzione della cittadinanza multipla.
Permetterà a tutti gli ucraini e ai loro discendenti, che vivono in diversi paesi del mondo di mantenere la nostra cittadinanza. Naturalmente, questo non si applica ai cittadini del paese aggressore.(la Russia, ndr“
Questa misura vale per gli ucraini in tutti gli angoli del mondo, così come per i soldati volontari stranieri che sono venuti in difesa dell’Ucraina e combattono “per la libertà dell’Ucraina come per la loro patria”aggiungendo “tutti coloro che non hanno dimenticato le proprie radici e che non permettono al mondo di dimenticare l’Ucraina. Tutti con il sangue ucraino nelle vene e un cuore libero che batte nel petto. Ucraini di origine che hanno da tempo dimostrato di essere ucraini nello spirito. E dopo molti anni di attesa, finalmente diventeranno ucraini con il passaporto legale”,
Zelenskyy ha anche annunciato di aver firmato il 22 gennaio un decreto dal titolo “Sui territori russi storicamente abitati da ucraini” affermando .“Oggi dobbiamo adottare misure non solo per rafforzare l’unità dell’Ucraina e del nostro popolo, ma anche per proteggere i nostri diritti e le nostre libertà, la verità sugli ucraini e la verità su di noi e sulla nostra storia. Per promuovere questo obiettivo, oggi Ho firmato il decreto ‘Sui territori russi storicamente abitati da ucraini’.”
Al momento questo documento non è ancora disponibile sul sito web del presidente, ma è evidente che si riferisce alla minoranze di lingua ucraina presenti nel territorio russo e non solo nelle autoproclamate repubbliche del Donbass e di Donsrtz.
E’ evidente che queste misure di scarsa rilevanza pratica, oltre all’aspetto etnico propagandistico, intendono rimpolpare i numeri delle statiche sulla popolazione ucraina che ha visto oltre 8 milionidi cittadini emigrati nella sola Europa dall’inizio del conflitto e rafforza l’intenzione di Zelnsky di arruolare i cittadini ucraini abili, emigrati soprattutto nell’UE.
La proposta ha finora avuto l’entusiasta approvazione per ora solo da parte dei Paesi Baltici, ma forti perplessità soprattutto dalla Germania.
Procede nel frattempo la campagna derussificazione della Ucraina che va dalla toponomastica alla cultura, dalla scuola alla religione contro a frazione della popolazione di rito ortodosso russo.
La questione della lingua è la più complessa di quanto Zelnsky voglia farla apparire perché un quarto della popolazione ucraina si identifica come russofona.Osservatori meno coinvolti, anche se minoritari, sottolineano tuttavia che ogni limitazione della cultura russa o russofona finisca per alimentare la narrazione di Putin, che sostiene di essere intervenuto per difendere le minoranze di connazionali oppresse.
Altri critici rifiutano la condanna dell’intero popolo russo, evidenziando come esista un’opposizione all’attuale politica di Putin, che però al momento non è in condizione di esprimersi, mentre sostengono anche che un’eccessiva “derussificazione” non possa fare altro che creare altri problemi in futuro.
GiElle