di Gianluca Maddaloni
Dal 1°gennaio 2025 la Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) è stata inserita nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), garantendo l’accesso a tali tecnologie su tutto il territorio nazionale, gratuitamente o con ticket. L’inserimento della PMA nei LEA rappresenta una svolta significativa per la sanità italiana: i LEA definiscono le prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a fornire alla popolazione e garantiscono un accesso uniforme alle cure. Fino al 31 dicembre 2024, la fecondazione omologa ed eterologa erano escluse da questo elenco, con conseguenti disparità regionali. Con l’entrata in vigore del nuovo decreto, tutte le coppie potranno accedere alla tecnologia PMA semplicemente pagando un ticket compreso tra 100 e 300 euro, a seconda della natura del trattamento. Il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha dichiarato: “L’inserimento della PMA nei LEA è un risultato fondamentale per garantire l’uniformità di accesso alle cure e per sostenere le coppie con problemi di infertilità. Era necessario porre fine alle disparità regionali”. Negli ultimi 20 anni, la PMA ha contribuito alla nascita di oltre 217.000 bambini in Italia, pari al 4,2% del totale delle nascite nel 2022. Il numero di trattamenti è raddoppiato, così come il tasso di gravidanza, evidenziando l’importanza di queste tecnologie per molte coppie. Anna Guerrini, Presidente della Società Italiana di Fertilità, ha dichiarato: “Questi dati confermano quanto la PMA sia importante per migliaia di famiglie italiane. Con le nuove misure ci aspettiamo un aumento significativo delle richieste, ma è fondamentale che i centri pubblici siano pronti a soddisfare questa domanda.” Nonostante l’inserimento nei LEA, permangono sfide significative: il numero di centri pubblici a disposizione della PMA è limitato e concentrato nelle regioni del Nord Italia , ciò può comportare lunghi tempi di attesa e difficoltà logistiche per le coppie che vivono in altre regioni. Inoltre, l’aumento della domanda potrebbe mettere sotto pressione le strutture esistenti, richiedendo maggiori risorse e personale specializzato. Il Ministro Schillaci ha aggiunto: “Siamo consapevoli delle sfide logistiche e stiamo lavorando per aumentare le risorse destinate ai centri di PMA con l’obiettivo di garantire tempi di attesa ragionevoli in tutto il paese”. L’accesso alla PMA solleva anche questioni etiche e legali, attualmente secondo la legge italiana, la tecnologia della PMA è disponibile solo per le coppie eterosessuali, escludendo i single e le coppie omosessuali. Recentemente, il Tribunale di Firenze ha sollevato la questione di legittimità costituzionale dell’articolo 5 della legge 40/2004, che prevede il divieto di accesso alla tecnologia per i single. La Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla questione, che potrebbe aprire la strada a ulteriori modifiche normative. L’esperta di diritto sanitario Margherita D’Ambrosio ha dichiarato che “la Corte Costituzionale potrebbe superare barriere giuridiche oggi anacronistiche e aprire un nuovo capitolo per il diritto alla genitorialità in Italia”. L’inserimento della PMA nei LEA è un importante passo avanti per il sistema sanitario italiano, che promuove l’equità nell’accesso alle cure e sostiene le coppie che affrontano problemi di fertilità. Tuttavia, è fondamentale affrontare le sfide logistiche, etiche e legali associate a questo progresso e garantire che le strutture sanitarie siano adeguatamente preparate e che le normative riflettano i bisogni e i diritti di tutti i cittadini.