Esteri

Putin è arrivato in Cina per il decimo anniversario della Belt and Road

 

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, è arrivato stamani 17 ottobre in Cina per partecipare al terzo forum sulla cooperazione internazionale.

 

Per l’occasione la  portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharovain un’intervista al quotidiano cinese“Global Times”afferma che gli incontri tra i presidenti di Russia e Cina, Vladimir Putin e Xi Jinping,non sono mai stati formali: la loro importanza sta crescendo nel contesto della situazione internazionale.

 

Secondo la portavoce  ogni contatto tra i leader di Russia e Cina è un’opportunità per coordinare sostanzialmente le posizioni, analizzare lo stato di attuazione degli accordi precedenti e approvare nuovi progetti di cooperazione su larga scala. “Tali incontri non sono mai stati formali; stanno diventando sempre più importanti nel contesto di una situazione geopolitica in rapido cambiamento e contribuiscono al rafforzamento qualitativo dei legami tra i nostri Paesi”, ha affermato.

 

L’occasione del  viaggio di Putin a Pechino è il decimo anniversario della Belt and Road Initiative (BRI), l’ambizioso progetto cinese per espandere le rotte commerciali globali con altre nazioni ed estendere i collegamenti di trasporto e infrastrutture. Per celebrare questo evento, il presidente cinese Xi ospiterà rappresentanti di circa 130 paesi a Pechino il 17 e 18 ottobre.

 

Putin sarà  l’ospite principale dopo che lo scorso settembre Putin avrebbe accettato l’invito di Xi e i due presidenti avranno  molto di cui discutere. Da quando hanno annunciato la loro partnership “no-limits” nel febbraio 2022, poco prima dell’invasione su vasta scala dell’Ucraina da parte della Russia, il mondo è cambiato radicalmente e continua a cambiare.

 

 

La guerra in Ucraina continua senza fine in vista, l’instabilità ha attanagliato il Caucaso meridionale e il Medio Oriente, entrambe aree in cui Russia e Cina hanno interessi in gioco e soprattutto la guerra contro Hamas che destabilizza tutta l’area .

 

Eppure la loro partnership senza limiti è diventata una faccenda molto più unilaterale poiché se un tempo Mosca e Pechino potevano aver coordinato i loro approcci, ora è probabile che la Russia allinei le proprie politiche per soddisfare gli interessi cinesi.

 

La Cina rilancia sull’Iniziativa Belt and Road per le nuove “Vie della Seta” rafforzando il suo impegno nei confronti dei paesi che hanno aderito all’iniziativa che, per gli osservatori internazionali, ha non solo dei connotati economici, ma anche geopolitici.

 

Un libro bianco intitolato“L’Iniziativa Belt and Road: un pilastro-chiave della comunità globale di un futuro condiviso”è stato diffuso due giorni fa dall’Ufficio informazioni del Consiglio di Stato di Pechino, nel documento è precisato che Belt and Road continuerà a essere parte della strategia generale di Pechino e che“la Cina è pronta ad aumentare il suo apporto di risorse nella cooperazione globale”.

 

La Cina guarda particolarmente  al Sud globale e – spiega il documento – “lavorerà per ottenere una maggiore voce in capitolo per le economie emergenti e i paesi in via di sviluppo nella governance globale” e “sosterrà qualsiasi iniziativa che possa realmente aiutare i paesi in via di sviluppo a costruire infrastrutture e raggiungere progressi condivisi”.

 

Secondo Pechino  la Belt and Road Initiative ha fornito nuove soluzioni per migliorare la governance globale e “alcuni paesi”  hanno esagerato con il concetto di sicurezza nazionale cercando il “disaccoppiamento” in nome del “derisking”.

 

Più di 130 paesi e 30 organizzazioni internazionali hanno confermato che invieranno rappresentanti a partecipare all’evento. La Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma (NDRC), la principale agenzia di pianificazione economica del paese, ha precisato che a giugno la Cina aveva firmato più di 200 accordi di cooperazione con 152 nazioni e 32 istituzioni internazionali in cinque continenti nell’ambito dell’iniziativa.

 

Dal 2013 al 2022, gli investimenti cumulativi bilaterali tra la Cina e i paesi partner hanno raggiunto i 380 miliardi di dollari, di cui 240 miliardi di dollari provengono dalla Cina.

 

Tuttavia, il rallentamento dell’economia cinese avanza  dubbi sulla capacità di Pechino di continuare ad alimentare il programma. Secondo i dati compilati dal Global Development Policy Center dell’Università di Boston, ripresi dal South China Morning Post, i prestiti cinesi all’Africa – uno degli obiettivi principali di Belt and Road – sono diminuiti in modo significativo e sono scesi al di sotto dei 2 miliardi di dollari nel 2021 e nel 2022.

 

A questo vanno aggiunti i dubbi di diversi paesi che hanno aderito al programma, ma poi si sono interrogati sull’impatto che il debito nei confronti di Pechino può avere sulla loro sovranità e prospettive economiche future.

 

Inoltre il contesto geopolitico maggiormente polarizzato ha messo in discussione le relazioni, tanto che paesi come l’Italia – unico membro del G7 ad aver firmato un memorandum d’intesa con Pechino per aderire all’iniziativa che non verrà rinnovata alla sua scadenza a fine anno.

 

GiElle

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