Esteri

Putin ha messo in guardia Xi dalle spie tra i vertici del suo governo

 

 

La scorsa estate Putin ha inviato un diplomatico di alto livello a Pechino per mettere in guardia Xi Jinping sulle talpe occidentali nel suo gabinetto,lo riportava mercoledì scorso il prestigioso quotidiano americano The Politico.

Andrej Rudenko, numero 2 al ministero degli Esteri russo, ha riferito al presidente Xi che l’ex ministro degli Esteri cinese, Qin Gang, insieme ad alti ufficiali della leadership militare, erano compromessi con le agenzie di intelligence occidentali.

Queste affermazioni hanno generato sia intrigo che scetticismo tra gli osservatori delle cose cinesi che da anni tentano di comprendere quali sono i meccanismi interni che regolano il governo della Cina.

Qin Gang è stato ambasciatore a Washington, successivamente, nel 2022, ha ricevuto l’incarico di alto livello presso il ministero degli Esteri cinese. L’estate scorsa, a giugno, poche settimane dopo aver ospitato lo stesso Rudenko a Pechino, è improvvisamente scomparso dalle scene pubbliche.

L’inchiesta di the Politico collega il caso di Qin al licenziamento e alle indagini sui leader della Forza missilistica dell’Esercito popolare di liberazione, che supervisiona l’arsenale convenzionale e nucleare del paese, indicando una “purga” nei circoli politici ancora in corso.

Politico riferisce che ”Il messaggio del viceministro russo Rudenko a Xi nega che Qin e i suoi sodali dei vertici della forza missilistica avessero aiutato ufficiali a passare i segreti nucleari alle agenzie di intelligence occidentali”.

Resta il fatto che nel periodo della scomparsa di Qin, sono scomparsi anche il comandante della forza missilistica dell’PLA, Li Yuchao, insieme al suo vice ed ex vice, Liu Guangbin e Zhang Zhenzhong, sottoposti poi indagine per corruzione, come scrive il South China Morning Post di Hong Kong.

La riorganizzazione aveva già scosso le fondamenta dell’unità militare d’élite quando anche l’ex ministro della difesa cinese, Li Shangfu, scomparve mentre era in carica, successivamente licenziato per sospette accuse di corruzione.

GiElle

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