Politica

  Quando la campagna elettorale ha la priorità sulla sicurezza sul lavoro

di Wladymiro Wysocki

Era solamente il 7 maggio quando nell’ultimo incontro al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Ministro del Lavoro Marina Elvira Calderone, con tutte le parti Sociali datoriali e dei lavoratori, aveva preso l’impegno di stilare un calendario dei lavori con incontri settimanali.

L’obiettivo era di arrivare alla fine del mese di maggio con una struttura, pressoché definitiva, dei decreti attuativi per l’attuazione della patente a crediti, che ricordo essere in vigore come legge (la legge n.56/2024 del 29 aprile scorso) e applicata dal 1° ottobre per tutte le imprese e lavoratori autonomi nel settore dell’edilizia.

Ad oggi, dopo due settimane, non si hanno più notizie del calendario e di incontri programmati.

I lavori sembrano nuovamente interrotti, presi tutti da impegni più “importanti” della campagna elettorale per le prossime elezioni europee, del resto le morti sul lavoro fanno notizia solamente nelle grandi tragedie e non portano consensi utili per i voti.

Qui dovrebbe suscitare la vera indignazione e servirebbe una manifestazione, ma del resto ormai è ben chiaro che le morti sul lavoro sono un tema da cavalcare quando fa comodo.

Quante parole vengono sempre ripetute, ormai fino alla noia, e senza più credibilità e valore.

Parole del tipo “basta con le morti sul lavoro”, oppure “che le istituzioni facciano qualcosa”, o ancora “urgono interventi concreti”, ma potrei continuare senza fine.

Sono queste le circostanze che devono fare riflettere, basta una campagna elettorale e tutto si ferma, ma la cosa più grave è che il Governo si sia fermato e la tanto sbandierata tutela e dignità del lavoro, del rispetto della persona, può tranquillamente attendere.

Un tema che dovrebbe essere priorità quotidiana del Governo e di tutte le istituzioni, e perché no, anche di portarlo in Europa, allora avrebbero più senso molti programmi politici.

Probabilmente è sfuggito a tutti che esiste un documento europeo del 28 giugno 2021 dal titolo “Comunicazione della Commissione al Parlamento Europeo, al Consiglio, al Comitato Economico e sociale Europeo e al Comitato delle Regioni” sul quadro strategico dell’Unione Europea in materia di salute e sicurezza sul luogo di lavoro.

Così come probabilmente è dimenticata la “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea”, che all’articolo 32 tratta il “divieto del lavoro minorile e protezione dei giovani sul luogo di lavoro”.

Ma la vita reale, il vero mondo del lavoro, fatto di persone che ogni giorno con sacrifici creano economia e producono ci ricorda che nel lavoro si continua a morire, così come ad avere incidenti e malattie professionali.

Pochi giorni addietro, il 22 di maggio nella zona di Capodichino a Napoli, ci sono stati due feriti (Michele Pennone di 54 anni e Salvatore Agliottone di 59 anni) e un operaio di 63 anni, Antonio Russo, ha perso la vita poiché investito da un carrello mentre stavano effettuando i lavori in una metropolitana.

Nella giornata del 25 maggio, a L’aquila, muore un pilota travolto da un’autocisterna durante l’Air Show.

Ricordiamolo, se la politica si ferma gli incidenti e le morti sul lavoro non si fermano.

Dobbiamo lavorare senza sosta per porre rimedi immediati a queste tragedie, perché ormai il lavoro ogni giorno ci presenta il drammatico conto.

Non possiamo pensare di risolvere l’emergenza solo a spot o quando si ha tempo, qui non possiamo perdere tempo, perché ogni giorno perso è terreno che lasciamo alle tragedie lavorative.

Come possiamo pretendere di divulgare la cultura della sicurezza, di fare sentire la presenza delle istituzioni ai lavoratori, alle imprese ma soprattutto alle famiglie che hanno perso un proprio caro se ci si lascia distrarre da altre “priorità”.

Ma poi, sono priorità? Di fronte a una vita umana, alla dignità del lavoro sano e sicuro, quale altre urgenze ci potrebbero mai essere.

Torniamo ai tavoli di confronto e diamo uno strumento concreto al mondo del lavoro per lavorare in sicurezza, così abbiamo solamente una legge appesa in attesa di un decreto attuativo che indichi ai datori di lavoro e lavoratori autonomi cosa devono fare.

Non ripetiamo gli stessi errori, facciamone tesoro, anche il D. Lgs. 81/08 e s.m.i, (il testo unico della sicurezza sul lavoro) emanato nel lontano 9 aprile del 2008 è ancora in attesa di decreti di attuazione e forti rettifiche.

Abbiamo intrapreso una strada del cambiamento, si diceva, perseguiamola e raggiungiamo gli obiettivi che lavoratori, famiglie, genitori chiedono e gridono a gran voce.

*Esperto di sicurezza sul lavoro

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