Politica

Quota 100 addio, lo stop di Draghi

Il Presidente del Consiglio chiude il capitolo: “Non verrà rinnovata”. Landini (Cgil) rilancia la posizione del sindacato con la proposta di flessibilità a partire dai 62 anni

Draghi chiude ogni ipotesi di conferma di quota 100. A richiesta fatta da Matteo Salvini di un rinnovo dello strumento pensionistico viene rispedita al mittente dal Premier che con poche parole chiude il capitolo: “Io non concordavo con Quota 100 e non verrà rinnovata, ora occorre assicurare una gradualità nel passaggio a quella che era una normalità”. Una frase che apre nuovi scenari e soprattutto manda in fibrillazione, oltre che la Lega, anche i Sindacati che sulla riforma previdenziale avevano già dal maggio scorzo avanzato le loro proposte, senza mai essere stati ricevuti a Palazzo Chigi per entrare nel merito. Sul punto interviene immediatamente Landini, che rilancia le richieste del sindacato e le argomenta: “Non è più il momento di fare qualche aggiustamento per prender tempo e lasciare le cose come stanno”, ha spiegato Landini. “L’operazione 102, 104 è per rimanere come prima a 67 anni e si continua a ragionare come se i lavori fossero tutti uguali”. Il leader Cgil ha ricordato anche che sindacati hanno presentato una piattaforma a luglio, ma poi – ha detto – “non abbiamo avuto l’opportunità di alcun approfondimento di merito”. E ha continuato: “Noi pensiamo ci sia bisogno di introdurre una logica di flessibilità, un sistema contributivo se non ha flessibilità è una presa in giro, perché se si dice che tutti devono prendere in base ai contributi non si capisce perché tutti devono andare in pensione a 67 anni e non, come diciamo noi, che da 62 anni sia possibile per le persone scegliere di poter uscire”. Inoltre, ha detto ancora Landini, “si è introdotto nel 2009 la logica dell’aspettativa di vita che porta ad aumentare gradualmente sempre l’età pensionabile, nell’ottica che l’aspettativa di vita continui a crescere, nonostante il Covid l’abbia abbassata” , ma questo “deve fare i conti con il fatto che l’aspettativa di vita è diversa per ognuno di noia seconda del lavoro che hai fatto”.
Boccia Quota 102 e 104 anche la Cisl. Patrizia Volponi, segretaria della Federazione Nazionale Pensionati, fa sapere: “Quota 102 e Quota 104 è una ipotesi per noi impraticabile. Una seria riforma del sistema pensionistico italiano va condivisa con le parti sociali invece in questo caso il governo è andato avanti da solo. Aspettiamo di essere convocati per dire che c’è bisogno di una riforma organica delle pensioni che tenga conto delle esigenze dei giovani, delle donne e dei pensionati”. Poi la Uil con Proietti: “La gradualità richiamata dal Presidente Draghi dopo l’esaurimento di quota 100 non può che essere una flessibilità più diffusa di accesso alla pensione intorno ai 62 anni. A riguardo la commissione istituita dal parlamento sui lavori gravosi ha prodotto un importante documento nel quale per la prima volta si attesta che non tutti i lavori sono uguali, sia per l’aspettativa di vita sia per gli indici di infortunistica. Quel documento individua un’ampia griglia di lavori gravosi che deve essere la base di discussione per cominciare ad introdurre una prima flessibilità di accesso alla pensione su base volontaria. Su questo tema il Governo farebbe bene a convocare i sindacati colmando il ritardo incomprensibile accumulato in questi mesi”.

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