Esteri

Riuscirebbe l’Europa a respingere da sola un attacco russo?

 

di Giuliano Longo

L’ex – e forse futuro – presidente degli Stati UnitiDonald Trumpavrebbe ripetutamente affermato che gli Stati Uniti potrebbero non venire in aiuto all’Europa se venisse attaccata dalla Russia. Una affermazione che fa tremare le Cancellerie europee che dovrebbero affrontare almeno 30 anni di investimenti militari insufficienti e ricostruire una base industriale con investimenti pazzeschi.

Le simulazioniin corso ipotizzano che Trump al  terzo anno del suo mandato si trovi ancora di fronte al conflitto ucraino della sua seconda presidenza (speriamo di no) , con gli aiuti occidentali vanno esaurendosi e la linea del fronte scongelata da mesi, mentre la resa dei conti traPechino e Washington su Taiwansta volgendo al peggio. È allora che  Putinpotrebbe decide di colpire.

Sempre le simulazioni, o giochi di guerra (chiamateli come volete)  ipotizzano che la Russia colpisca con i suo missili i Paesi baltici, mentre migliaia di soldati del distretto militare russo di Leningrado irrompono nell’Estonia Orientale. Truppe addestrate  da anni di guerra in Ucraina ed equipaggiati con caccia stealth Sukhoi Su-57, carri armati T-14, droni, razzi e sistemi di artiglieria mobile dotate di migliaia di proiettili al giorno.

Le prime truppe ad essere esposte sarebbe la Enhanced Forward Presence della NATO composta da 2.200 soldati multinazionali, guidati dal Regno Unito e sostenuti da circa 10.000 soldati estoni e migliaia di altri volontari locali. In pochi giorni Putin potrebbe controllare il territorio occupato , sede di gran parte della minoranza etnica russadel paese.

Ma Putin attaccherebbe  l’intera Alleanza rischiando  una ritorsione nucleare, anche solo tattica?  Di fronte a questi giochi di guerra dei cervelli militari e dei più bellicosi alleati NATO, Putin ha definito l’idea ridicola: “La Russia non ha motivo, né interesse – nessun interesse geopolitico, né economico, politico né militare – per combattere con i paesi della NATO”. Da parte sua Zelensky,in grande difficoltà ha avvertito in ottobre che se la Russia non verrà sconfitta potrebbe essere pronta ad attaccare i paesi baltici entro 5 anni. Non nascondendo il desiderio di un coinvolgimento diretti dalla Alleanza nel conflitto.

 L’esercito tedesco ha invece delineato uno “scenario di esercitazione”che prevede un attacco russo al Suwałki Gap tra Polonia e Lituania (corridoi per la enclave russa di Kaliningrad) nel periodo tra le elezioni presidenziali americane di quest’anno e l’inizio del 2025, cos’ verrebbero tagliati fuori i Paesi baltici dal resto dell’Europa continentale.

I più ottimisti invece prevedono che se il Cremlino dovesse attaccato a breve, le forze armate europee si troverebbero ad affrontare un esercito russo provato dalla guerra in Ucraina, ma ancora una potente forza combattente. L’anno scorso, Putin ha aumentato la potenzialità del suo esercito con 3,3 milioni (compresi i riservisti) , aggiungendo 170.000 di effettivi. Inoltre quest’anno il Cremlino spenderà ufficialmente il 4,4% del PIL per la difesa, solo secondo i dati ufficiali in difetto.

Gli Stati Uniti hanno  100.000 soldati di stanza in Europa, un terzo in Germania e una presenza che si va rafforzando  in Polonia. La NATO nel frattempo ha dispiegato forze di prima linea con un distaccamento a guida tedesca in Lituania di 4.800 soldati, ma entro il 2027 e la prossima esercitazione dell’Alleanza a Nord Est prevede l’impegno di 90.000 uomini.

Realisticamente l’attuale contesto mostra che dalla fine della Guerra Fredda gli effettivi delle  forze armate europee si sono ridotte e molti paesi che hanno abolito le leggi impopolari sulla coscrizione passando agli eserciti professionisti. Tra il 1989 e il 2022, il numero del personale militare dell’UE è sceso da 3,4 milioni a 1,3 milioni, facendo affidamento  sui volontari, mentre faticano ad assumere personale non solo  Germania, Regno Unito, Spagna, Italia e Francia, ma anche in Romania, Polonia e Bulgaria.

L’esercito polaccoè di 100.000 effettivi e il governo precedente voleva che la cifra salisse a 300.000, ma la nuova amministrazione del primo ministro Donald Tusk è stata più cauta nel “dare i numeri”. La Germania ne ha 183.000 in servizio attivo.; la Francia303.750, ilRegno Unito150.350, a seguire le altre nazioni . La Finlandia, recentemente confluita nella NATO, è tra i paesi europei più preparati allo scontro con Mosca. Un paese di 5,5 milioni di abitanti, conta 900.000 cittadini con una formazione militare di base.

Se i leader europei hanno iniziato a parlare di un rafforzamento devono ancora iniziare a convincere il pubblico dei sacrifici che ciò comporterà, con enormi quantità di denaro, molte più uomini sul fianco orientale dell’Europa, un maggiore coordinamento tra le capitali e soprattutto  un cambiamento dell’opinione pubblica.

Giànel 2006i ministri della Difesa della NATO si erano accordati sull’obiettivo di spendere il 2% del PIL, eppure  solo 11 dei 31 membri dell’Alleanza hanno raggiunto quell’obiettivo, fra questi 8 confinanti confinanti con Russia o Ucraina.

A differenza della Russia, dove si pianificano e producono ora producono migliaia di droni e solo lo scorso 2023 c ha prodotto circa 2 milioni di proiettili di artiglieria, l’Europa non è entrata in un’economia di guerra e non è certo all’altezza delle aspettative di Zelensky con la promessa di fornire all’Ucraina un milione di proiettili entro marzo.

Alla fine di febbraio, il commissario per il mercato internoThierry Bretonpresenterà la sua strategia europea per l’industria della difesa. Secondo i documenti interni di cui dà conto la pubblicazione POLITICO.eu, potrebbe spingere per un maggiore approvvigionamento congiunto di armi e un coordinamento dei bilanci della difesa dei governi per diventare più efficienti e sostenere le aziende del blocco.

Lo stesso Breton a inizio gennaio ha affermato che l’UE avrà bisogno di una liquidità di 100 miliardi di europer aumentare la produzione della difesa per  essere alla pari con la Russia nella produzione di armi entro 18-24 mesi. Altri funzionari dell’UE chiedono la standardizzazione e interoperabilità tra le forze armate europee che ad esempio, dispongono di  17 diversi tipi di carri armati, mentre gli Stati Uniti ne hanno solo uno.

Nel frattempo, la prospettiva di affrontare Mosca senza il sostegno americano ha portato alcuni in Europa a considerare lo sviluppo  propri arsenali nucleari.Attualmente Il Regno Unito possiede circa 200 testate, che contribuiscono parzialmente alla difesa della NATO, la Francia  300, m impegnate solo nella difesa nazionale.

In conclusione, l’Europa da sola senza gli Stati Uniti sarebbe in difficoltà in uno scontro con la Russia, ma se i giochi di guerra e le simulazioni possono eccitare gli addetti ai lavori l’unica via che rimane aperta all’Europa e all’Occidente rimane la politica e la diplomazia e non è detto che Trump non voglia percorrere questa strada.

 

In fondo è stato lui a interrompere il conflitto in Afghanistan, a dialogare con la Corea Del Nord, anche se ha rotto gli accordi con l’iran e ha aumentato  la pressione economica sulla Cina. Inoltre  non è detto che il “deep state”di Washington sia unanimemente schierato con Biden per un sostegno indefinito a Kiev. Questo Zelnsky l’ha ben capito, ma l’hanno capito anche gli Europei?

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