di Giuliano Longo
La Cina è considerata la principale sfidante degli Stati Uniti in America Latina e nei Caraibi, ma la Russia è rientrata nei giochi geopolitici della regione per evitare l’isolamento diplomatico ed economico, con un colpetto al ventre strategico degli Stati Uniti.
L’attuale narrativa di Mosca sull’America Latina e i Caraibi vede la Russia come una grande potenza che si è ripresa dal crollo sovietico rifiutando la politica dei blocchi della Guerra Fredda e promuovendo la strategia di un mondo multipolare.
Alla Russia, l’America Latina offre un trio di storici alleati quali Cuba, Nicaragua e Venezuela e sebbene non abbia il peso finanziario che l’Unione Sovietica aveva durante la Guerra Fredda, ha coinvolto questi paesi sul fronte energetico sottolineando la loro importanza per Mosca con diplomazia di alto livello, aiuti militari e assistenza medica.
Nel resto dell’America Latina il ruolo economico della Russia è relativo, ma già ha definito i suoi obiettivi su mercati come i fertilizzanti per i quali è impegnata in progetti energetici in paesi come Brasile e Messico.
Ma è l’aspetto politico quello più interessante perché Mosca condivide con gran parte di quel continente la preferenza per un mondo multipolare, favorito dalla creazione del gruppo BRICS.
Tanto che alla fine di giugno 2023 la Russia ha indicato che avrebbe accolto con favore l’allargamento del blocco BRICS composto oggi da Brasile, Russia, Cina, India e Sudafrica con l’aggiunta di Argentina e Iraq, ma con tutta una serie di altri Paesi interessati fra i quali alcuni proprio dell’America Latina.
Il vantaggio di immagine è che la Russia non mai agito come potenza imperiale in quel continente a differenza degli Stati Uniti e dei paesi europei.
D’altra parte l’America Latina ha le sue ragioni per coinvolgere la Russia.Gli ultimi anni sono stati economicamente difficili, con la pandemia di Covid-19 seguita da forti pressioni sui prezzi di energia e cibo a causa della guerra russo-ucraina. Più di recente, l’aumento dei tassi di interesse internazionali che è arrivato sia dagli Stati Uniti che dall’Europa.
Quindi optare per una scelta nettamente occidentale (americana) complicherebbe enormemente le relazioni economiche per nazioni come Argentina, Brasile e Uruguay, che dipendono dai fertilizzanti russi per i loro grandi settori agricoli orientati all’esportazione.
Ma non è tutto. Le compagnie energetiche russe operano in diversi paesi e la Russia si sta muovendo verso i metalli critici. Alla fine di giugno, il governo boliviano ha firmato un accordo con l’azienda statale russa Rosatom per sviluppare la sua attività nel settore del litio. Per uno dei paesi più poveri dell’America Latina, il potenziale investimento russo di 600 milioni di dollari è di grande importanza.
Un altro fattore chiave nella volontà dell’America Latina di coinvolgere la Russia è in una visione del mondo condivisa. Nonostante la maggior parte dei paesi latinoamericani abbaia condannato l’invasione russa dell’Ucraina, quasi tutti quei paesi hanno una preferenza più ampia per il non allineamento. Anche per evitare un’eccessiva dipendenza dagli Stati Uniti che da sempre si sono intromessi nei loro affari e nelle loro politiche.
La combinazione di necessità economica e multipolarità consente a Mosca di respingere l’isolamento diplomatico ed economico dimostrando ch i governi latinoamericani non stanno seguendo l’Occidente nell’imporre sanzioni economiche.
Nel corso del vertice della leadership dell’Unione europea-Comunità dell’America Latina e dei Caraibi tenutosi a Bruxelles il 17-18 luglio, cui era stato anche rivolto un invito a Zelensky poi revocato, hanno visto alcuni paesi latinoamericani chiedere la rimozione della condanna dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nella bozza delle conclusioni.
Ciò ha reso il vertice UE-CELAC meno cordiale, con quei paesi che hanno affermato il loro desiderio di non essere coinvolti in un conflitto che contrappone la Russia all’Occidente, cosa che Mosca ha molto apprezzato.Allo stesso tempo, l’UE ha voluto utilizzare il vertice per rinvigorire il proprio impegno nella regione, offrendo 50,6 miliardi di dollari in nuovi investimenti.
La convergenza di interessi russo-latinoamericana ha anche teso i rapporti tra Washington e Brasilia. Il presidente brasiliano Ignacio Lula da Silva è favorevole alla promozione del Sud nel mondo e sottolinea il multipolarismo, che dal punto di vista politico, è risultato essere sostanzialmente anti-statunitense.
Negli ultimi mesi, Lula ha incolpato sia la Russia che l’Ucraina per la guerra; ha suggerito che gli Stati Uniti e l’Europa stanno incoraggiando la guerra; ha proposto un piano di pace per porre fine alle ostilità; ha favorito lo spostamento del dollaro USA come valuta più utilizzata al mondo; ha tirato fuori dal gelo diplomatico il presidente venezuelano Nicolás Maduro; ha permesso alle navi da guerra iraniane di attraccare a Rio de Janeiro; e ha annunciato che sarebbe stata aperta una linea di navigazione diretta dall’Iran al Brasile.
Infine Lula ha anche ospitato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov nell’aprile 2023 sottolineando il “rapporto speciale” del Brasile con la Russia, facendo intendere che abbia adottato le ragioni di Mosca nel conflitto ucraino.
Gli Stati Uniti rispondono organizzando viaggi di alto livello nella regione, come quello a luglio del Segretario di Stato Antony Blinken a Trinidad per incontrare i capi della CARICOM, o la partecipazione a vertici come il Cities Summit of the Americas a Denver.
Se a Washington si ritiene che il ruolo della Russia in America Latina e nei Caraibi non dovrebbe essere sopravvalutato, molti ritengono che nemmeno debba essere minimizzato. Ma la fine della fiera, resta il fatto che Mosca, che ha lavorato duramente per ristabilire la sua presenza, mira a dare fastidio a Washington.
Cuba, Nicaragua e Venezuela potrebbero offrire a Mosca ulteriore spazio di manovra. In effetti, funzionari e compagnie russe hanno visitato spesso l’Avana nel 2023 e sono stati ripristinati voli regolari con Mosca.
È stato anche riferito che soldati cubani (ma non è certo) stanno combattendo in Ucraina dalla parte russa, mentre uomini d’affari sono impegnati a firmare accordi per fornire grano all’isola , facendo investimenti in zucchero e rum, rivitalizzando le infrastrutture e fornendo il petrolio di cui c’è assolutamente bisogno.
Considerando che anche la Cina sembra usare Cuba come base di sorveglianza strategica, l’aumento dell’attività russa non sarebbe una sorpresa.
La Bolivia è un altro paese in cui l’influenza degli Stati Uniti è debole, mentre Russia e la Cina sono ben posizionate nell’industria del litio, metallo bianco fondamentale per la transizione energetica globale dai combustibili fossili.
Tutto lascia credere che questa politica di graduale penetrazione economica e di assistenza di Mosca e Pechino in quell’area, non lascerà indifferente Washington verso quello che ha sempre considerato il giardino di casa sua.
Escludendo (per ora) la strategia dei golpe della seconda metà del secolo scorso, dovrà mettere mano pesantemente al portafoglio. Ammesso che basti….