Roma Capitale

Sentenza Mafia Capitale, le motivazioni: “Buzzi e Carminati inquinarono la politica”

“Nella scelta della pena, come nell’aggravante dell’articolo 416, questa Corte ha tenuto conto del ruolo svolto da Salvatore Buzzi, unitamente a Massimo Carminati, di vertice e organizzatore della compagine associativa semplice collegata alla gestione delle cooperative, orientandone le scelte e le numerose condotte illecite in materia pubblica, finalizzata a lucrare dal settore degli appalti pubblici, inquinando persistemente e pesantemente, con metodi corruttivi pervasivi e per gran tempo, le scelte politiche e l’agire pubblico dell’ente locale (nelle intercettazioni il prestigio della pubblica amministrazione e ben poca cosa, essendo la Pa descritta come una ‘mucca’ cui occorre dare nutrimento al fine di poterla ‘mungere’)”. Così scrivono i giudici della I corte d’appello di Roma nel processo bis rispetto all’inchiesta ‘Mondo di mezzo-Mafia Capitale’. Il 9 marzo scorso Salvatore Buzzi è stato condannato tra gli altri a dodici anni e dieci mesi; Massimo Carminati ha avuto invece 10 anni. La condanna era arrivata dopo che la Cassazione il 22 ottobre del 2019 aveva annullato per tutti gli imputati il 416bis, l’accusa di associazione mafiosa. “La figura criminale di Buzzi si caratterizza – si spiega nella sentenza – per aver pesantemente influenzato ed inquinato l’agire pubblico per anni creando una compagine associativa comprendente personaggi anche di primo piano della vita pubblica, coordinandone l’azione criminale nel perseguimento di numerosi reati-fine per i quali è stata definitivamente accertata la sua responsabilità (sedici episodi corruttivi, sette di turbativa d’asta, uno di traffico di influenze illecite e uno di trasferimento fraudolento di valori)”.

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