Esteri

Siria, l’Organizzazione di Al Qaeda rivendica l’arresto del narcos napoletano Carbone

di Giuliano Longo

Bruno Carbone, narcotrafficante camorrista  originario di Giugliano e latitante da quasi venti anni, sarebbe stato catturato nell’aeroporto di Dubai, negli Emirati, e subito estradato in Italia il 15 novembre.  uesta almeno è la versione del ministro della giustizia Carlo Nordio – ampiamente riportata sdei media-  che ha ringraziato gli Emirati. Carbone, che manteneva rapporti diretti con i narcos colombiani, avrebbe trascorso gran parte della latitanza a Dubai dove peraltro fu arrestato nel 2021 il suo socio e boss Raffaele Imperiale. Ma sui media arabi appare un’altra versione secondo la quale l’arresto sarebbe avvenuto con il supporto  di Ha’ayat Tahrir al Sham (Hts), il bracco siriano di Al Qaeda, negli elenchi internazionali delle organizzazioni terroristiche, che controlla  Idlib, in Siria  nel silenzio di Usa ed Europa.  Poco dopo l’annuncio delle autorità italiane di qualche giorno fa, sul suo account Telegram, la security di Hts ha comunicato di aver arrestato «uno dei più grandi narcotrafficanti del mondo» spiegando che Carbone avrebbe lasciato l’Europa per la Turchia fingendosi cittadino russo, quindi sarebbe entrato nella Siria nordoccidentale dove sarebbe stato arrestato lo scorso marzo a Kaftin.  Il narcotrafficante sarebbe stato «interrogato per mesi» dagli uomini dell’ Hts a Idlib, «prima di essere «consegnato alle autorità del suo paese, con la mediazione turca». Carbone, scrive il libanese L’Orient Le Jour, riportato da pagineesteri.it, si sarebbe presentato ai miliziani siriani come un messicano in fuga dal suo paese per aver gestito un traffico di orologi di lusso.  A sostegno della propria versione, Hts ha diffuso una foto del ministro dell’interno del governo di salvezza, Mohammad Abdel Rahman, mentre legge il comunicato stampa con accanto la foto di Carbone che indossa la maglia da galeotto a righe. Pur tenendo conto dell’ambiguità di una organizzazione del terrore che ancora governa un territorio della Siria, il resoconto di Hts non è poi così inverosimile e confermerebbe  gli sforzi del suo leader, Abu Mohammad al Jolani, per  avviare rapporti amichevoli con l’Occidente per “normalizzarando”  la sua organizzazione terroristica, in un gioco dove c’è sempre lo zampino dei Servizi Segreti.

 

Nell’immagine la bandiera di Ha’ayat Tahrir al Sham (Hts)

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