La guerra di Putin

Russia, l’analista militare Sukonkin predice  nuove mobilitazioni

Siamo alla totale mobilitazione in Russia? Pare proprio di no a leggere l’articolo su Mladom Komsomol quotidiano molto vicini a Putin. Sukonkin è un accreditato esperto di cose militari  del Kremlino, il quale è convinto che sia   improbabile che la mobilitazione parziale, ad oggi completata in parte, sia l’unica. In fondo si tratta “solo” di 300mila coscritti dei quali in parte sono al fronte dopo un periodo di addestramento di almeno 2 mesi.  Secondo Sukonkin seguiranno altre ondate di mobilitazione e i  loro termini approssimativi possono essere calcolati tenendo conto dell’esperienza delle battaglie della Grande Guerra Patriottica contro la Germania e alleati,  quando oltre 30 milioni di russi furono arruolati e mandati al fronte. Niente a che vedere con i 134 milioni di abitanti attuali della Russia esclusi alleati e satelliti. Secondo l’analista, ci sarà invece una seconda ondata di mobilitazione che terrà conto dei problemi emersi durante la recente mobilitazione parziale “formativa”, si migliorerà il sistema di mobilitazione che aiuterà a svolgere più agevolmente le prossime ondate. Per quanto riguarda i tempi della prossima mobilitazione, secondo l’esperto, tutto dipenderà da come verranno attuati i piani dello Stato Maggiore per lo svolgimento di operazioni strategiche offensive, tenendo conto dell’esperienza della Grande Guerra Patriottica. Per preparare un fante durante la Grande Guerra Patriottica, ricorda Aleksey Sukonkin sul canale Telegram, ci sono voluti due mesi per un tiratore e tre mesi per uno specialista: cecchino, mitragliere, mortaista, segnalatore, ecc. Quindi le unità addestrate entrarono in battaglia, di solito nell’ambito di qualche grande operazione, la cui preparazione richiede due o tre mesi: formazione e coordinamento di nuove unità, creazione e accumulo di scorte di materiale e mezzi tecnici, logistica.  “Ci sono tutte le ragioni – scrive- per credere che l’inizio di una grande operazione offensiva (o due, da direzioni diverse) possa iniziare quando il fango si indurisce (ovvero d’inverno ndr), il che rappresenta un potente ostacolo al massiccio avanzamento dell’equipaggiamento militare. A questo punto, i cittadini mobilitati in ottobre/novembre si avvicineranno con prontezza al combattimento, mentre verrà creato uno stock di proiettili, missili e cartucce, mentreverranno consegnate nuove attrezzature e riparate le attrezzature danneggiate”. Nel frattempo il fronte sarà nuovamente congelato – per un periodo sufficiente a formare nuove riserve e risorse. In generale, intorno a gennaio potrebbe iniziare un nuovo reclutamento di cittadini nelle truppe. Nel mezzo della primavera – un altro. Secondo lui, il desiderio di porre fine a tutto con “mezzi tecnici”, cioè con attacchi contro le infrastrutture dell’Ucraina: “certo, va bene ed è bello pensarci, ma bisogna ricordare una semplice regola che suona così: la vittoria arriverà solo quando lo stivale di un soldato calpesterà la gola del nemico”, osserva l’esperto.  “Quindi ragazzi -scrive- preparatevi. Moralmente e fisicamente. Rafforza la tua resistenza, acquista le medicine necessarie, le forniture sul campo, mentre c’è tempo, almeno cerca su Internet alcuni programmi di addestramento sull’uso delle armi leggere, sulla medicina tattica.  E non c’è tempo per la paura. Tutto funziona diversamente lì. Puoi vivere, puoi combattere. E, soprattutto, devi vincere”. Ora, che Putin sia disposto a successive ondate di mobilitazione, viste le sacche di resistenza registrate per la prima, è tutto da vedere, ma va tenuto conto che questo conflitto non investe solo l’Ucraina ma tutto “l’Occidente collettivo”, che nonostante le tecnologie avanzatissime, non dispone di forse sufficienti di terra (per ora)  , e nemmeno Zelensky – nonostante l’ attuale superioritò numerica del suo esercito- è pronto ad affrontare una massa d’urto di almeno 600mila uomini, secondo un calcolo approssimativo. Di qui le preoccupazioni di Zelensky pe una controffensiva invernale dei russi del tutto fondate, e quindi i suoi tentativi di coinvolgere direttamente la Nato e il Mondo come nei casi dei missili sulla Polonia e, peggio ancora sulla centrale atomica di Zaporizhzhia da tempo in mano ai russi, che da soli si auto-bombarderebbero. La disperazione può fare brutti scherzi. Comprensibile quindi l’ansia delle elites di una nazione aggredita che non ritiene più semplice la via di un negoziato, sacrificando un popolo coraggioso.

Giu.Lo.

Aggiornamento la Guerra di Putin ore 14.45

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