Politica

Superbonus, “Ditelo Sui Tetti”: “Stop a cessioni fiscali troppo grave per le Onlus, servono nuove decisioni”

 

“Le Onlus sono state inserite con una normativa speciale tra i beneficiari del superbonus proprio perché non svolgono alcuna attività commerciale bensì servizi sociali ai più deboli e ben sapendo che non hanno debiti fiscali da poter compensare con i crediti maturati.
Lo stop, motivatamente deciso dal Mef in via generale per le cessioni dei crediti fiscali, diventa però per queste realtà fragili una mannaia. Per questo, le oltre 90 associazioni che condividono l’Agenda pubblica ‘Ditelo sui tetti’ hanno inviato una lettera aperta al Governo e al Parlamento”. Così il portavoce del forum Sui Tetti, avv. Domenico Menorello, secondo cui la possibilità per una ONLUS di utilizzare una qualunque forma di bonus è vincolata, per la natura stessa delle Onlus, alla cedibilità del credito fiscale eventualmente maturato.
“Diamo atto proprio al governo Meloni di aver avuto particolare attenzione al mondo no profit, quando, con l’art. 9, comma 1, lettera c) del Decreto Aiuti-quater del 13 gennaio scorso, ha consentito alle Onlus con determinati requisiti di continuare a utilizzare il bonus al 110% addirittura fino al 31 dicembre 2025”.
“Purtroppo -continua- lo stop generalizzato alla cessione del credito crea un paradosso per le Onlus rispetto a quello sguardo di particolare attenzione solo di qualche settimana fa, perché non potendo più cedere i crediti si vedono la strada sbarrata alla possibilità stessa di utilizzare i bonus, essendo prive di capacità fiscale”.
“Così, le tante Onlus che si sono in queste settimane impegnate nella complessa e onerosa predisposizione della documentazione di progetto incoraggiate dall’intervento normativo del 13 gennaio, ma non hanno ancora potuto attivare la Cilas, si trovano gravemente danneggiate.
Ma un grave pregiudizio ne deriva soprattutto all’interesse pubblico per il mancato ammodernamento e messa in sicurezza di migliaia di immobili sovente vetusti, in cui si svolgono importanti servizi con valenza sociale a vantaggio dei più fragili”.
“Siamo, perciò, a chiedere -conclude- di considerare questa grave situazione venutasi a creare, intervenendo adeguatamente nel corso del cammino parlamentare di conversione del Decreto-legge n. 11/23”.

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