Economia e Lavoro

Superbonus, ecco le proposte di Confartigianato e Cna per superare le criticità della fase conclusiva

 

Sulla richiesta di una proroga per i lavori legati al Superbonus, anche se a determinate condizioni, si muovono le imprese e vanno in pressing sul Governo. Confartigianato e Cna chiedono modifiche al Decreto legge superbonus approvato lo scorso 28 dicembre dal Governo. In un documento inviato alla Commissione Finanze della Camera, le Confederazioni indicano proposte per superare alcune criticità della fase conclusiva dell’appicazione del superbonus.  Su tutto, ne viene sollecitata la proroga per un tempo molto limitato (due mesi dalla conversione del decreto legge) a condizione che i lavori realizzati al 31 dicembre 2023 rappresentino almeno il 70% dell’intervento globale.Inoltre, Confartigianato e Cna chiedono che il contributo per i contribuenti a basso reddito che proseguono i lavori in fase di avanzata esecuzione (almeno il 60% dell’intervento complessivo) al 31 dicembre 2023  venga esteso a soggetti con un reddito di riferimento più elevato, e che ne sia garantita l’effettiva fruibilità a coloro che non possono sostenere esposizioni finanziarie in attesa del riconoscimento del contributo. Preoccupazione viene espressa per le continue modifiche normative sulla materia che ne aumentano la complessità e la difficoltà per i cittadini ad ottenere l’agevolazione. E’ il caso dell’obbligo di copertura assicurativaintrodotto per gli interventi con il superbonus al 110%  in vigore fino al 31 dicembre 2025 nei Comuni colpiti da eventi sismici da aprile 2009 e nei quali è dichiarato lo stato di emergenza. Altrettante perplessità suscitano il ridimensionamento del bonus ‘barriere architettoniche’ e le modalità per usufruirne. Secondo Confartigianato e Cna,  per i contribuenti è difficile gestire il ripetuto cambiamento delle regole senza incorrere in sanzioni, ed effettuare una ragionevole programmazione delle risorse finanziarie necessarie per gli interventi edilizi. Confartigianato e Cna ribadiscono che i bonus edilizia hanno rappresentato una leva formidabile che ha permesso alle famiglie e alle imprese di migliorare il patrimonio immobiliare, con un beneficio all’economia  e accrescendo l’impegno sul fronte della riqualificazione urbana e della decarbonizzazione. Un percorso che deve proseguire con la definizione di strategia e di misure stabili per garantire l’effettiva programmazione e implementazione di un Piano di riqualificazione del patrimonio immobiliare italiano in linea con gli obiettivi della nuova Direttiva Casa. Sul punto era intervenuta anche la Confedilizia che prendeva spunto da alcuni numeri per rilanciare la richiesta di una proroga. 92.154 condominii hanno maturato un totale di investimenti ammessi a detrazione pari a 58,28 miliardi di euro. Il totale dei lavori realizzati è pari a 45,46 miliardi di euro, che corrisponde al 78%. Questo sta a significare che manca ancora da realizzare il 22% dei lavori ammessi a detrazione, per un importo di 12,8 miliardi di euro. Sempre sulla base dei dati Enea, il totale dei lavori realizzati ammessi a detrazione è pari al 92,9% per gli edifici unifamiliari e al 94,7% per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

Il presidente della Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, osserva: “Il problema che si creerà nei condominii fra qualche giorno è notevole e non ha nulla a che vedere con il giudizio che ciascuno di noi ha sul superbonus. Occorre fare qualcosa per limitare al massimo le conseguenze che il passaggio dalla detrazione del 110 per cento a quella del 70 per cento comporterà, determinando problemi economici per le famiglie e un enorme contenzioso. Nelle condizioni, anche di finanza pubblica, in cui ci troviamo, forse la soluzione del Sal aggiuntivo è quella più percorribile, anche se concedere 2 o 3 mesi in più ai condominii per terminare i lavori sarebbe la scelta più auspicabile. Confidiamo in un intervento in questa direzione”.

Ch.Nap.

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